Nella lista della spesa per la prossima stagione un ruolo prioritario è quello dell’esterno offensivo. Puntare l’uomo e fare il vuoto, creando superiorità numerica. Non a caso la Juve era ripartita da Federico Chiesa, non si può certo dire – infortunio a parte – che sia stato un brutto affare. Anzi. Se n’è accorto anche Roberto Mancini quando l’Italia non ha potuto puntare sulle volate devastanti del figlio d’arte, uno degli ingredienti principali per conquistare il titolo di Campioni d’Europa.

La Fiorentina ha basato sugli esterni gran parte delle ultime sessioni di mercato, una scelta condivisibile proprio perché nel 4-3-3 di Vincenzo Italiano sono pedine di fondamentale importanza. Non a caso, dopo Gonzalez è arrivato Ikoné: nel frattempo la parola d’ordine è stata quella di resistere alle offerte per Sottil, è rimasto Callejon, in quel ruolo, insomma, i viola hanno utilizzato buona parte del budget messo a disposizione da Commisso.Il responso di Napoli, una grande prestazione, è l’ulteriore conferma della bontà della scelte. A gennaio in tanti criticavano la Viola per la cessione di Vlahovic alla Juve, invece è stata la strada migliore per non rinviare la pratica a giugno. Nello stesso tempo i soldi sono stati investiti bene, i risultati si vedono. E sarebbe arrivato Domenico Berardi a Firenze, prima scelta per distacco, se il Sassuolo non avesse chiesto una trentina di milioni. Oppure, meglio ancora, se la Fiorentina non avesse messo a disposizione una cifra ritenuta troppo bassa. Berardi aveva chiesto di andar via, aveva aperto completamente ai viola, l’amministratore delegato Carnevali lo avrebbe accontentato ma senza “violentare” la richiesta originaria. Tra i 25 e i 30 milioni, magari con qualche bonus in più che consentisse di arrivare a quella cifra, ma nel rispetto della tradizione che vuole il club emiliano essere una bottega molto cara. Berardi tornerà molto presto e prepotentemente un uomo mercato, la prossima estate compirà 28 anni e saremo al “dentro o fuori”: cessione oppure contratto blindato con vessillo a vita (calcistica) del Sassuolo. In fondo, sugli esterni si consuma il presente e il futuro: senza quell’intuizione di Cuadrado per De Ligt al tramonto del primo tempo, probabilmente la rimonta della Juve in casa del Cagliari sarebbe stata più complicata.

Il senso di questo discorso è che gli uomini di fascia degli ultimi trenta metri, quelli con qualità e con accelerazioni, sono decisivi. La tecnica, la rapidità, meglio la progressione: si tratta degli ingredienti che fanno diventare una torta da buona a prelibata. Il Milan deve migliorare li: ha segnato quattro gol nelle ultime sei partite, bottino misero per una squadra che vuole vincere lo scudetto. E ha collezionato due 0-0 consecutivi, contro Bologna e Torino, non il massimo della vita. Qui bisogna intenderci: tra tante cose buone, buonissime, sul mercato magari ce ne sono state altre che non hanno convinto in pieno. Per esempio, un po’ di lassismo nella sessione di gennaio quando una pretendente al titolo solitamente si dà una mossa per rendere più convincente un progetto competitivo. A maggior ragione dopo aver memorizzato i numerosi e penalizzanti stop di quel monumento che ha sempre dimostrato di essere Zlatan Ibrahimovic.

Il Milan ha preferito non esibirsi, adesso forse si è pentito. In estate dovrà concentrarsi sul reparto offensivo, ha prenotato Origi, ma torniamo sui famosi esterni, quelli che procurano gioie e risolvono i problemi di molti allenatori. Certo, potrebbe tornare di moda Berardi e lo stesso Carnevali – amministratore delegato del Sassuolo – ha detto che sarebbe perfetto per il Milan. Non avrebbe potuto fare diversamente, dopo aver memorizzato i tentativi rossoneri della scorsa estate, un modo per invitarli a uscire allo scoperto. Sapendo che Berardi ha avuto una mezza promessa la scorsa estate, in caso di una proposta economica accettabile (facciamo almeno 25 milioni più bonus) non gli sarebbero state tarpate le ali. Il problema è che il Milan, pur avendo memorizzato il forte gradimento di Pioli, potrebbe ritenere eccessiva una cifra per un esterno fortissimo che la prossima estate compirà 28 anni.

Quindi, occhio alle occasioni. Per esempio, Marco Asensio, 26 anni compiuti un paio di mesi fa, in scadenza di contratto tra poco più di un anno con il Real Madrid. Asensio potrebbe avere un… senso per tutti quelli che cercano proprio un esterno offensivo di grande tecnica e velocità, capace di accendersi e di accendere. Asensio segna e fa segnare, meglio di così non si potrebbe. Il Milan ha eccellenti rapporti con il Real, certificati delle operazioni Brahim Diaz e Theo Hernandez. L’ingaggio da 5 milioni a stagione sarebbe più o meno il tetto del budget rossonero, Asensio li guadagna ora e vorrebbe aggiungerne altri due o tre nella sua nuova avventura. Questo potrebbe essere un ostacolo, considerato che la concorrenza non mancherà, ma di sicuro è una pista da seguire. Non soltanto per il Milan ma anche per chi dovesse aggiudicarsi un interprete sopraffino degli ultimi 30 metri e in Premier ci potrebbero essere – sicuramente ci sono – estimatori di primissimo livello. Perché nel calcio conta avere un gran portiere, un ottimo difensore centrale, un rispettabilissimo regista e un prolifico attaccante, ma potrebbe non bastare. Perché di solito sugli esterni si vola: la scorciatoia verso la felicità.