Gleison Bremer non è soltanto il nuovo, anzi “il muro” che avanza, ma anche l’uomo mercato già su tutte le copertine. Stiamo parlando di un difensore centrale giovane, compirà 25 anni a marzo, e che ha scalato qualsiasi classifica. Quando arrivò al Torino, tre anni e mezzo fa per la modica cifra di circa 6 milioni, era ritenuto un prospetto molto interessante. Strada facendo, è diventato un un eccellente interprete del suo ruolo, praticamente un muro. Oggi viene considerato uno dei migliori specialisti della Serie A, in compagnia dei vari Koulibaly, Tomori e De Ligt, ma soprattutto il nuovo che avanza in campo europeo.

L’ultima fotografia è molto nitida: Bremer che annulla Vlahovic, vietandogli qualsiasi giocata da fuoriclasse, sbarrandogli la strada, ripetendo la prestazione fatta quando il serbo fresco di bianconero era a Firenze e neanche immaginava che molto presto la sua carriera avrebbe avuto un’impennata. Bremer che annulla Vlahovic al punto da suscitare la reazione piccata di Allegri, parole che vanno lette con attenzione: “Dusan è bravissimo, ma avrebbe dovuto portare il suo avversario in giro per il campo”. Traduzione: in questo modo, rispettando le consegne, avrebbe consentito nel primo tempo ai suoi compagni di inserirsi e di trovare soluzione alternative, non soltanto a Dybala (fino a quando è rimasto in campo) e Morata ma anche ai vari centrocampisti.

Se vogliamo, quel telegramma di Allegri non è stato altro che l’ennesima consacrazione per il brasiliano che ha fatto tutta la gavetta con l’Atletico Mineiro prima del grande salto in Europa, a 21 anni da poco compiuti e con una carriera luminosa davanti. Quel complimento indiretto di Allegri non è altro che un manifesto di mercato: la partita è aperta da settimane, forse mesi, indirizzata da un evento che si è appena consumato.

Bremer aveva un contratto in scadenza il 30 giugno 2023 e avrebbe potuto speculare sul prezzo del cartellino. Della serie: più ci avviciniamo alla scadenza, più le condizioni sono convenienti e la svolta dietro l’angolo. Bene, contrariamente a qualche suo collega che avrebbe tenuto con furbizia (chiamiamola così…) la situazione in stand-by, Bremer ha voluto mandare un messaggio di profonda gratitudine al club che gli ha permesso di coronare il sogno europeo. Un messaggio molto chiaro: rinnoviamo il contratto per fare in modo che il Torino possa legittimamente realizzare la cifra che ritiene opportuna, senza l’acqua alla gola e facendo in modo che si possa programmare la cessione con serenità.

Già, perché su un particolare c’è poco da discutere: Bremer si sente pronto per i saluti, quattro anni con il Torino sono stati proficui e ricchi di soddisfazioni, ma ora la carriera chiama e a quella non si può rinunciare per alcun motivo al mondo. C’è stata una scorciatoia che ha consentito di trovare reciproca soddisfazione: il presidente Cairo ha incassato il prolungamento per un’altra stagione, l’entourage di Bremer ha avuto rassicurazioni sul fatto che il cartellino non avrà una valutazione superiore ai 35-40 milioni. Una specie di accordo verbale e morale, non sappiamo se accompagnato da un documento che ha valore soltanto per i diretti interessati. Una cifra 35-40 milioni che può far discutere, considerato che in Inghilterra sono abituati a pagare anche il doppio per specialisti di simile spessore. E oggi Gleison è considerato the Wall, il Muro granata in attesa di diventarlo per un top club con riconosciute ambizioni.

Non sono passate inosservate le parole di Davide Vagnati, direttore sportivo del Torino, nei minuti antecedenti al derby di venerdì scorso. Parole che sembravano spade sguainate: “Bremer alla Juve? Un granata come lui fa scelte diverse”. Probabilmente la sintesi di un patto di ferro sancito con il rinnovo di contratto: il club di Cairo non vorrebbe avere rapporti di mercato con i cugini.

A maggior ragione dopo lo “scippo” di Federico Gatti, difensore centrale del Frosinone, che va sintetizzato: il Torino aveva raggiunto un accordo con il club laziale per circa 10 milioni, lo stesso Gatti stava parlando con Juric per i primi chiarimenti tattici, l’irruzione della Juve ha fatto saltare il banco con un accordo per la prossima estate che consentirà al Frosinone di trattenerlo ancora per qualche mese. E uno sgarbo così non verrà assorbito facilmente, vanno lette anche così le parole di Vagnati. Ma per Bremer c’è già una bella fila sulla tangenziale, come se fosse il rientro dall’esodo di Ferragosto, non potrebbe essere diversamente se consideriamo lo spessore dell’invalicabile muro brasiliano.

Un club si è portato avanti con il lavoro: tutti gli indizi portano all’Inter, la stessa Inter che non ha più necessità di mandare osservatori sulle tracce di Gleison e le relazioni sono già straordinarie. L’Inter deve decidere il futuro di de Vrij, scadenza di contratto nel 2023, sa che la concorrenza può arrivate soprattutto dall’Inghilterra, mentre il Milan si è concentrato su Botman. Ovviamente c’è concorrenza e bisogna giocare d’anticipo: Gleison piace in Premier, ma è – in posizione prioritaria – nella lista della spesa del Bayern. Anche 40 milioni sarebbero soldi spesi benissimo per un concetto che può essere sintetizzato così: Bremer limita e cancella gli attaccanti più celebrati come se fossero gol, tanti gol. E chi lo prendesse, nessuno può dubitare, farebbe un grandissimo affare.