A volte ritornano, per non dire spesso, perché funziona così: la nostalgia è canaglia. E così Lucas Torreira e Tiemoué Bakayoko riscoprono il dolce gusto della Serie A: era la loro prima scelta. Per l’uruguaiano – la Fiorentina nel destino – si tratta di un revival da quando andò sull’ascensore, spinse fino al ventesimo piano e lasciò la Samp per sposarsi con l’Arsenal. Matrimonio difficile, difficilissimo, la Premier League non è il campionato migliore per le sue indiscutibili caratteristiche. Soprattutto dal punto di vista della fisicità, passaggio essenziale per essere un top a quelle dimensioni.

Baka è un’altra storia: ha assaggiato il Milan in tempi non sospetti, voleva riprovarci già qualche sessione di mercato fa ma poi spuntò il Napoli. In Campania ci sarebbe tornato, anche senza Gattuso (l’allenatore che lo aveva guidato proprio al Milan e che lo aveva voluto a ogni costo), ma quando ha intuito che dalla sponda rossonera avrebbero bussato presto per lui si è messo sulla sponda del fiume e ha aspettato soltanto che ci fossero le sponde migliori per celebrare il suo matrimonio bis. La famosa fisicità, che Torreira non ha, è la qualità principale di Baka: se ipoteticamente un giorno decidessero di giocare in coppia, di sicuro sarebbe un bel tandem.

Torreira ha 25 anni e in Italia è arrivato quando ne aveva 14, in pratica è come se fosse casa sua. Il Pescara come trampolino, gli occhi della Samp addosso, un trasferimento convinto e un rendimento straordinario. Al punto che sarebbe stato automatico restare in Serie A se non si fosse ripetuta la stessa storia di Marco Verratti ai tempi di Pescara: tanti club fortemente interessati e la relativa frenata quando bisognava mettere le mani in tasca per un’offerta congrua. La Samp non se ne sarebbe liberata per meno di 30 milioni, dalle nostre parti avrebbero messo a disposizione una contropartita tecnica più cash, proposte insufficienti per andare a dama. L’Arsenal non ci pensò un minuto, per loro 30 milioni uno dietro l’altro sono come 100 euro per una persona normale, e l’affare si chiuse in poche settimane. Luglio 2018: Lucas in Premier, la felicità, metronomo di un club così prestigioso e chissà quante soddisfazioni all’orizzonte. Torna tre anni dopo, con 12 mesi di ritardo rispetto a quanto avrebbe voluto farlo: l’estate scorsa ci avevano provato proprio la Fiorentina e il Torino, ma eravamo in piena pandemia e i Gunners non lo avrebbero certo regalato. Nelle ultime ore di quella sessione di calciomercato andò all’Atletico Madrid in prestito, ma si sarebbe trattato di un parcheggio senza la minima soddisfazione. Rientrato all’Arsenal, ha espresso un desiderio: “Datemi la Serie A, altrimenti impazzisco”. Le virgolette così estremizzate sembrano un’esagerazione, in realtà rappresentano la sintesi perfetta. La Fiorentina lo prende per poco più di un milione di prestito oneroso con diritto di riscatto a 15. Un’operazione onesta, anche conveniente, che consegna a Vincenzo Italiano un signor interprete del ruolo. Le motivazioni sono tutto, la tecnica non si discute e l’intelligenza tattica neanche: il ritorno in Italia sarà la scorciatoia migliore per rivedere il Torreira che conosciamo a memoria.

Bakayoko probabilmente mai sarebbe andato via dal Milan: una stagione appena dal 2018 al 2019, il feeling con Gattuso, il ritorno al Chelsea che poi lo avrebbe mandato al Monaco, proprio il club che gli aveva consentito di fare il grande salto verso la celebrità e verso i Blues. La verità è che, da quel trasferimento che doveva cambiargli la vita, Baka non ha avuto mai pace. Eppure avrebbe avuto le caratteristiche, tecniche e soprattutto fisiche, per imporsi a Londra. Ma in questi casi funziona sempre in un modo: se sbagli il primo passaggio, se non dimostri di essere degno della Premier e di aver archiviato la Ligue1, diventa tutto un grosso problema. Gattuso, che ha un eccellente rapporto con lui, lo convinse a tornare in Italia per accettare il Napoli, proprio l’estate precedente il Milan era stato vicino a trattenerlo – soddisfatto della prima esperienza in rossonero – ma non ci riuscì. Alla fine sono quei corsi e ricorsi che fanno la differenza perché ora ai rossoneri serve un profilo con queste caratteristiche: Kessie è infortunato e comunque a gennaio sarà assente per la Coppa d’Africa, lo stesso discorso che coinvolge Bennacer. E così uno come Bakayoko sarà fondamentale ora per le rotazioni a centrocampo, figuriamoci tra qualche mese.

Operazione intelligente, prestito leggermente oneroso con diritto di riscatto. Operazione alla Torreira, senza svenarsi ma sapendo di poter riprendere uno specialista dal rendimento affidabile e che ha già le chiavi di Milanello, conosce come funziona e non avrà bisogno di chissà quale tipo di ambientamento. Nostalgia canaglia per due ragazzi di sentimento, entrambi sul punto di rientrare alla base.