La tavola che sta apparecchiando la dirigenza nerazzurra è piena di piatti dolci e amari, le mosse che Marotta ha organizzato, pianificando per mesi l’estate delle trattative, sembrano ben indirizzate. Il fatto è che per ogni entrata possibile si parla anche di uscite più che dolorose.

È di maggio la notizia riportata da tutti i giornali che Zhang ha chiesto come obbiettivi di chiudere il mercato con un attivo di 60 milioni e ridurre del 10-15% il monte ingaggi, attualmente intorno ai 185 milioni per squadra e staff.
Per questo motivo è difficile essere completamente felici o del tutto insoddisfatti per come si evolverà il mercato. È una dicotomia che divide le opinioni dei tifosi.

Per quanto riguarda le trattative Marotta sta portando Dybala a parametro zero e dandogli tanto quanto gli dava la Juve. Nessun costo per il cartellino. Sta facendo altrettanto con Mkhitaryan, limitandosi ad alzare di un milione la cifra che gli avrebbe offerto la Roma, ha quasi chiuso con Asllani per 14 milioni di euro. Prestito oneroso (4 milioni) con obbligo di riscatto a 10 milioni, più il prestito di Satriano.

Sta realizzando un mezzo miracolo (mezzo perché l’altra metà la sta facendo Lukaku) nel riportare il belga a Milano. È stato già preso Onana a zero nella sessione di gennaio e questo porta ad un esborso complessivo di 15 milioni (comprensivo di indennizzo al Chelsea), Bremer è stato bloccato in attesa di poter sborsare 30 milioni a fronte di un’uscita e per la stessa ragione si sta attendendo di chiudere anche per Bellanova.

La parte dolente è quella delle uscite. Perisic, il miglior giocatore della scorsa stagione, è andato al Tottenham, Skriniar l’altro miglior giocatore nerazzurro e colonna identitaria dell’Inter, sta per essere ceduto al PSG, questo imporrebbe al club di prendere Milenkovic. Il Tottenham la prossima settimana si farà di nuovo vivo per Lautaro con un’offerta che ancora non si conosce ma potrebbe tentare la dirigenza. Il Chelsea nel frattempo non si accontenta di 10 milioni. Vuole uscire bene da questa situazione e chiede in cambio un giocatore. Possibile che si tratti di Dumfries o, nella migliore delle ipotesi de Vrij.
Non c’è ancora nulla di deciso ma molto di possibile. La sensazione è come quella di uno che vince 1 milione al SuperEnalotto ma sa che deve pagare altrettanto di tasse arretrate.

Il problema economico è risolto per quest’anno ma si deve ricominciare da capo con un nuovo progetto. Impossibile non stropicciare gli occhi di fronte a certi acquisti ma nemmeno vietato preoccuparsi per le partenze dei giocatori più forti della stagione precedente. L’Inter, se le cose andassero come sembra, l’anno prossimo potrebbe giocare così: Onana/Handanovic; Milenkovic, Bremer, Bastoni; Darmian, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Gosens; Lukaku, Dybala.
In panchina: Handanovic, D’Ambrosio, Dimarco, De Vrij (?), più un giovane della primavera? Asllani, Mkhitaryan, Bellanova, Lautaro Martinez l’ho messo in panchina per sorteggio e anche perché non è così sicuro che resti, ma può essere anche Dybala, sempre che Inzaghi non si faccia prendere dalla tentazione del tridente, più un altro attaccante che oggi non si sa se possa essere Dzeko, tentato dalla Juventus o Correa, cercato dal Newcastle.

L’Inter resta dunque più che competitiva ma senza Skriniar, Perisic e un terzo giocatore che potrebbe essere Dumfries in uscita, lo champagne è comunque difficile da stappare.
Zhang ieri ha organizzato un team building con tutti i dipendenti lasciando intendere che ci sarà continuità, che vuol dire tutto e niente. Non smobiliterà d’accordo, ma che Inter sarebbe se non ci fosse Marotta? Perché nell’Inter che ogni anno vende un pezzo di identità, c’è una proprietà che non può più mettere soldi e una dirigenza straordinaria che fa giochi di prestigio. Lo status dell’Inter dovrà cambiare ma di questo la società ne è consapevole.