Di Massimo Zampini
Aggiornato: 26 Settembre 2019
Non si può dire che ci si annoi, dalle nostre parti: si parla sempre di Juve, fuori e dentro il campo. In una sola settimana, prescindendo per un attimo da risultati e prestazioni, c’è stata l’inchiesta su alcuni gruppi organizzati, sulla quale è prematuro esprimersi perché la magistratura deve fare il suo corso: l’unica cosa certa, al momento, è che, se un anno fa tutta l’Italia, indignata per alcune inchieste televisive preannunciate con grande enfasi, chiedeva fermezza assoluta nei rapporti con alcuni elementi delle curve, oggi che la Juve si è dimostrata ferma sul serio, siamo ancora in attesa della prima voce del mondo del calcio pronta a elogiarla per il proprio comportamento. Nulla di nuovo, il solito sostrato di ipocrisia teso a mettere in cattiva luce la società non appena possibile, guardandosi bene dal prenderla come esempio e darle dunque un’immagine positiva.
Altro tema, trattamento simile: i commenti sulla situazione economica e finanziaria della Juve. Dal bilancio emergono costi, debiti e ricavi in crescita. La società, dopo lo straordinario acquisto di Ronaldo, ha un piano di sviluppo a lungo termine, dichiarato a suo tempo. Per portarlo avanti – essendo appunto gli oneri sempre più ingenti – dispone un aumento di capitale di 300 milioni. Il dramma, la borsa che crolla: sarà solida questa società?
Ora, non essendo esperti di conti (io non lo sono affatto), c’è da chiedersi quale azienda sia più solida di una reduce dal record assoluto di ricavi e con un gigante alle spalle pronto a garantire quasi 200 di quei 300 milioni, senza dimenticare la partecipazione di Goldman Sachs, BNP Paribas e compagnia. L’obiettivo è quello di “finanziare gli investimenti utili al mantenimento della competitività sportiva”, “sostenere la strategia commerciale per l’incremento dei ricavi” e “rafforzare la struttura patrimoniale della società”: in breve, continuare a stare al passo delle big europee (quello è ormai il nostro benchmark) che viaggiano su cifre mostruose, mentre da noi il livello è quello che è.
Tutto questo, in pochi giorni, senza neanche pensare a quanto accaduto in campo. Perché il Verona è stato tosto, ha corso, giocato, picchiato, rischiato di prendere il 3-1 ma alla fine anche di fare il 2-2, quindi va bene così; sapevamo già che l’inizio sarebbe stato un’altalena e quindi avrei messo la firma per un risultato positivo a Madrid e 10 punti in 4 partite di campionato. Oltre ai tre punti, è stato bello vedere Ramsey (ancor di più vederlo esultare) e rivedere Dybala, brillante in alcune giocate ma anche stavolta meno incisivo vicino alla porta avversaria. Demiral ha carattere e grinta ma deve ancora disciplinarsi (l’esordio allo Stadium, mica un’emozione da poco), Matuidi ha fatto una partita normale e gli ultimi dieci minuti mostruosi, recuperando palloni e conquistando falli anche al limite dell’area avversaria.
Partita bruttina, complicata, ma va bene così. Ora Brescia, reduce da tante belle prestazioni, buoni risultati e con Balotelli all’esordio: sarà come contro il Verona, molto dura, ci sarà da correre e realizzare le occasioni che capiteranno. Stavolta non c’è Ronaldo, un grave problema, ma anche l’occasione, per campioni come Higuain, Dybala e compagni, di dimostrare che è vero che il fenomeno in squadra è uno, ma anche senza di lui abbiamo vinto scudetti e trofei vari. Forza Paulo, forza Gonzalo, è il vostro giorno. Come ha già detto qualcuno, ricordiamoglielo al mondo chi eravamo, e che potremmo ritornare…
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"