Sono state settimane da raccontare e anche da tramandare nel mondo delle panchine. Il mercato degli allenatori ha avuto una lievitazione incredibile, ha tenuto molti appassionati con il fiato sospeso. E ha prodotto risultati di spessore: Allegri che torna alla Juve, Spalletti che accetta il Napoli, Gattuso che decide di dire sì al progetto viola di Commisso, Sarri che clamorosamente si accorda con la Lazio. Basterebbe questo poker d’assi per accendere un desiderio, ovvero la quasi certezza che la prossima Serie A ci regalerà emozioni inenarrabili. Ma dobbiamo aggiungere obbligatoriamente José Mourinho, di nuovo tra noi per un nuovo sogno Roma dopo aver lanciato in orbita la famosa Inter del Triplete.

Non possiamo dimenticare Simone Inzaghi che ha lasciato Lotito con il cerino in mano: la sera prima aveva detto sì al rinnovo per poi cambiare idea nella notte e dirigersi verso l’Inter dei suoi desideri. Cosa manca a questo puzzle straordinario? Sarebbe stato bello se proprio Antonio Conte avesse deciso di proseguire dalle parti di Appiano. E forse sarebbe stato più bello se anche Carlo Ancelotti avesse scelto la strada del ritorno a casa, proprio per riscattare il fallimentare periodo di Napoli. Invece, gli hanno dato addirittura il Real Madrid dopo una stagione non bella con l’Everton: molti allenatori (più o meno giustamente) vivono di luce riflessa. E quella Decima conquistata con Florentino Perez al timone varrà per tutta la vita, almeno a Madrid. Così Carletto è tornato a casa, quasi come se si trattasse di un risarcimento. E avrà la possibilità di fare quanto negato allo stesso Conte, proprio perché nello spogliatoio c’era bisogno di prendere un saggio piuttosto che un motivatore troppo esigente.

Andando nel dettaglio, si capisce come il mercato sarà inevitabilmente condizionato dalle clamorose svolte. Allegri e la Juve: Max sarà un po’ manager all’inglese, lo aveva chiesto ad Andrea Agnelli, aggiungendo che sarebbe stato importante non ritrovare Paratici che aveva invocato e ottenuto la sua testa un paio di anni fa. Agnelli lo ha accontentato, Paratici si è consolato con il Tottenham (che non è la Juve), Max indirizzerà le operazioni di mercato, puntando su un paio di centrocampisti (Locatelli piace ma bisogna stringere, Pogba resta il sogno), magari un terzino. E poi bisognerà concentrarsi sull’attacco: tutto dipenderà dalle offerte che porterà Cristiano Ronaldo, non più intoccabile rispetto a un anno fa di questi tempi.

Spalletti troverà a Napoli un organico già competitivo all’80 per cento. Servirà un terzino sinistro di gamba e prospettiva, un centrale difensivo per sostituire lo svincolato Maksimovic, il resto dipenderà dalle cessioni. Ci sono due situazioni da seguire, con la stessa scadenza di contratto (2023), ci riferiamo a Koulibaly e Fabian Ruiz. Ballano almeno 100 milioni, almeno questa è la chiave di lettura di De Laurentiis. Per Koulibaly in passato erano state rifiutate proposte vicine ai 100 milioni, ma erano altri tempi, in caso di conferma bisognerà rivisitare l’impegno con il club come se fosse un legame a vita. Fabian Ruiz piaceva molto all’Atletico Madrid, il resto lo vedremo. Se partissero entrambi, verrebbero adeguatamente sostituti. Spalletti ha comunque uno zoccolo duro importante, con i vari Zielinski, Osimhen e Lozano, il portiere sarà indiscutibilmente Meret, il nodo resta Insigne che chiede almeno 5 milioni a stagione sapendo che il suo impegno con il Napoli scadrà nel 2022.

Gattuso e un doppio salto a Roma si impongono. Ringhio ha avuto garanzie da Commisso per una Fiorentina molto competitiva, quasi ribaltata. Ci sono le certezze come Vlahovic (indipendentemente dal rinnovo), Castrovilli, Amrabat, Bonaventura, Pulgar e compagnia, bisogna individuare un leader per il centrocampo (Sergio Oliveira è molto più di una speranza) magari in compagnia di esterni offensivi di gamba e qualità tecniche (Guedes nel mirino). Mourinho ha firmato in tempi non sospetti per la Roma, avrà quelle quattro o cinque pedine necessarie per l’invocata competitività, tenendo conto che tornerà Zaniolo e non si tratta certo di un due di briscola. Sarri è il fascino della nuova Lazio rivoluzionaria, il Comandante in nome della trasgressione e con una precisa inversione rispetto al 3-5-2 proposto negli anni da Simone Inzaghi. Insomma, il mercato ci regalerà tante sorprese ma intanto gli acquisti top sono stati fatti per garantire alle rispettive panchine una grande competenza. Non è una semplice base di partenza, piuttosto una svolta quasi epocale.