È cominciata la stagione del compra e vendi al miglior prezzo, piazza gli esuberi, ho vinto io lo scudetto del mercato no, anzi, lo hai vinto tu che altrimenti porta sfiga. È cominciata, sì, senza il minimo acuto sulla piazza nostrana: anzi non esageriamo, qualcosa si è mosso. L’acuto, e che acuto, lo ha piazzato l’Inter, obbligata da congiunture economiche, non astrali, sfavorevoli, a cedere Hakimi, uno dei pezzi pregiati di quella formazione che solo un mese e qualche giorno fa, sembra passato un sacco di tempo, ha letteralmente stradominato il campionato italiano. Settanta e rotti milioni, di questo parliamo compresi bonus facilmente raggiungibili, per un esterno di destra, seppure uno dei più forti al mondo, sono tantissimi in un momento dove i soldi veri, il frusciante, non si trovano manco per un gelato alla panna ricoperto di cioccolato di quelli confezionati, perché alla produzione propria non ci si arriva manco per sbaglio.

In sostanza le squadre di serie A, parliamo di cose di casa nostra senza aprire finestre sul resto del mondo, spendono poco e vendono ancora meno. Gli unici, in questo periodo di vacche magrissime, ad aver cacciato euro sono stati i dirigenti del Milan: ma, portiere titolare a parte, parliamo di riscatti, prestiti, l’arrivo di Giroud come vice Ibra e Ballo-Tourè per avere un’alternativa a Theo Hernandez. C’è però da ricordare che lo stesso Milan, attivo come non mai nel corso di questo luglio, meteorologicamente parlando, disgraziato parecchio, ha perso a zero un paio di giocatori importanti.

Perché possiamo raccontarci quel che più ci aggrada ma Donnarumma rientra nel novero dei grandissimi numeri uno attualmente e Calhanoglu sarà anche poco importante per la causa, secondo molti tifosi, però leggendo i suoi numeri nelle stagioni trascorse a Milanello così poco importante non sembrava proprio. Comunque, senza stare ad aprire polemiche sterili e inutili, i rossoneri cercheranno un centrocampista in grado di trasmettere ai compagni il famoso cambio di passo, con la volontà di ripetere la stagione appena conclusa trovando nuovamente un posto in Champions e, perché no, combattendo per il tricolore.

Con la Juventus, all’inseguimento del Locatelli ritrovato a Sassuolo dopo un paio di stagioni di crescita – forse in questo caso il Milan avrebbe potuto e dovuto attendere con pazienza lo sbocciare di un giovane talento del quale si intravvedeva il potenziale – e l’Inter, vero punto di domanda rispetto al campionato appena concluso. Motivo? Semplice: se i nerazzurri rimarranno quelli di oggi, 19 luglio, il famoso ridimensionamento annunciato in realtà non ci sarà stato. La squadra resterebbe, in teoria, fortissima, con l’innesto di una laterale destro di buon livello. Altrimenti ci sarà da rimboccarsi, nemmeno poco, le maniche.

Occhio all’Atalanta, pericolosissima concorrente allo scudetto. Cambierà poco, Bergamo è piazza ideale, nessuna pressione, Gasperini l’uomo giusto al posto giusto. Dovesse trovare continuità di risultati la Dea diventerebbe, automaticamente, avversaria di rispetto per le cosiddette grandi.

Napoli, Lazio e Roma cercheranno, senza ombra di dubbio, di rinforzarsi per poter competere con le prime quattro della scorsa stagione. Perché non bastano i grandi nomi in panchina a colmare quel gap, notevole. Oltretutto i partenopei riusciranno a resistere alle sirene inglesi per Kalidou Koulibaly? Troveranno un accordo con Lorenzo Insigne? E la Roma quale mercato svolgerà, partendo dal presupposto che economicamente i giallorossi non sembrano navigare nell’oro? La Lazio, infine, come digerirà il nuovo assetto tattico di Sarri dopo anni e anni trascorsi seguendo Simone Inzaghi e il suo tre-cinque-due?

Certo, siamo ancora agli inizi del mercato: ma, sia chiaro, le domande che i tifosi si pongono sono lecite, eccome. Attendiamo sviluppi. Con la certezza che sarà una sessione dove verranno adoperate, accanto al denaro disponibile, tanta fantasia e ancor più creatività.