È successo ed è tutto meravigliosamente vero.

Il Milan espugna il Wanda Metropolitano con una prestazione sontuosa, di carattere, da grande squadra. Fin dal pronti-via gli uomini di Pioli hanno gestito la partita con tanto possesso palla, verticalizzando spesso, senza però riuscire a scardinare la rocciosa difesa dell’Atletico Madrid che, come sempre,  era rintanato in difesa. La prima frazione di gioco è volata via senza nessuna azione degna di nota: i rossoneri hanno provato a far male con Brahim Diaz e Theo Hernandez mentre i colchoneros con Rodrigo De Paul. Il pareggio era sicuramente il risultato che meglio rispecchiava l’equilibrio tattico visto in campo. Va detto che il Milan è sembrato più in palla e soprattutto più desideroso di conquistare il bottino pieno, a differenza degli uomini di Simeone che sembravano quasi soddisfatti del pareggio. Psicologicamente non era affatto facile affrontare questa partita per il Diavolo, considerando che veniva da un solo punto conquistato in 4 partite di Champions League e da una rocambolesca nonché beffarda sconfitta in campionato contro la Fiorentina, ma mister Pioli è stato bravo a lavorare sulla testa dei giocatori che hanno dato l’anima dal primo all’ultimo minuto. Tornando alla partita, il copione del secondo tempo è stato sulla falsa riga del primo, con la differenza che il Milan è riuscito a costruire molto di più, rendendosi molto più pericoloso e sfiorando ripetutamente il meritato vantaggio con Saelemaekers, Giroud, Kessie e Kjaer.

Al minuto 66 arriva lo sliding door della partita: fuori Tonali, Krunic, Kalulu e Giroud, dentro Bakayoko, Messias, Florenzi e Ibrahimovic. Cinque minuti dopo l’azione più importante della partita: Messias riceve palla sulla sinistra, punta l’avversario, la mette al centro ma il subentrato Bakayoko conclude con troppa sufficienza e becca in pieno il difensore Savic che salva la sua porta, tenendo il risultato inchiodato sullo 0 a 0. Timida reazione degli uomini di Simeone che ci provano – senza troppa convinzione – con il solito Rodrigo De Paul. A 5 minuti dal 90º da segnalare il miracolo di Oblak che, a tu per tu con Zlatan Ibrahimovic, lo ipnotizza compiendo un vero e proprio miracolo. Sarebbe stato comunque tutto vano, Ibra era in offside, anche se molto dubbio. Due minuti più tardi, il goal che non ti aspetti: cross pennellato di Frank Kessie con una sciabolata morbidissima, colpo di testa di Messias che trafigge l’incolpevole Oblak. Sì, Messias, la risolve lui, proprio lui che fino a 6 anni fa lavorava come fattorino in un centro commerciale e nel frattempo giocava in Eccellenza con il Casale. Proprio lui che poco più di 2 anni fa militava con il Gozzano in Serie C. Se il Milan è ancora in corsa per un passaggio del turno che avrebbe dell’incredibile è grazie al trentenne Junior Messias. Una favola stupenda che fa bene all’anima, non solo a quella di noi milanisti. Una storia di speranza, la sua, che porta con sé un messaggio che vale tanto per lo sport quanto per la vita in generale: non bisogna mai mollare perché, prima o poi, tutti i sacrifici vengono ripagati con gli interessi.

Da milanista ci tenevo a tanto a vincere almeno una partita, a prescindere dall’esito finale del girone; ora ci siamo, bisogna crederci più che mai. Con questa vittoria abbiamo dimostrato a tutti, ma soprattutto a noi stessi, che il Milan è tornato nell’Europa dei grandi e non vuole interrompere questo sogno lungo 7 anni. Nella prossima partita affronteremo gli extraterrestri del Liverpool, in una partita proibitiva. Messias però insegna che nulla è impossibile.  Serve concentrazione, voglia di stupire e, perché no, un pizzico di fortuna…forza ragazzi!