E adesso pover’uomo” è il titolo di un’opera dello scrittore Hans Fallada. Il chiaro riferimento è doppio. “E adesso pover Giampaolo?”. Non è stato sufficiente il migliore Milan della stagione per battere un Torino in evidente difficoltà, che, in cinque minuti, ha saputo raddrizzare una situazione che sembrava compromessa.

I rossoneri non faticano a controllare il match, colpevoli solo di non averlo chiuso, a causa soprattutto dell’ennesima prova deludente di Piatek, irriconoscibile rispetto all’infallibile bomber di un anno fa. L’opera dello scrittore svizzero potrebbe essere anche dedicata al tifoso del Milan, che continua a vivere un incubo infinito. Dal sogno di un successo che avrebbe lanciato il pur pallido Milan di inizio stagione a un incredibile quarto posto, che avrebbe rafforzato una autostima piuttosto bassa dopo la sconfitta del derby, ancora una volta allo schianto fragoroso e doloroso di tutte le illusioni.

Dalla possibilità di vivere una serata calda, affascinante, foriera di grandi speranze, domenica contro la Fiorentina, magari davanti a un grande pubblico, alla realtà di una partita ricca di tensioni e pressioni. Ho parlato, qualche minuto, con l’allenatore Giampaolo negli spogliatoi dello stadio torinese. La sua più grande preoccupazione nasceva dal lavorare ora sulla fiducia dei suoi giovani giocatori. La fiducia sul lavoro effettuato in queste settimane, la fiducia sulle scelte del tecnico, la fiducia sulle future prospettive del gruppo.

Uno stato d’animo difficile da mantenere forte dopo un inizio di campionato così burrascoso. Passo ora a fatti concreti. Giampaolo deve essere cacciato in caso di risultati negativi contro i viola e la settimana successiva a Genova? Voglio e devo essere coerente. Ho sempre ripetuto in questi giorni che l’aspetto più sconcertante riguardava il fatto che la squadra, dall’amichevole di Cesena, non fosse progredita di un centimetro sul piano del gioco, sempre lento, prevedibile, macchinoso e poco produttivo. Contro il Torino il miglioramento è stato palese.

Quindi è forse cominciato, nella capitale piemontese, il cammino del vero Milan di Marco Giampaolo, che ha schierato, per la prima volta, tre dei sei acquisti e che, contro la sua natura e le sue convinzioni, è partito subito con il 4-3-3. Uno schema che non rientra nelle sue corde, ma pare l’unico praticabile con l’attuale gruppo di giocatori. Purtroppo, riguardo a questo ultimo punto, forse la mano dell’allenatore non si vedrà mai in questo gruppo, privo di giocatori adatti all’impiego come trequartisti.

Torno alla domanda iniziale. Con Allegri, Spalletti e Ranieri, i nomi dei possibili sostituti secondo i rumors degli ultimi giorni, non è facile ipotizzare una rivoluzione sul piano delle prestazioni o addirittura dei risultati, perché la rosa è questa , il 4-3-3 è questo, le potenzialità sono queste. Purtroppo il Milan deve tenere conto della latitanza del suo centravanti, che è diventato un problema. Lo splendido terminale-uomo della scorsa stagione, fino a marzo però, è scomparso. Non sono così superficiale da giudicare Piatek solo per gli errori commessi sotto porta nel match contro il Toro, ma in generale per le prestazioni da aprile a oggi, amichevoli comprese.

Anche nel finale dello scorso campionato, con un altro allenatore e con altri compagni al suo fianco, “Il Cacciatore di taglie” aveva perso smalto, brillantezza, lucidità e fisicità, ben limitato dai difensori avversari. Quello che è accaduto anche nelle ultime settimane. In perenne difficoltà nel dribbling, poco reattivo sui contrasti, spesso anticipato, l’attaccante polacco è la bianca contro-figura del “Pistolero” di un tempo, ormai a livello zero quanto a fiducia nei suoi mezzi.

Insomma Piatek è in totale crisi, mi auguro non irreversibile, somigliando troppo all’ultimo Bacca e al deludente Kalinic in maglia rossonera. Fino a quando lo aspetterà Marco Giampaolo non è facile immaginarlo, ma è indubbio che ora sorgano dubbi comprensibili sulle sue reali qualità. Se momento passeggero, lungo momento passeggero, o luminosa meteora, lo diranno le prossime partite. Il Milan però non può attendere ancora la risposta!