Dove sta andando il Napoli? È lecito chiederselo, naturalmente, per la quasi totalità dei club, travolti con tutto il mondo del calcio dall’emergenza ancora in atto. Volendoci concentrare, però, sul futuro azzurro, bisogna ammettere che i piani non appaiono pienamente comprensibili dall’esterno. Almeno per ora. Al netto dello stop, è palese il ritardo in alcuni passaggi-chiave della società di Aurelio De Laurentiis. Una considerazione non solo innegabile, ma anche preoccupante.

La scorsa settimana, ci siamo occupati di Dries Mertens, protagonista di un estenuante e stucchevole balletto ormai da troppi mesi. Ogni trattativa è sempre diversa dall’altra, per carità, ma a un certo punto bisogna pur tirare una riga e decidere cosa fare. Il belga non è esattamente un accessorio di questa squadra, ne è un cardine e anche l’anima. Vi si può rinunciare, come a tutti, ma auguriamoci non per una multa o, peggio, un’impuntatura fra le parti.
Discorso non molto diverso, se non nell’impatto sui tifosi, per il veterano José Maria Callejon e per Arek Milik. Lo spagnolo sembrerebbe a fine corsa a Napoli, mentre sul polacco crediamo sia almeno lecito e corretto chiedersi se non lo si stia sottovalutando.

Nulla di male a non essere suoi fan sfegatati, ma in giro, a prezzi umani, non è che abbondino i fenomeni. Almeno, i giocatori certamente a lui superiori. Fra questi, l’ottimo Petagna, acquistato a gennaio, ma che dovrà dimostrare ancora tutto, a un livello superiore rispetto a quello frequentato sino ad oggi. Che Milik non sia proprio nel cuore dei tifosi lo testimonia il fatto che sia partito il solito e sconcertante balletto delle punte, in cui si è finiti addirittura per ritirar fuori il vecchio amore Cavani o il solito sogno irrealizzabile-Icardi. Per carità, basta. Vorremmo almeno evitarci di dover leggere di improbabili avvistamenti di giocatori sul lungomare.

Per il ruolo di portiere titolare, poi, siamo al mistero buffo: sappiamo tutti che Rino Gattuso non ‘vede’ particolarmente Alex Meret, preferendogli un ottimo atleta, ma certo non di prospettiva, come David Ospina. Crediamo che la gestione di questo patrimonio della società non sia, oggi come oggi, il migliore possibile. Il Napoli rischia di perdere uno dei talenti italiani più cristallini, sacrificandolo sull’altare di un disegno tattico – ripartenza palla a terra dall’area piccola – che potrebbe tramontare in qualsiasi momento, con un sempre possibile cambio di allenatore o perché abbandonato dallo stesso Gattuso.

Non ho dimenticato le possibili cessioni eccellenti, da Koulibaly ad Allan, semplicemente le trovo meno indicative della mancanza di una linea d’azione ben definita. Un Napoli giovane e di talento è una prospettiva comprensibile e intrigante, ma le eventuali rinunce a Milik e Meret risulterebbero allora più inspiegabili della cessione del brasiliano o del senegalese, di fronte a offerte ‘folli‘.

Come sempre, insomma, nell’intraprendere un nuovo viaggio, sapere dove si voglia arrivare è il primo passo da compiere.