La bomba che scuote il calciomercato estivo e chiude per sempre una delle ere più belle e vincenti della storia del calcio arriva precisamente alle 19.46 di giovedì 5 agosto. “Leo Messi no seguirá ligado al FC Barcelona”, scrive l’account Twitter del club catalano. Traduzione scontata, nonostante tutti abbiano riletto più volte quelle poche parole per accertarsi che non si trattasse di errore. Tutto vero, incredibilmente vero.

Perché tra il Barcellona e la Pulce la storia d’amore sembrava destinata a continuare, tanto che l’argentino era volato con un aereo privato in Catalogna per siglare il rinnovo contrattuale – il precedente accordo era scaduto lo scorso 30 giugno – con l’intesa trovata dopo mesi di trattative anche grazie alla decurtazione dell’ingaggio accettata dal calciatore. Invece no, il semaforo rosso arriva dalla Liga e il Barcellona lo specifica senza troppi giri di parole: “Pur avendo raggiunto un accordo tra FC Barcelona e Leo Messi e con la chiara intenzione di entrambe le parti di firmare oggi un nuovo contratto, lo stesso non può essere formalizzato a causa di ostacoli economici e strutturali (regolamento spagnolo LaLiga)”. Stop, fine della storia. La stessa che adesso ha come nuovo protagonista il Psg, pronto a celebrare il matrimonio con Leo Messi.

Cos’è e come funziona il salary cap in Liga

Ma andiamo con ordine. Perché la Liga non ha permesso al Barcellona di depositare il contratto di Leo Messi? Questione di salary cap, ovvero il “limite di costo della rosa sportiva” che consiste in un tetto massimo di spesa – che riguarda diverse voci e comprende anche i costi degli ingaggi – che ogni club spagnolo propone nel rispetto del budget a disposizione e che l’Autorità di convalida della Liga può approvare o rettificare al ribasso. Una cifra prestabilita che La Liga impone di non sforare a ogni singolo club facendo così in modo che non venga intaccata la stabilità finanziaria delle società. Un margine di spesa che il Barcellona ha visto quasi dimezzato nel giro di un anno anche a causa degli effetti della pandemia, con la Liga che ha fissato il nuovo tetto salariale per il Barça a 347 milioni di euro. Una cifra che faticava a contenere uno stipendio come quello che avrebbe dovuto percepire Leo Messi. “Vi do un’idea precisa: per avere 25 milioni di stipendi dobbiamo liberarne 100. Contando quanto pianificato con Leo, eravamo arrivati al 110% della massa salariale rispetto al reddito del club. È una conseguenza degli investimenti eccessivi che sono stati fatti in passato”, ha aggiunto un dispiaciuto Laporta in conferenza stampa.

Laporta: “Leo voleva rimanere, ma i conti del club non lo permettono”

Laporta ha poi aggiunto: “Non voglio regalare false speranze, ci abbiamo provato ma non siamo riusciti a trovare un accordo. La trattativa per il rinnovo è finita. Leo voleva rimanere nel Barça e noi abbiamo fatto di tutto per trattenerlo, ma non è stato possibile. Messi ha altre proposte e ha bisogno di tempo per trovare un nuovo club”. Il presidente blaugrana spiega le ragioni del divorzio: “I motivi per cui si è arrivati a questo punto dipendono dalla situazione economica del club e dal peso economico del giocatore. Avremmo voluto sostenere questa spesa, ma non abbiamo margini salariali. Abbiamo così deciso di prendere l’unica strada possibile per evitare di mettere a rischio il club. Il Barcellona ha la priorità su tutto”.

Psg-Messi, promessi sposi

E adesso dove giocherà Messi nella prossima stagione? Nel futuro del fenomeno argentino ci sarà il Psg, quella che fin da subito è apparsa come la destinazione quasi “naturale”. I francesi – subito dopo l’ufficialità del divorzio tra il calciatore e il Barça – hanno avviato i contatti fino ad arrivare a un dialogo sempre più insistente che ha portato a un accordo faraonico nella tarda serata di venerdì, tutto nel giro di 36 ore circa. Messi firmerà un contratto biennale da 30-35 milioni (bonus inclusi) di euro netti a stagione più opzione per un terzo anno, con la trattativa che è in fase così avanzata che sono già state avviate le pratiche assicurative. Psg dunque a un passo dal realizzare il sogno (di calciomercato) più grande, dopo un’estate ricca di botti, da Donnarumma e Hakimi fino a Sergio Ramos. Ora un nuovo tassello, il diamante più prezioso. Messi dal canto suo è rimasto molto intrigato dal Psg e non solo per una questione economica: a Parigi sarà il perno centrale di un progetto ambizioso e vincente (quello che ormai non riscontrava più nel Barça) e proprio qui ritroverà l’amico Neymar, con cui ha giocato e vinto in blaugrana. Oltre a Mbappé (Pochettino ha confermato che resterà), per un tridente da sogno. Pronto, questione davvero di poco, a trasformarsi in realtà.