Il pareggio con l’Atalanta brucia ma, considerato il rigore parato da Handanovic e l’andamento della gara dopo la metà del secondo tempo, non può che risultare soddisfacente.

Alla fine della partita Antonio Conte ha espresso un concetto ancora una volta sottovalutato: “Avrei firmato per fare quattro punti tra Napoli e Atalanta. Siamo lì, ma stiamo raschiando il fondo del barile”. Il fatto che si lamenti della rosa corta viene giudicato da inizio stagione come una modalità comportamentale che caratterizza la sua personalità. Viene citata ossessivamente la sua frase “non si può mangiare in un ristorante da 100 euro con una banconota da 10” quando era alla Juventus e sosteneva che per raggiungere certi livelli bisognava acquistare fuoriclasse.

Oggi le sue esternazioni vengono utilizzate come sponda per il mercato che sta per soddisfare le prime necessità, ma non vengono ancora prese sufficientemente sul serio.
Se tutto dovesse andare nel verso giusto la prossima settimana l’Inter dovrebbe aggiudicarsi un esterno destro di esperienza come Ashley Young, un attaccante di peso e in età avanzata che dia fiato a Lukaku come Olivier Giroud e almeno un centrocampista che potrebbe essere uno tra Vidal o addirittura Eriksen.

Questo restituirebbe serenità ad un tecnico che ha forti ragioni nell’esprimere rabbia per una rosa che sta lottando per vincere e, quando può disporre dei titolari, gioca alla pari con chiunque. Se ha delle assenze (Skriniar, Barella, Vecino) o giocatori che devono rientrare in forma (Sensi e Sanchez) va in grande affanno e patisce squadre ben organizzate come l’Atalanta. Era già accaduto con la Juventus e la Roma.
Nel primo tempo i nerazzurri hanno arginato e contenuto piuttosto bene i bergamaschi, impedendogli di essere pericolosi, ma nel secondo si sono schiacciati, tentando di amministrare, una qualità che non è nelle corde della capolista.

Il problema, come già accaduto in diverse partite della stagione, viene dal netto calo nell’intensità di una formazione che non ha palleggiatori a centrocampo in grado di distribuire la manovra, riuscendo a congelare o far viaggiare i palloni a seconda delle esigenze del momento.
Quando Sensi, come prevedibile, è calato, Brozovic si è trovato isolato e Gagliardini è tornato su uno standard fisico accettabile ma insufficiente per gestire i possessi.

Non a caso, per tutto il match, segnatamente nella ripresa, Lukaku ha dovuto fare la portaerei per tutti i palloni spazzati dalla difesa, mentre i centrocampisti venivano bypassati e la squadra non aveva più energie.
Conte dovrà augurarsi che il mercato gli porti alternative proprio nel reparto più sofferente e in cui sono arrivate le assenze più pesanti. Impensabile che arrivino sia Vidal che Eriksen ma va anche detto che il danese sta giocando male da inizio stagione, mentre il cileno, particolarmente richiesto da Conte, è già pronto e conosce bene il nostro Campionato.

Resta da comprendere se i cali dell’Inter sono dovuti a motivazioni fisiche, tattiche o mentali. Se in campo ci fosse stato il miglior Sensi, insieme a Barella e Skriniar e se Sanchez avesse potuto essere impiegato, invece del deludente Politano, la prestazione sarebbe stata molto più convincente, ma ora i rinforzi stanno arrivando e Conte avrà la sua cavalleria.