Di Gabriele Borzillo
11 Novembre 2019
È il minuto 55 di una partita, quella tra Juventus e Milan, ferma sullo zero a zero, con i bianconeri praticamente inoperosi; anzi, a dirla tutta, erano stati i rossoneri ad andare più vicini al vantaggio – i voti alti di Szczesny sui quotidiani non sono un caso – con la Juve in evidente difficoltà. Sarri decide di dare una frustata, di sorprendere per poter, in qualche modo, smuovere una squadra colpita da improvviso torpore. Fuori Cristiano Ronaldo, brutta prestazione la sua, dentro Dybala, con la speranza di cambiare qualcosa.
L’esperimento funziona, i bianconeri vincono la partita proprio grazie al fuoriclasse argentino – potremmo anche parlare dell’immobilismo nell’occasione di Romagnoli ma servirebbe a poco – e Ronaldo se ne va. Si, se ne va proprio, dallo stadio. Senza aspettare nessuno. Forse non il comportamento più adeguato. O, forse, da professionista navigato, la cosa migliore da fare per evitare riprese o domande scomode durante e dopo la gara.
In scia alla Juventus resta solo l’Inter di Antonio Conte. Nerazzurri subito sotto grazie ad un calcio di rigore fischiato da Valeri per un tocco leggero di Handanovic in improbabile uscita su Zaccagni. Il tocco c’è ma, a dirla tutta, il problema non è se si possa parlare o meno di rigore; casomai bisognerebbe cercare di capire per quale motivo, ultimamente, spesso e volentieri i giocatori cascano in area appena si sentono sfiorati, nemmeno toccati. Lo ribadiamo, avendo solleticato l’argomento VAR già settimana scorsa; sarebbe cosa buona e giusta se Nicchi e Rizzoli, invece di restare nella famosa torre di vetro, spiegassero con calma e tranquillità l’enorme difformità di giudizio che sta caratterizzando questo campionato.
Comunque, tornando a Inter-Verona, i ragazzi di Conte hanno mostrato voglia, grinta, agonismo e fame di vittoria. Sono stanchi i nerazzurri, inutile girarci intorno, e non era per niente facile la partita di sabato per due motivi. Il primo, la batosta di Dortmund avrebbe potuto pesare sulle gambe e sulla testa dei giocatori; il secondo, si trovavano di fronte la miglior difesa del campionato insieme a quella della Juventus. I gialloblù, al di là della sconfitta, hanno dato dimostrazione di essere una squadra unita, tosta, ben messa in campo da Juric che sta facendo un grande lavoro nella città di Romeo e Giulietta.
Bene la Lazio, terza forza del campionato a pari punti con un Cagliari sempre più sorprendente. Ecco, a proposito di Lazio; il rigore fischiato al Lecce probabilmente non c’era, ma annullare il gol di Lapadula, pronto a ribadire in rete il rigore di Babacar respinto da Strakosha, è davvero cercare e trovare il pelo nell’uovo. Anche qui, per cortesia, che qualcuno dica qualcosa; perché con regole nuove, regolette e prassi sembra quasi il calcio stia diventando una giungla dalla quale risulta complicatissimo potersi districare, attorcigliati su norme, comma e chi più ne ha più ne metta. Del Cagliari poco da dire; Maran sta guidando i suoi in maniera perfetta, i rossoblù sardi hanno trovato continuità e fiducia guidati da Nainggolan, un calciatore ritrovato dopo la triste annata trascorsa a Milano.
Cellino, l’uomo che ha allontanato Corini, reo di aver dato un buon gioco ad un Brescia pronto a lottare, in questa stagione, per la salvezza, estrae dal cilindro il jolly Grosso; esordio casalingo col Toro di Mazzarri, quattro ceffoni e tutti a casa, forse a rimuginare o a ripensare se la soluzione del cambio allenatore fosse poi quella più corretta, dopo probabilmente la peggior partita delle rondinelle in questa stagione. Vedremo se la scelta di Cellino darà i frutti che il massimo dirigente bresciano spera, al di là del semplicistico. Certo “se il buongiorno si vede dal mattino…”
Cade la Roma a Parma senza attenuanti: anche qui, come nel caso delle altre in corsa sia in Italia che in Europa, fatta eccezione per la Juve con una rosa profonda il doppio rispetto alle avversarie, la squadra è stanca e necessita di riposo. Mentre a Napoli la situazione è sempre più ingarbugliata, con Ancelotti che non riesce a trovare la quadra ed un ambiente ormai sovraccarico di elettricità; attendiamo le prossime puntate per vedere come andrà a finire, magari già tra due settimane quando il tecnico azzurro tornerà al Meazza, affrontando la squadra con la quale ha raggiunto i massimi traguardi calcistici sia da giocatore che da allenatore. Il Milan.
Per finire nuovo stop dell’Atalanta a Genova, dove Ranieri sembra aver rimesso in carreggiata i blucerchiati, mentre Gasperini si sta allontanando sempre più dal vertice della classifica. Promosse Genoa e Sassuolo, mentre il Bologna sta lentamente scivolando verso i bassifondi della classifica.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.