È un Ferragosto sospeso per il Napoli. Alla caccia di un’identità, pochi giorni dopo la fine di una stagione lunga, tormentata, strana per tanti aspetti. Sospeso fra una ricostruzione inevitabile e un futuro che passa anche da dolorosi addii. Proprio questi ultimi sono da rendere non solo il più sopportabile possibile, ma soprattutto funzionali. La rinuncia a Kalidou Koulibaly e ad Allan (forse anche, ed è più sorprendente, all’ottimo Maksimovic di questa stagione) è nell’ordine delle cose. Pensando al fratello del brasiliano visto in campo di recente, persino salutare. Uscite, però, da studiare nel dettaglio, come tassello di una nuova identità, non un semplice modo per far cassa. Il punto, insomma, non è solo vendere bene, mai troppo facile quando tutta Europa sa che vuoi cedere alcuni gioielli di famiglia, ma vendere in prospettiva.

Avere una strategia, conta molto di più di lanciare un’asta per KK o altri giocatori ancora dall’ottimo mercato. Una garanzia in tal senso è rappresentata da Rino Gattuso, uno che non accetterebbe acquisti non funzionali o figli di una visione non condivisa. Eppure, il rinvio della discussione sul rinnovo – lungi dall’essere interpretata come una crisi nei rapporti fra ADL e il tecnico calabrese – deve essere vista, a mio modesto avviso, proprio in quest’ottica: Rino vuole capire se nei prossimi giorni il Napoli getterà delle basi a lungo termine. Questa è la vera, unica discriminante. La società seppe farlo ai tempi di Benítez, al punto da avere ancora oggi in rosa alcuni degli elementi che portarono gli azzurri in una dimensione superiore. L’acquisto di Osimhen e l’ottimo mercato di gennaio vanno proprio in questa direzione: sono la necessaria premessa, ma non costituiscono ancora sufficiente garanzia. Nel giro di tre settimane, il Ds Giuntoli dovrà portare a casa un piccolo capolavoro, garantendo quegli incassi che il presidente pretende per equilibrare i conti e costruendo una squadra più forte e più giovane. Vendere benissimo, dunque, ma soprattutto comprare meglio. Siamo alla vigilia di una stagione cruciale, quella che dovrà rilanciare le ambizioni azzurre, su una base completamente nuova. Gran parte del lavoro dovrà essere fatto in pochi giorni ed è proprio questo il vero fascino crudele del mercato.

Sembra solo un gioco di società ed invece è la più alta prova di managerialità delle moderne società sportive, l’elemento che fa la differenza fra l’avere un futuro e gestire solo un presente. Buona estate e buona caccia, Napoli.