La vita dell’Inter ai tempi del Coronavirus prosegue sotto traccia, in una quarantena precauzionale della squadra che sta per esaurirsi. Si parla di futuro societario, stadio, la nuova Pinetina, ripresa degli allenamenti, calendario e recuperi eventuali in Campionato, come la chiusura delle coppe. Si parla anche di calciomercato che, tacciato di essere per natura sfuggente e composto della stessa materia di cui sono fatti i sogni, vive il paradosso di essere ora la cosa più concreta e distinguibile nel caos planetario. Ci si aggrappa a quello per immaginare la luce in fondo al tunnel e il ritorno alla normalità.

I fascicoli aperti della rosa, per motivi diversi, sono quelli di Lautaro Martinez, Borja Valero, Vecino, Asamoah, Sensi, Biraghi, Sanchez, Godin e persino Skriniar.
L’Inter sembra intenzionata a lasciar andare Borja e Vecino, rifacendo il look del centrocampo, Asamoah si è infortunato troppo a lungo per considerarlo un esterno irrinunciabile e verrà ceduto, per Biraghi invece la questione va in un’altra direzione: l’Inter e la Fiorentina lavorano per completare lo scambio tra lui e Dalbert a titolo definitivo.

Torniamo in difesa dove anche l’addio a Godin, dopo una sola stagione in nerazzurro, è quasi certo. Il suo rendimento risente di un modulo che lo ha messo in difficoltà sin dall’inizio. Stesso ragionamento per Skriniar, straordinario nella difesa a quattro, più vulnerabile e smarrito in quella a tre.

Qualche giorno fa si è parlato di uno scambio col Manchester City tra lui e Cancelo, poi le stesse testate che avevano riportato l’ipotesi hanno evaporato lo scenario. È evidente che Skriniar non sia lo stesso giocatore con questo modulo e che Cancelo sia il giocatore perfetto in un 3-5-2, ma è altrettanto vero che diversi giocatori quest’anno, pur provandoci, rendono meno del loro potenziale perché devono adattarsi ad uno schema. Conte ha proposto in casi disperati, nelle ultime uscite, un modulo a quattro nella parte finale delle partite ma senza riuscire a trovare la miccia.

Anche Eriksen, arrivato a Milano a fine gennaio, ha faticato a trovare spazio e fiducia ma non si è potuta avere la controprova, considerando la sospensione del Campionato. In quel modulo vaga per il campo e non è abituato a lavorare per la squadra; al contrario nell’Ajax e nel Tottenham c’era un sistema di gioco che ne agevolava i movimenti e l’efficacia.
Bisogna verificare se il tecnico intende proseguire senza soluzione di continuità in un modulo, auspicando che ogni componente si assoggetti, oppure maturi una maggiore elasticità anteponendo prima le caratteristiche del giocatore alle esigenze delle sue idee tattiche.

Capitolo Sensi. Il riscatto del giocatore è in discussione. Formidabile fino ad ottobre, il migliore tra tutti, poi l’infortunio e un altro ancora fino a rivederlo in campo, a febbraio, spaesato. Personalmente lo riscatterei a prescindere, se non altro per il potenziale. Ha mostrato quello che sapeva fare e l’Inter conosce bene comunque la sua reale situazione fisica.

Chiudiamo col capitolo Lautaro. Da tre settimane si dà quasi per scontato il suo addio all’Inter per andare a Barcellona, ma con quello che sta succedendo c’è da chiedersi come possa la società catalana sborsare 111 milioni della clausola in un’unica soluzione.

Il calciomercato sarà fortemente condizionato e vivrà di idee e soluzioni, forse anche arrangiate. Difficile che con la difficoltà economica che vedremo nei prossimi anni, pur con un fair play fortemente allentato, ci possano essere acquisti così poderosi. La sensazione è che Lautaro, almeno per un altro anno, resti quindi all’Inter.