Sguardi ammiccanti e attenzioni non sono mai mancati in questi anni, al sentimento d’altronde non si comanda. Questione di cuore. A maggior ragione poi se la storia d’amore vissuta in precedenza è stata intensa, ricca di soddisfazioni e momenti destinati a rimanere eterni. Fibrillazione bianconera. Una cotta giovanile durata dal 2012 al 2016, anni in cui Paul Pogba e la Juventus sono cresciuti insieme fino a diventare grandi: il centrocampista – arrivato giovanissimo a parametro zero dal Manchester United – si è imposto come uno dei migliori interpreti al mondo nel ruolo, mentre i bianconeri sono tornati definitivamente protagonisti in Italia e in Europa anche grazie al francese. Quattro scudetti vinti in altrettante stagioni insieme, coppe nazionali e il rimpianto di una Champions League sfiorata nella finale persa contro il Barcellona nel 2015.

Nell’estate del 2016 però quella splendida relazione giovanile con la Juventus lascia il posto, almeno nelle intenzioni, a un amore più maturo chiamato Manchester United. Pogba torna nel club che lo ha lanciato con tanta voglia di riscatto, un ricchissimo contratto in tasca e l’accoglienza da sogno da parte di tutto l’ambiente Red Devils. Presupposti che fanno sognare in grande, ma che invece nel tempo si trasformano in un boomerang. Tra Pogba e lo United non funziona e il francese ne risente, in campo e fuori. “Ho sofferto di depressione, i primi episodi si sono verificati negli anni di José Mourinho allenatore. A volte capita di non sapere di essere depresso, vuoi solo isolarti e stare da solo; quelli sono segni inconfondibili. Con la nazionale francese gioco nel mio ruolo, sento la fiducia dell’allenatore e dei compagni. Al Manchester è difficile essere coerenti quando si cambia spesso posizione e sistema di gioco. Spesso mi chiedo quale sia davvero il mio ruolo nei Red Devils”, le ammissioni dello stesso Pogba in un’intervista a Le Figaro dello scorso marzo.

Segnali inequivocabili di come la fine della sua avventura allo United sarebbe coincisa con la scadenza del contratto a giugno 2022. Previsione successivamente confermata e motivi di un addio lasciati chiaramente intendere in più occasioni da parte dello stesso Pogba. “Tutti vogliono sentirsi amati, tutti ne hanno bisogno. Crescendo è sempre bello sentirsi gratificati. Se sono in sintonia prima di tutto con la squadra, con i tifosi, con il club che ti conosce e ti ama, io come tutti i giocatori posso dare il meglio. Se sei libero mentalmente ti diverti e rendi al meglio”, l’ammissione del francese, con riferimento per nulla velato all’affetto e all’amore che tutto il popolo della Juve gli ha sempre dimostrato nei suoi anni in Italia. Perché, nonostante l’addio, Pogba alla Torino bianconera è sempre rimasto legatissimo. Al cuore d’altronde non si comanda, anche davanti a offerte faraoniche.

La vera svolta per il ritorno di Pogba alla Juventus c’è stata tra fine aprile e inizio maggio, quando i bianconeri – da sempre vigili sul giocatore  e la sua situazione contrattuale –  hanno mosso i primi passi concreti per riportarlo nella “sua” Torino. Segnali che il francese ha memorizzato e tenuto bene in considerazione nelle sue valutazioni. Se da una parte lo United era pronto a un rinnovo milionario, dall’altra il pressing del Psg lo ha fatto traballare eccome, tanto che a un certo punto il club francese era convinto di averlo in pugno e non solo per il ricchissimo contratto messo sul tavolo. Alcune vicissitudini interne al club, il caos creato con il cambio dei vertici tecnici e dell’allenatore hanno però favorito la pista Juve. Destino che in questo caso sembra aver preferito i colori bianconeri per Pogba.

Il resto è storia recente: la voglia di Juve – che gli ha subito messo in chiaro la centralità nel progetto tecnico di Allegri – di Pogba ha fatto la differenza e a quel punto trovare la quadra economica è stato l’ultimo dei problemi. Se l’intesa di massima era già stata raggiunta nei giorni scorsi, nell’incontro tra l’agente del calciatore, Rafaela Pimenta, e i dirigenti bianconeri di giovedì è stato definito nel dettaglio ogni aspetto del suo contratto (che dovrebbe essere triennale con opzione o direttamente quadriennale) e da quel momento è partito il countodwn per il suo ritorno alla Juve. Ancora qualche giorno di attesa però: per motivi fiscali l’ufficialità arriverà solo dal 1° luglio in poi. Data da cerchiare in rosso. O meglio in bianconero: quei colori che Pogba ha desiderato più di qualsiasi altra cosa.