Il quarto di Coppa Italia con la Roma ha messo in scena la reazione che ci si attendeva. Prima di scendere in campo c’erano stati eventi che avevano innervosito parecchio l’ambiente nerazzurro. In pochi giorni si erano concatenate situazioni, opinioni e decisioni la cui lucidità e oggettività era parsa discutibile.

Fino al 70° di Inter-Milan la strada sembrava sicura, con un derby dominato per tutto il primo tempo e controllato con un eccesso di presunzione nella ripresa, fino a lasciar campo ai rivali, prendendo due gol che hanno cambiato completamente lo scenario. Oltre ai meriti del Milan e del suo portiere, la colpa è stata soprattutto dell’Inter, per non aver chiuso un derby ampiamente alla sua portata, rimettendo in discussione lo scudetto e rilanciando tutte le rivali. Per molti la sconfitta è il frutto di una casualità ma all’andata la partita è andata in modo quasi identico. L’Inter ha giocato meglio, persino dominato per lunghi tratti e nel finale per poco non prendeva il gol della beffa, cosa che è puntualmente accaduta al ritorno. Inzaghi ha preparato la stessa partita, la squadra ha fallito tutte le occasioni per chiudere il match e si è disunita nel finale, esattamente come all’andata e questo corrisponde ad una colpa, senza alcun alibi, con spiegazioni che vanno dalla superficialità, che fa rima con presunzione, al pessimo approccio dei giocatori entrati dalla panchina. Questo per premettere e sottolineare che l’Inter ha precise responsabilità nell’aver sbagliato una delle partite più importanti della stagione, ma è altrettanto opportuno ravvisare come alcuni aspetti, raccontati con una sola lettura, siano in realtà controversi e tutti penalizzanti per il club.

L’intervento di Giroud su Sanchez è tutt’altro che limpido. Tante immagini da più angolazioni mostrano l’attaccante francese puntare in diagonale sul cileno andando a colpirlo e colpendo tutta la figura, compreso il pallone. Sostenere che nessun arbitro avrebbe fischiato il fallo è falso, che fosse un intervento al limite è molto più corretto. Durante la partita, alcuni ultras rossoneri sono scesi al primo anello e incappucciati hanno picchiato tutti quelli che si trovavano di fronte, per recuperare una bandiera caduta dal secondo anello e cercare di pestare un tizio che li aveva sbeffeggiati per questo. Parliamo di famiglie, persone che vanno allo stadio per divertirsi, spaventate e colpite da un’aggressione davanti a tutti, una cosa gravissima che non ha trovato troppo spazio sui giornali, non quanto un presunto sputo mai avvenuto da parte di Lautaro. Per quello si sono spesi titoli, con ricostruzioni, gossip e ipotesi stoppate dall’evidenza di un gesto mai eseguito. Martedì è poi arrivata la stangata per Bastoni, a causa di alcune esclamazioni verso la squadra degli arbitri al termine della gara. Due giornate. A Theo Hernandez, espulso solo una. Il difensore nerazzurro ha tenuto a precisare di aver detto solo: “avete fatto schifo”.

Quale che fosse la ragione l’Inter è scesa in campo con la Roma con il giusto piglio e ha mostrato un repertorio confortante. Il ritorno di Mourinho ha sportivamente commosso e riempito di orgoglio e ricordi. La vittoria contro la Roma è stata da grande squadra, ma la lezione del derby viene dal fatto che a Napoli, dove si giocherà una partita straordinariamente importante, l’Inter non avrà il diritto a lasciar campo agli avversari negli ultimi venti minuti. Lo scudetto passa dal grado di concentrazione che la squadra saprà mettere in campo per tutti i 90 minuti. Se la squadra tiene è possibile uscire dal “Maradona” con un risultato positivo. Vidal e Vecino preoccupano: giocano privi di nerbo e condizione. Gagliardini è sparito dai radar e Sensi è stato dato in prestito. Le chance della squadra dipendono però anche da loro.