Che notte questa notte! Complice tutto ciò che ci è capitato negli ultimi tre mesi, l’attesa per la finalissima di Coppa Italia a Roma è altissima. Non ci spingiamo a parlare di paragoni con le notti europee di Champions League, ma di sicuro il peso della coppa nazionale è cresciuto tantissimo nelle ultime stagioni, grazie anche ad una formula che spinge alle sfide dirette fra le grandi del nostro campionato. Questa sera, però, è tutto diverso. Anche se nel deserto dello Stadio Olimpico, l’assegnazione del primo trofeo dell’era post-Covid 19, infatti, rende la Coppa Italia 2020 un traguardo dal peso eccezionale, sia per il Napoli che per la Juventus. Non è il trofeo consolazione di tante edizioni del passato, ma una Coppa in grado di dare un senso all’intera stagione.

Non mi dilungherò in questa sede sulla Juventus, che pure può ancora puntare sia allo scudetto che alla Champions League. Ci limiteremo a ricordare che anche per i Campioni d’Italia la sfida di questa sera rappresenta un passaggio delicatissimo. Soprattutto perché prima finale bianconera di Maurizio Sarri, chiamato a dare una risposta immediata, degna del blasone della sua nuova squadra.

Proprio quel Maurizio Sarri, percepito da una larga fetta di tifosi del Napoli come un quasi-traditore. Proprio lui, il comandante della grande sfida alla Juventus, passato all’avversario di una vita. Per tanti altri sostenitori azzurri, il tecnico toscano resta un grandissimo rimpianto, ma con l’avvento di Rino Gattuso le fila dei nostalgici si sono di molto assottigliate. L’allenatore calabrese ha l’approccio psicologico, la grinta innata, il passato e anche le origini meridionali per farne un potenziale idolo del popolo napoletano. Capace di scalzare l’ingombrante passato Sarriano.

Certo, sono sempre i risultati a definire fortune e sfortune del calcio, quindi questa sera Rino e la squadra avranno un’occasione gigantesca. Non solo di rimettere in carreggiata una stagione nata malissimo, ma addirittura di trasformarla in un dolcissimo ricordo e in un fondamentale punto di ripartenza, verso più grandi successi futuri. La finale di Coppa Italia, come tutte le finali, sarà certamente una questione tecnico-tattica, ma si comincerà a vincere o perdere nell’approccio mentale ad una sfida delicata e ricchissima di incognite.

Non si tratta di considerare il Napoli favorito o sfavorito, anche se il pronostico non può oggettivamente prescindere da una leggera prevalenza per i bianconeri. La chiave di volta sarà la convinzione del gruppo di poter fare la partita decisa dall’allenatore, con il piano tattico studiato per togliere certezze alla Juventus. Il Napoli sa di avere le armi per colpire i Campioni d’Italia, ma anche di dover avere un approccio agonisticamente feroce, per chiudere anche solo momentaneamente il gap tecnico con una squadra fortissima e dalla panchina profonda come nessun’altra in Italia.

Le motivazioni sono enormi per tutti, ma il Napoli deve sentire cosa significherebbe per la città vincere questa sera. Dovrà, insomma, gestire la pressione, senza finirne schiacciato. Un delicatissimo equilibrio, che potrebbe regalare un urlo di gioia nel deserto a Rino Gattuso, al gruppo e a tutto un popolo.