Fra una settimana, molto sapremo sul Napoli, fra la trasferta di Brescia, cruciale per dare continuità al momento azzurro, e la storica sfida di martedì al Barcellona. Rino Gattuso è arrivato al primo snodo della sua giovane avventura partenopea. Prima di concentrarsi sulla partita impossibile contro i blaugrana, tutto l’ambiente farebbe bene a non perdere di vista la gara di venerdì. Il rischio di trasformare la trasferta in terra lombarda in una gigantesca trappola è oggettivamente enorme.

A poche ore dalla partita con i catalani, riuscire a trovare le giuste motivazioni sarà il compito principale dell’allenatore. A parole, tutto facile, così come potremmo già anticiparvi quanto dirà il buon Rino, presentando l’impegno di venerdì sera. Agire realmente sulla testa dei giocatori, poi, resterà tutta un’altra faccenda. L’ombra di Leo Messi e compagni è lunghissima e avvolgerà inevitabilmente il vecchio Rigamonti di Brescia.

Ecco perché il test risulterà fondamentale, per capire le reali possibilità del Napoli di scalare posizioni in campionato e assicurarsi l’Europa League, a prescindere da ciò che accadrà in Coppa Italia. Tenere mentalmente resta l’imperativo azzurro numero uno.

Del resto, pur dopo la vittoria meritata di Cagliari, Gattuso è stato chiaro: lui non si fida. In verità, qui non si fida nessuno, ormai da mesi. Inoltre, come se non bastasse la gigantesca distrazione chiamata Barcellona, si continua a parlare un giorno sì e l’altro pure di rinnovi e malumori. I casi non mancano, anzi si moltiplicano: all’ormai polverosa storia della trattativa con Dries Mertens, che sembrerebbe in fase di accelerazione, da sabato è ufficiale l’affaire-Allan e il sorgente problema Meret. Messo in punizione e umiliato pubblicamente dall’allenatore, il brasiliano dovrà decidere presto, e con lui la società, su come regolarsi. La soluzione migliore per il Napoli sarebbe un rinnovo, con vista sulla cessione la prossima estate. Un modo per rafforzare la propria posizione contrattuale nei confronti del giocatore e degli acquirenti, provando a spuntare un prezzo, che comunque sarà molto, ma molto inferiore, a quello sfiorato con il Paris Saint-Germain la scorsa stagione. Oggi, risulta impossibile dire quale sia lo stato d’animo di Allan, anche se appare persino banale immaginarlo molto colpito da quanto accaduto. Come ci insegna un minimo di esperienza in materia, un calciatore umiliato diventa una pentola a pressione, su cui è meglio non fare scommesse.

Dicevamo, poi, di Alex Meret. Talento cristallino e possibile futuro rivale di Gigio Donnarumma per la porta della nazionale, l’ex-Spal è finito in panchina, per la sua non spiccata attitudine al gioco con i piedi. Cerchiamo di non raccontarci ulteriormente la favoletta dei dolorini: il ragazzo è in panca per scelta tecnica. Scelta del tutto legittima, ci mancherebbe altro, ma che deve essere altrettanto legittimamente considerata a medio termine. Gattuso avrà anche tutte le ragioni del mondo nel preferire Ospina, per impostare il gioco dal basso, ma è bene non nascondere il rischio di far sorgere molti dubbi nella testa di Meret, sulla reale volontà della società di puntare su di lui a lungo e con decisione. Potenziali acquirenti si sprecano, in Italia e all’estero; nessuno deve sentirsi sotto ricatto e stiamo parlando di un bravissimo ragazzo, ma sarebbe contro logica escludere il rischio di perderlo a fine stagione. Decisivi, ancora una volta, i prossimi mesi e se dovessero assumere stabilmente la forma di una panchina, tutto potrebbe accadere.

Sullo sfondo, la sagoma del Barcellona, che avrà pure una specie di guerra civile in corso, ma resta un affascinante e spaventoso Everest da scalare.