Mettetevi comodi, perché in tre giorni (non in tremila, stavolta) abbiamo assistito a delle perle che non avremmo osato nemmeno provare a immaginare in una parodia, tra sentenze auspicate, imbarazzanti vicediretur, sindaci con gravi difetti, battute anni 60 sulla Rai (!) sugli abbronzati e il colore delle pelle e Var (impossibili) di tre anni fa.

Ahimè ho a disposizione solo tre o quattromila battute: dovrò quindi limitarmi allo stretto necessario.

Nel weekend il Corriere dello Sport assorbe integralmente le dichiarazioni rilasciate da Ceferin in una intervista non proprio agguerritissima di Sky: “Allegri senza Coppa”, titola il quotidiano sportivo, seguendo una trionfale tradizione tutta italiana di anticipare le sentenze definitive secondo i proprio auspici, prima ancora che si sia chiusa la prima fase di un procedimento: da queste parti si usa così, spero non vi dispiaccia.

Poi tocca al vicedirettore di Raisport (fa sempre impressione scriverlo), sparito dai social dopo l’amaro finale di campionato per la sua squadra ma ricomparso per attaccare la Superlega e per beccare in modo goffo qualche tifoso bianconero: imbarazzo generale, distacco più o meno manifesto di alcuni suoi colleghi ma è il servizio pubblico, baby, e in questo Paese la selezione per i ruoli in qualche modo “istituzionali”, ahinoi, talvolta segue strade diverse e lontane dalla meritocrazia.

Siamo oltre la parodia, dicevamo, ed ecco che Le Iene (avessi detto…) ci annunciano un servizio – pensate un po’ – sull’ormai mitica ammonizione di Pjanic di oltre tre anni fa: ecco due non udenti pronti a interpretare il labiale, proprio ora che c’è stato spiegato che le espulsioni a metà partita (vedi Bentancur vs Inter) non contano più, perché rilevano solo i rigori. Ma il problema non riguarda neanche Le Iene, che sono quello che sono, bensì la deriva di giornali e organi di informazione che riprendono la notizia con toni scandalistici, come se quell’episodio avesse realmente deciso un campionato, come se fosse normale parlare con toni seri e gravi sul Corriere della Sera (!) di episodi arbitrali di tre anni fa, come se davvero il Var potesse suggerire il secondo giallo. Robaccia, ovviamente rilanciata con enfasi sui social dal sopra citato vicedirettore dopo avere sbagliato a riportare i convocati di Mancini, sempre per quel discorso di sopra sulla meritocrazia.

Finito? Macché, perché arriva la serata azzurra sulla Rai ed ecco il fronte nerazzurro capeggiato da Bonolis con le sue (un filo) ripetitive perle sulla Juve che ruba – e fin qui vabbè – ma poi, leggete bene, nel 2021, azzarda divertito un paragone tra Moise Kean e Carlo Conti, per l’abbronzatura del presentatore. Roba che non avrebbe fatto ridere neanche cinquant’anni fa, figuriamoci ora.

Non chiudete, perché sta per arrivare il meglio. Una parte politica è disperata perché il candidato sindaco di Napoli ha ammesso un grande problema. Non un delinquente, un incapace, un camorrista, uno dell’altra fazione politica, un razzista o chissà che altro. Peggio, molto peggio: è juventino e non l’ha nascosto. Da ieri non si parla d’altro, oggi c’è perfino un articolo sul Corriere della Sera.

Ce ne sarebbero mille altre altre, ma non abbiamo caratteri illimitati ed è bene ribadire che tutto questo non è accaduto in sei mesi, ma in soli tre giorni, in 72 ore circa. Per forza, poi, qualcuno ci scrive libri per tutta la vita…

Basta così, ora, perché è tornato Allegri. Welcome back, caro Max, con sensazioni miste tra il timore di avere ceduto alla nostalgia e la certezza razionale che si sia preso un grande allenatore, probabilmente il migliore prendibile, che conosce bene l’ambiente e che, mettiamocelo in fondo, così non andrà alla concorrenza. Nessuno sa come andranno le cose, ma l’impressione è che Allegri abbia un’energia (e una voglia di rivalsa) maturata in questi due anni nettamente superiore a quel periodo del 2019 in cui, dopo cinque anni trionfali insieme, forse la spinta propulsiva si stava esaurendo davvero. E mentre il mondo ha già da tempo scaricato Donnarumma, che a breve ci dirà dove andrà e scopriremo così se verrà rapidamente riabilitato o definitivamente condannato alla pubblica gogna; mentre aspettiamo l’eventuale sbarco di Arrivabene o di un qualunque amministratore delegato; mentre speriamo in un aumento di capitale per rasserenare un po’ i conti provati da questi anni di crisi globale; mentre accade tutto questo, leggiamo la notizia della querelle tra Superlega e Uefa ormai finita di fronte alla Corte Europea.

Ora, rileggete i deliri descritti nelle righe qui sopra, ripensate al contesto in cui siamo costretti a vivere la nostra passione e a quel punto, se davvero avete qualche dubbio, provate a capire da che parte stiamo.