Il vocabolario del calciomercato solitamente recita così: al capitolo “centrocampo e dintorni” è importante avere qualche interprete di primissimo piano. Non soltanto il Pirlo di una volta, lo stesso che si metteva davanti alla difesa e ricamava senza soluzione di continuità. Ma anche gente di sostanza, di qualità, di cemento armato, in grado di garantire quella fisicità necessaria per la svolta. Milan e Roma hanno ragionato in questo senso, giocando d’anticipo, e sono sul punto di chiudere operazioni che necessitano degli aspetti burocratici e formali (visite, firme, eccetera). Stiamo parlando di Renato Sanches per i rossoneri e Nemanja Matic per i giallorossi. Il portoghese che rileverà l’eredità di Franck Kessie, il serbo che ritrova Mourinho dopo averlo conosciuto ai tempi del Chelsea. Sulla carta potrebbero giocare in coppia con risultati assicurati, in realtà staranno bene dove presto saranno, per un salto di qualità in carriera che soprattutto nel caso del portoghese era atteso da tempo. E con tutto il rispetto per il Lille che gli ha consentito di ritrovare smalto, continuità, cancellando l’etichetta di “eterno incompiuto”.

Renato Sanches è perfetto per il Milan, qualsiasi considerazione diversa non sarebbe ben accetta. È giovane, deve ancora compiere 25 anni, ha esperienza internazionale, può coprire più ruoli (da trequartista spesso lascia il segno) anche se da mezzala diventa devastante. Ideale per il 4-3-3 o per il 4-2-3-1 che poi sono i due moduli di riferimento di casa Pioli. Un vecchio inseguimento partito addirittura nel 2017, circa cinque anni fa, quando Elliot non si era ancora insediato e le operazioni del mercato rossonero venivano condotte dal tandem Fassone-Mirabelli. Inviati speciali a Monaco di Baviera perché Renato giocava nel Bayern e aveva un allenatore, Carlo Ancelotti, che era riuscito a convincerlo a mettere il Milan in cima alla lista. Non ci sarebbe voluto tantissimo, considerato il blasone del club, ma due paroline ben spese da Carletto avrebbero avuto il potere di fare la differenza. Trattativa a un centimetro dalla definizione, poi la brusca frenata: poco dopo il trasferimento allo Swansea, ulteriore conferma che il Bayern se ne sarebbe voluto liberare non considerandolo più un potenziale titolare. Lo Swansea per ripartire, il Lille per rinascere, ora Renato è uno dei migliori centrocampisti in Europa nel suo ruolo. Il contratto in scadenza tra un anno consentirà al Milan di spendere una cifra relativamente bassa in rapporto al suo valore, dai 15 ai 20 milioni. Hanno fatto molta, troppa, filosofia sulle sue richieste di ingaggio addirittura da 6 o 7 milioni a stagione, fantasie metropolitane. La presenza di Jorge Mendes, lo stesso agente che tutela gli interessi di un certo Rafael Leao, ha permesso di trovare la totale quadratura. Il Milan non rimpiangerà Kessie, anzi, si tratta molto più di una semplice sensazione.

Nemanja Matic è un rimpianto di Mourinho che adesso si trasforma in un ritorno al passato con vista sul futuro. In queste ore Matic è già a Roma per le visite e la firma sul contratto annuale con opzione. Special One era al Chelsea quando fu costretto a memorizzare la cessione del gigante serbo al Manchester United. Lo avrebbe ritrovato proprio nella casa dei Red Devils: lo avevano chiamato per completare il giro dei grandi club, una specialità del portoghese. Mourinho apprezza Nemanja per il suo senso di appartenenza, per la fisicità a centrocampo, per la personalità e per le sue incursioni improvvise. Già la scorsa estate era stato uno dei primi nomi che aveva fatto a Tiago Pinto: si era appena insediato nella Capitale e aveva messo Matic in cima alla lista. Soltanto che eravamo all’interno dell’ultimo anno di contratto con il club inglese, sarebbe stata una salita non soltanto per l’ingaggio ma anche per la richiesta del cartellino. Non a caso negli ultimissimi giorni il Manchester United si è congedato da personaggi illustri, tutti in scadenza di contratto: Matic è in buona compagnia, visto che saluteranno Pogba (promesso sposo della Juve) e Cavani. A quel punto per Mourinho è stato semplice balzare sulla preda: ha mantenuto i contatti con il colosso serbo, ha strappato subito il sì, ha anticipato la concorrenza perché si erano materializzati altri tre club, non tutti europei. Matic ha 34 anni e non può essere considerato nel periodo migliore della carriera, il meglio l’ha dato. Ma un altro paio di stagioni ad alto livello li può fare e su questo aspetto punta Mou.

La Roma doveva dimenticare Mkhitaryan, che comunque ha un altro ruolo e che ha scelto l’Inter, e ha centrato un altro parametro zero. Il resto verrà, con alcuni nodi da sciogliere, in primis quelli che chiamano in causa Veretout e Zaniolo. Ma deve nascere una squadra a immagine e somiglianza dello Special One, a maggior ragione dopo aver vinto la Conference League e sulla strada che deve portare come minimo alla conquista di un piazzamento Champions. Matic è il primo, significativo biglietto da visita.