Nessuno ha preso bene quello che è accaduto lunedì, in occasione dei sorteggi per gli ottavi di Champions League. Per l’Inter è stato un danno piuttosto importante: se avesse trovato l’Ajax avrebbe avuto il 50% di possibilità di passaggio del turno, col Liverpool ognuno può farsi le sue percentuali ma sono decisamente più basse.
Sarebbe (stato) straordinariamente importante andare ai quarti di finale, per il ranking, i relativi premi Uefa, i 15 milioni di premio per il passaggio del turno e la reputazione che può permettere ad un club di avere un maggiore appeal verso chi corteggia in sede di calciomercato.

Per questo è giusto rispondere subito a tutti quei tifosi che non accettano “pessimismo” e “negatività” in relazione ad un accoppiamento che ha cambiato in peggio l’umore.
Nel giro di due ore tutto l’ambiente nerazzurro, carico a molla per la straordinaria qualità del gioco espressa col Cagliari e, più in generale, durante questa prima parte di stagione, ha prima trovato un segno del destino di quanto quest’anno potesse essere fortunato, grazie ad un sorteggio impegnativo ma non proibitivo.

Poi, però, a cambiare le carte in tavola è intervenuta l’incredibile incompetenza della Uefa che, attraverso un software appaltato a una ditta esterna, dopo aver estratto il Manchester sbagliato, invece di interrompere il sorteggio ha proseguito e portato invece alla beffa per diverse squadre, su tutte proprio l’Inter.
Gli ottimisti sostengono che è possibile eliminare gli inglesi, che non si parte mai battuti e che le partite vanno giocate. Tutto vero e infatti è abbastanza certo che la squadra di Simone Inzaghi se la giocherà al massimo ed è molto probabile che avrà delle chance di qualificazione.

La scorsa stagione la Lazio, proprio con Inzaghi, aveva raggiunto gli storici ottavi dopo aver battuto anche il Borussia Dortmund ed era in un grande periodo, poi col Bayern non ci fu partita all’andata (1-4 all’Olimpico) e al ritorno, perché il problema è il gap che si sta creando ogni anno di più tra le squadre italiane e quelle inglesi, più Bayern, Real e PSG. L’Inter può battere chiunque ma resta meno attrezzata di queste squadre e non per colpe sue.
In fondo questa stessa situazione l’abbiamo già vissuta tra il 2007 e il 2009, con una squadra che avrebbe vinto nel 2010 tutto quello che era possibile vincere, dunque più forte di quella attuale.

Con Mancini l’Inter affrontò il Liverpool giocandosela alla grande in 10 contro 11 per l’espulsione di Materazzi e venendo battuta ad Anfield 2-0 soltanto nei minuti finali.
Al ritorno la sconfitta in casa, anche qui nel finale, dopo tanti tentativi falliti di un soffio. Stesso discorso l’anno dopo con Mourinho. All’Old Trafford l’Inter meritava di più, eppure venne battuta dal Manchester di Ronaldo ancora 2-0 e al ritorno terminò 0-0.

Non c’era un gap così grande in fondo e nemmeno oggi è così ingiocabile, ma gli uomini di Klopp fanno regolarmente partite del genere, ogni anno e hanno uomini decisivi.
Nessun giocatore dell’Inter ha mai disputato un ottavo di Champions, ad eccezione di Dzeko. Se si trattasse di una gara secca, come in occasione dell’Europa League ci sarebbero più possibilità, perché in 90 minuti cambia la regola d’ingaggio.
Perciò realisticamente l’Inter se la giocherà e avrà le sue possibilità di mettere in difficoltà gli inglesi ma con una percentuale di passaggio del turno decisamente più bassa rispetto all’accoppiamento con l’Ajax.