Sto tornando in un Club che rispetto enormemente e in una città che amo. Lotterò con i miei compagni di squadra per cambiare il corso di questa stagione e farò di tutto per centrare i nostri obbiettivi“. Queste le prime parole di Zlatan Ibrahimovic, parole dal sapore di oro, incenso e mirra. Come uno dei Re Magi, sta già regalando le prime forti sensazioni ai tifosi rossoneri, che lo hanno salutato con dolore sette anni fa, ma che poi, in fondo, hanno sempre sperato fortemente in un suo ritorno.

Il comunicato della tarda sera di un venerdì di festa ha aperto loro il cuore, come le prime parole del Campione svedese. Il Milan è tornato clamorosamente al centro della ribalta internazionale, intanto a livello mediatico, in attesa di rivestire i panni del protagonista nel campionato italiano e sulla scena europea. Accogliamo dunque in modo positivo le prime battute, le facili ironie e gli scontati sarcasmi, perché prima era un Milan tristemente ignorato, caduto nella indifferenza generale, lì nell’angolo dei suoi tormenti.

È stato sufficiente un nome “Zlatan“, un cognome “Ibrahimovic“, un soprannome “Ibra Supremacy” per risollevare l’ orgoglio, le ambizioni di tutto l’ ambiente, che lo attende il 2 gennaio, giorno del suo arrivo. Quando sarà pronto a scendere in campo è presto per dirlo, ma lo aspettiamo già contro il Cagliari in panchina e forse in campo, mentre la Coppa Italia del 15 gennaio dovrebbe festeggiare il suo ritorno sul prato di San Siro.

È però anche l’ultimo articolo del 2019. È tempo di bilanci non certo positivi per il Club milanista. La squadra ha meritato un lusinghiero sette per il girone di ritorno della scorsa stagione. Avrebbe potuto essere addirittura un otto, se avesse centrato il posto in Champions League, suo fino a pochi minuti dalla fine del campionato. Gli ultimi mesi dell’anno hanno però abbassato vertiginosamente la media, a causa delle tante sconfitte, delle poche emozioni, delle brutte prestazioni culminate con la insopportabile batosta di Bergamo.

Insomma un Milan che chiude con una meritata insufficienza il 2019, che ha visto anche la sua formazione Primavera precipitare in serie B. Non raggiunge il sei nemmeno la Società che non ha prodotto significativi incrementi dei ricavi da sponsor e marketing, aumentando di contro i costi, senza rafforzare la rosa della squadra. Certo i paletti del FFP stanno incidendo in modo rilevante, ma non dobbiamo dimenticare che il Fondo Elliott in questo anno deludente ha acquistato giocatori per una cifra vicina ai 170 milioni.

Un investimento ingente con risultati sportivi pessimi. Sono stati cambiati due allenatori, senza che la squadra uscisse dalla mediocrità di una classifica non degna della storia del Milan. Con il pericolo poi che, a giugno, si debba cambiare tutto per l’ennesima volta. Un voto alto invece proprio per i proprietari del fondo Elliott che hanno investito, come detto, cifre esorbitanti sul mercato, stanno pagando ancora le rate dei giocatori acquistati dal gruppo cinese e soprattutto garantiscono la gestione ordinaria sborsando una cifra intorno ai 90 milioni l’anno, quasi duecentomila euro al giorno.

Tornando a esaminare il piano sportivo non è facile giudicare quale sia stato il giocatore dell’anno. Io voto Gigio Donnarumma, dal rendimento sempre elevato, cresciuto ancora sotto il piano della personalità, oggi uno dei leader del Milan. Chiudiamo infine con il giusto augurio di un Felice 2020 a tutti gli appassionati di calcio. La cosa più importante delle cose meno importanti!