Definirlo un talento è limitativo, sono lampi di gran classe nel segno della continuità che fanno di Florian Thauvin un autentico crack nel suo ruolo. Se poi dovessi avere la fortuna e la bravura di prenderlo a parametro zero, bisognerebbe organizzare una cerimonia con la consegna di una medaglia. Perché stiamo parlando di un quasi ventottenne che, in condizioni di normalità, avrebbe una valutazione di certo non inferiore a 40 milioni.

L’Olympique Marsiglia corre il serio rischio di perderlo senza incassare un euro: se ci fosse un amatore a gennaio (e ce ne sono), potrebbe mettere sul tavolo qualche milione per limitare i danni del club francese. Ma da febbraio Thauvin potrebbe firmare per chiunque, a tre o quattro milioni di ingaggio a stagione. E per il Marsiglia non sarebbe di sicuro la strategia perfetta.

Nei giorni scorsi, sull’argomento, è intervenuto Paolo Maldini, non nascondendo l’interesse e il gradimento per il giocatore. Villas Boas non ha gradito e non l’ha mandata a dire, ma fa parte del gioco. Thauvin è la via di mezzo tra il giovane promettente, desideroso di fare carriera, e l’ultratrentenne che si gioca le ultime stagioni prima del capolinea. Se parliamo di Ibrahimovic, in questo caso l’ultratrentenne sembra un ventottenne e la presenza di un Thauvin non potrebbe che fargli bene.

Con tutto il rispetto per i trequartisti o gli esterni offensivi che in questo momento indossano la maglia rossonera con un rendimento proficuo e tale da aver portato il Milan in testa alla classifica. Se prendesse Thauvin, lo stesso Maldini brinderebbe al primo affare a parametro zero della sua giovane carriera da dirigente. Un parametro zero deve essere un fiore all’occhiello, un’operazione da fare, c’è chi ci ha vissuto di rendita negli ultimi dieci anni, per esempio portando Pogba alla Juve. E il Milan inaugurerebbe simile classifica con un ottimo colpo.

Thauvin non è un fuoriclasse, quello lo sono in pochi sulla faccia della terra, ma è un grande giocatore. C’è una differenza, non certo sottile, ma che comunque tende egualmente a evidenziare le doti di un ragazzo che ha già pagato dazio (leggi infortuni) alla buonasorte. E che adesso non vuole sbagliare il prossimo contratto, quasi come fosse un risarcimento rispetto alle grandi problematiche (caviglia e schiena) che hanno messo a repentaglio il presente ma soprattutto il futuro. Adesso Florian sta bene e chi lo prende chiude un vero affare.

Lo scorso agosto (inoltrato) il suo nome era finito sul taccuino dell’Atalanta. E quando si muovono gli uomini mercato di Percassi evidentemente hanno già fiutato il colpo e sono operativi per bruciare la concorrenza. Dovevano scegliere tra Thauvin e Miranchuk, entrambi con il contratto in scadenza, e andarono sull’esterno in uscita dalla Lokomotiv Mosca probabilmente per non crearsi troppi scrupoli legati all’infortunio e alle condizioni che avrebbero creato qualche punto di domanda. C’erano stati sondaggi forti, approfonditi, della Roma e il Milan aveva chiesto le prime informazioni pur essendo abbastanza coperto in quel ruolo.

Ma è normale pensare che tra un Castillejo in uscita e un Thauvin in entrata il salto di qualità sia enorme, evidente, significativo, legittimo. Sarebbe un modo per Thauvin di salire sull’autobus giusto, stavolta senza il pericolo che possa diventare un flop. Aveva lasciato il Marsiglia nel 2015, era stata accettata una proposta del Newcastle da 18 milioni che sembrava quella giusta per entrare nel mondo dorato della Premier dalla porta principale.

Invece no, non fu un successo, Thauvin rientrò al Marsiglia perché molto spesso si torna a casa quando aspetti il salto di qualità e non riesci a centrarlo. E da quel momento ha avuto inizio una sfida nei riguardi di se stesso, con l’orgoglio di chi si è sentito un po’ respinto dal mondo diverso che avrebbe dovuto consentirgli il salto definitivo verso la gloria. Quella gloria che ha avuto nel 2018 diventando Campione del Mondo con la sua amata Francia: e cosa volete che sia che abbia giocato soltanto qualche spezzone in quella prestigiosa manifestazione? Conta esserci, in un gruppo che entra nella storia, e Florian c’era – eccome – con l’orgoglio di chi non vedeva l’ora di entrare nella galleria destinata a chi ha scalato le montagne conquistando la cima.

Nel calcio i paralleli e i paragoni sono spesso blasfemi, l’importante è aggirarli facendo finta di nulla. Thauvin è stato accostato ai più grandi, per molti doveva essere il nuovo Ribery, che poi dire “doveva” a un quasi ventottenne sembra quasi irriverente e con poco rispetto, ha ancora mezza carriera davanti. Lui è cresciuto nel mito di Ronaldinho, davvero il riferimento, l’idolo, quello che ti faceva addormentare felice ogni notte. Le sue qualità sono chiare: mancino puro, può giocare in tutti e tre i ruoli del tridente.

A destra per scoprire le sue doti con il piede invertito, forse sarebbe la soluzione migliore. Centralmente, il classico trequartista proprio alla Ronaldinho, per mettere la fantasia al servizio della prima punta e per provare ovviamente le soluzioni personali. A sinistra, proprio alla Ribery, non con il piede invertito ma nel rispetto del suo mancino naturale. Basta scegliere, come se fosse una busta dal contenuto garantito: la uno, la due o la tre, dentro sicuramente ci saranno tante belle cose che aiutano un allenatore, una squadra ambiziosa e una tifoseria che intende sognare.

Ci sono ruoli scoperti che vanno esaltati con le migliori scelte possibili. Anche e soprattutto quando parliamo di calciomercato, ci vuole l’ispirazione e un portafoglio importante, non sempre le due cose coincidono. Devi avere un gran portiere, un difensore centrale ispirato, un regista di qualità, un attaccante bravo a portare a casa almeno 15 gol e un trequartista/esterno offensivo di livello. Se quest’ultimo ruolo lo affidi a Florian Thauvin, sai di affidarti in buone mani.

Se poi arrivi al risultato senza esborso di cartellino, magari pagando un rispettabilissimo ingaggio da tre milioni a stagione, il buon affare diventa in automatico un grande affare. Ecco perché Thauvin a parametro zero sarebbe un colpo di grande effetto, di assoluta qualità e dal rendimento assicurato. Non a caso chi ci sta pensando, Milan in testa, ha acceso i motori. Nella speranza di avere la “benzina” giusta per bruciare la concorrenza.