Kaio Jorge alla Juve è un inseguimento lampo, concretizzatosi in pochi giorni con sorpasso un chilometro prima del traguardo. La Juve cercava un attaccante giovane, non voleva scaricare il budget, ha saputo aspettare. E alla fine la pazienza è stata premiata con un’operazione di spessore non soltanto per il valore dell’attaccante, ma anche e soprattutto per gli esborsi. Tre milioni più altri minimi incentivi, con l’aria che tira e i pochi soldi a disposizione è un autentico colpo. Sappiamo come funziona oggi, pur in presenza di bilanci spesso soffocati dalla pandemia.

Quando prendi un attaccante, ti concedono lo sconticino ma non di più perché nessuno vuole fare minusvalenze, a costo di aspettare sessioni di mercato migliori e con maggiori margini di manovra. Il Santos non è un club di sprovveduti, anzi, ma ha bucato clamorosamente la fase di atterraggio. Ha trattato il rinnovo, pensando che ci fossero margini per convincere il ragazzo sul piano del sentimento e dell’attaccamento ai colori sociali. Ha bucato clamorosamente perché il Santos non ha intuito che oggi vince il business, a maggior ragione quando hai un manager (Bertolucci) e un entourage che non vedevano l’ora di farlo sbarcare nell’Europa che conta.

Cosa che accadrà nei prossimi giorni: programmate le visite con il club bianconero, poi Kaio Jorge potrà fare un bel bagno di Juve, nel senso più proficuo del termine, e calarsi in una realtà completamente diversa da quella che ha vissuto fin qui. L’ambientamento molto spesso conta più del talento, sarà decisivo inserirlo senza inondarlo di responsabilità. Siccome il talento è fuori discussione, la “fase uno” è decisiva per poi passare al raccolto.

Due società hanno provato ad anticipare la Juve, prima di essere scavalcate ancor prima del fotofinish. Il Benfica ha promesso cinque milioni e pensava di avere una posizione di privilegio perché nessuno, a pochi mesi dalla scadenza del contratto, avrebbe messo così tanti soldi a disposizione del Santos. Ma anche in Portogallo sono stati abbastanza ingenui: sono andati dal club di riferimento, dimenticando che il passaggio fondamentale – in una situazione contrattuale simile – sarebbe stato quello di trovare l’accordo sull’ingaggio.

Quando il Santos ha bussato a casa del famoso Bertolucci, ha trovato le porte sbarrate dalla Juve. Il Milan aveva proceduto a fuoco lento, impostando ma non perfezionando l’intesa con gli agenti. I rossoneri stanno cercando un profilo di gran talento da affiancare ai veterani Ibrahimovic e Giroud, sarebbe stato la soluzione ideale ma ancor prima di capire il discorso ingaggio si sono abbassate le saracinesche. Certo, il Milan non si strapperà i capelli e proseguirà la sua caccia altrove, ma di sicuro sarebbe stato un colpo significativo.

Dopo la proficua fase di accerchiamento, la Juve ha lasciato la palla al Santos. Due strade praticabili a scelta, in ogni caso per il club di Agnelli sarebbe stato un successo. La prima soluzione: tenere Kaio Jorge in Brasile fino alla conclusione del contratto, forte dell’accordo economico pubblicizzato attraverso una lettera ufficiale mandata al Santos. A quel punto l’attaccante sarebbe sbarcato a Torino per la sessione di gennaio. Oppure la possibilità di versare un indennizzo, i famosi tre milioni e dintorni, per chiudere la pratica immediatamente e senza troppi giri di valzer. Il Santos non aveva scelte, spalle al muro: meglio un minimo indennizzo subito che zero tra pochi mesi. La storia assomiglia al famoso proverbio rivisitato: se sei sicuro dell’uovo oggi prendilo perché la certezza di avere la gallina domani non c’è.

Questa tangenziale in fondo è la migliore per la Juve: giusto che il ragazzo arrivi subito, potrà conoscere meglio la nuova realtà, capire i pro e i contro, senza correre contro il tempo. La sessione di gennaio per qualsiasi sudamericano ha spesso avuto l’effetto boomerang perché la stagione è al via da diversi mesi e nessun allenatore ha necessità di forzare nuovi innesti che arrivano da un altro calcio – completamente diverso dal nostro – e che hanno bisogno di acclimatarsi.

Un ultimo aspetto è illuminante: la Juve ha tutto da guadagnare perché non ha investito cifre straordinarie. Ci sono stati precedenti che hanno lasciato il segno: l’Inter prese Gabigol mettendo a disposizione del Santos una cifra superiore ai 30 milioni più eventuali e varie; il Milan diede 35 milioni più bonus al Flamengo per Paquetà, un’iniziativa firmata Leonardo che non ebbe un grande successo, anzi. Nessuno mette in discussione le qualità di entrambi, infatti nelle successive esperienze hanno dimostrato il loro talento. Ma evidentemente non erano pronti per il campionato italiano e torniamo al solito discorso di ambientamento e situazioni collegate. La Juve lo ha preso per tre milioni più qualche altro piccolo incentivo, lo farà arrivare ad agosto, saprà come gestirlo. Se dovesse andare male, non sarebbe un rimpianto per le cifre investite. Ma se dovesse andare benone, sarebbe un’operazione da leccarsi i baffi. Ecco perché Kaio Jorge, in bianconero quasi a zero, è un colpo.