Da mercoledì 7 luglio iniziano le grandi manovre dell’Inter. La presentazione di una nuova stagione che parte naturalmente orfana dei giocatori che stanno facendo e hanno fatto l’Europeo, oltre a quelli impegnati in Copa America. È un’alba ancora poco nitida nella sua composizione. La squadra è in allestimento e Simone Inzaghi avrà tempo per conoscere meglio la nuova macchina.

Dopo aver perso Conte, Eriksen e Hakimi in un colpo solo, l’addio ad Ashley Young è parso invece più fisiologico e l’arrivo di Calhanoglu necessario, oltre che ottimo per tempismo e capacità di soluzione.

Oggi però ci sono delle zone grigie che vanno affrontate con decisione, delle curve e dei bivi che mettono la società nella condizione di dover operare delle scelte nette, nonostante le incognite siano diverse.

Il primo caso è quello di Stefano Sensi, dato per partente subito dopo aver visto l’ennesima beffa subita dal giocatore ad un passo dall’Europeo e fermato dall’ennesimo problema fisico. Il dato è che nella sua carriera è stato fermato da infortuni muscolari a ripetizione, ma è rimasto lontano dai campi per un periodo eccessivo rispetto alla reale portata del problema, al punto che Conte ha rivelato in una conferenza stampa che Sensi si porta dietro anche un problema psicologico rispetto alla sua tenuta fisica.

L’anno scorso, tra una stagione e l’altra, sono intercorse solo quattro settimane e due amichevoli. Sul giocatore è stato fatto un lavoro differenziato ma non è stato sufficiente. Quest’anno il tempo a disposizione è molto più lungo e forse può esserci il tempo per lavorare anche su un potenziamento fisico, lavorando sugli errori del passato. Le motivazioni non mancano, perché se miracolosamente Sensi tornasse ad essere disponibile con continuità l’Inter avrebbe un giocatore formidabile.

Il secondo caso è legato a Ivan Perisic. Il croato, prima di contrarre il Covid e subire polemiche per non essersi vaccinato, è stato uno dei due giocatori che ha trascinato la Croazia e con Simone Inzaghi avrebbe la possibilità di giocare in posizione più offensiva. Ha però 32 anni e un contratto pesante ed è pur vero che, se non arrivano offerte allettanti, non vale la pena perdere un altro giocatore di qualità.

Il terzo dubbio è Sanchez. Contratto pesante, tanti infortuni, solo 45 minuti giocati col Cile e poi altro stop forzato. È la terza punta dell’Inter e anche lui ha problemi fisici ormai cronici.
Non è possibile fare un’altra stagione con un giocatore che non garantisce una disponibilità in termini di continuità ed è per questo che si sta tentando il colpo Raspadori.

Il quarto e ultimo punto è legato alla rosa che ad oggi vede Handanovic, Radu, Cordaz, Brazao, Stankovic, Ranocchia, Pirola, Darmian, Bastoni, Skriniar, Dimarco, De Vrij, D’Ambrosio, Gravillon, Nainggolan, Calhanoglu, Lazaro, Dalbert, Perisic, Vecino, Vidal, Brozovic, Agoume, Gagliardini, Barella, Eriksen, Sensi, Sanchez, Esposito, Lukaku, Colidio, Salcedo, Pinamonti, Lautaro Martinez.

Come vedete ci sono dei giocatori che potremmo dare in transito (Nainggolan, Lazaro, Dalbert, Dimarco, Agoumè, Salcedo…) invece è possibile che alcuni di loro possano o debbano fermarsi in nerazzurro. Difficile che accada con Radja e Dalbert, più probabile resti Dimarco, che rappresenta il vero punto di domanda. Ha qualità indiscutibili ma non ancora sufficienti a convincere la dirigenza. La fascia sinistra potrebbe essere sua ma la sensazione è che il suo nome resterà appeso, in attesa di sviluppi dal mercato (Emerson?).

Nel frattempo la nuova Inter sta nascendo e la sensazione è che, per impedimenti economici, punti a conservare quello che ha, anche se con un carico di perplessità.
Chissà che da queste vengano fuori le sorprese più belle.