Ci sono operazioni di mercato intelligenti, che dovrebbero appartenere a una logica ma non sempre è così.

Nel caso di Olivier Giroud, siamo dentro alla famosa logica: il Milan ha avuto la pazienza di aspettare dopo aver strappato il sì dell’attaccante in tempi non sospetti. Al punto che quando – la scorsa primavera – i Blues esercitarono l’opzione rinnovo per un’altra stagione, i rossoneri non si preoccuparono, immaginando che poi la volontà di Olivier avrebbe fatto la differenza su qualsiasi altra cosa. Le sentenze erano che a quel punto non si sarebbe spostato da Londra, i fatti sono andati esattamente al contrario.

Il Chelsea ragiona sempre così: non vuole perdere calciatori a zero, è una specialità della casa, una questione di orgoglio e di principio, partendo dal presupposto che loro hanno una disponibilità economica infinita. E così, quando pensi di poter trattare con tizio o caio – un difensore o un attaccante cambia nulla – perché sul punto di liberarsi da un impegno contrattuale, scopri che Marina Granovskaia – braccio destro fidatissimo di Abramovich – ha messo un’opzione di rinnovo che fa scattare a prescindere. Poi ci sono i sentimenti, le promesse, la riconoscenza e la gratitudine.

Il Chelsea ha apprezzato molto gli atteggiamenti super professionali di Giroud: non hai mai preteso una maglia da titolare, eppure anche quando è entrato dalla panchina ha fatto la differenza come se fosse in campo fin dal primo minuto. Giroud è un assegno in bianco che puoi firmare in qualsiasi momento sapendo di poter andare alla cassa senza alcun tema di smentita. Quando scende in campo fin dal primo minuto, non sbaglia un colpo: basta e avanza la finale di Europa League di un paio di anni fa, quando in coppia con Pedro affossò l’Arsenal e regalò a Sarri il primo vero, grande, trofeo della sua carriera. Il Chelsea certe cose non le dimentica e quando può sceglie i fatti e non le parole. Morale: Giroud libero.

Certo, il Milan ha dovuto pagare un indennizzo, ma parliamo di cifre irrisorie se pensiamo al valore dell’attaccante e alla convenienza dell’operazione. È vero che il francese, campione del mondo in carica, ha 35 anni e non 25, ma stiamo parlando di un professionista integro fisicamente e freschissimo mentalmente, pronto per nuove vittorie. Per uno così, anche alla sua età, puoi essere costretto a versare una decina di milioni, magari con i bonus oppure con chissà cosa. Il Milan ha pagato un milione e sarebbe felice di pagarne circa un altro, diciamo che sarebbe felice perché i bonus scattano alla conquista di risultati prestigiosi.

Quindi, appunto la felicità sarebbe quella di vincere e un milione in più sarebbe come un pugno di bruscolini. Giroud avrebbe potuto decidere di andare nella MLS, di restare in Premier dove lo avevano corteggiato almeno un paio di club; ci sarebbe stata anche la possibilità di tornare nella sua Francia prediletta. Invece, ha scelto il Milan e c’è una motivazione. Olivier aveva sfiorato la Serie A in almeno due circostanze, lo avevano cercato Inter e Lazio con una certa insistenza, al punto che avrebbero pagato un indennizzo molto più alto. Ma a quei tempi non era aria, il Chelsea mai se ne sarebbe privato.

Il Milan ha fatto la differenza perché il diretto interessato ha fatto sapere di essere stregato da sempre, il rossonero gli dona e lo intriga, la presenza di Ibrahimovic ha fatto il resto. E c’è anche una differenza sostanziale con Mandzukic che non ha dato il ritorno sperato e invocato: soltanto che Super Mario proveniva da un campionato poco allenante e mentalmente devastante perché aveva staccato la spina e si è visto; Olivier arriva dal massimo della competizione e delle motivazioni, ecco perché, pur essendo nati entrambi nel 1986, è come se ci fossero quattro o cinque anni di differenza.

La domanda è strettamente tattica: come potrebbe essere utilizzato il signor Giroud? Intanto, Pioli nelle prime interviste stagionali ha dato un indizio non certo banale dicendo che potrebbe esserci qualcosa di diverso rispetto al 4-2-3-1 che ha caratterizzato l’ultimo, importante, campionato del Milan. Magari anche un 4-4-2 con due esterni forti e il doppio attaccante. A quel punto sarebbe ipotizzabile il doppio centravanti con la coesistenza di Ibrahimovic e Giroud, di sicuro una soluzione intrigante che creerebbe non pochi grattacapi alle difese avversarie.

E teniamo conto che il Milan nel reparto offensivo ha anche Leao (a meno che non arrivi una convincente proposta di almeno 25 milioni che consenta di non fare minusvalenze) e Rebic, quindi le soluzioni ben assortite non mancherebbero. Ma anche se non fosse così, se Pioli frequentasse altre tangenziali tattiche senza un modulo fisso, non sarebbe un grande problema. Diciamo la verità: il Milan ha rischiato di pagare a caro prezzo gli infortuni sempre più frequenti di Ibra, al punto che spesso si è trovato sguarnito negli ultimi 20 metri. Siccome Ibra viaggia verso i 40 anni, non possiamo pensare che giocherà 35 partite come se fosse un ragazzo di primo pelo. Quindi, ben venga Giroud come partner di Zlatan ma anche come principale riferimento offensivo quando il suo nuovo socio avvertisse la necessità di riposare o di rifiatare. Un’operazione da 2 milioni complessivi, se dovessero essere centrati tutti i bonus, per un centravanti vero. Di solito c’è chi ne spende 40 o 50 e non ha il ritorno che quell’investimento meriterebbe. Ecco perché il Milan con Giroud ha centrato la mossa giusta: nessuno potrebbe pentirsene proprio perché il bilancio è stato tutelato. Comunque vada, sarà un successo.