I soldi non fanno la felicità, dice un famoso proverbio, però fanno, almeno, le squadre di calcio. Quelle forti per lo più. Spesso, però, il rapporto calcio-denaro è un legame misterioso, a volte imprevedibile. Analizzando i dati di Calcio e Finanza e Sky Sport, abbiamo voluto capire meglio quali siano le 10 squadre ‘tecnicamente’ più ricche d’Italia seguendo la classifica stilata da Forbes. Spoiler: Il presidente al primo posto ha 6 volte il patrimonio di quello che occupa la seconda piazza.

10) Gerry Cardinale (Milan) – patrimonio: 1,3 miliardi di dollari

Il cognome tradisce subito le origini italiane: italiani erano i nonni, emigrati poi negli States, a Philadelphia, dove Gerry Cardinale è cresciuto e ha studiato, conseguendo un Master in filosofia, politica ed economia. È il 2014 quando dà vita a RedBird, specializzandosi nel settore dello sport e investendo nel business sportivo in tutto il mondo. L’imprenditore americano detiene l’85% del Tolosa in Ligue1 e il 10% della società che controlla la maggioranza delle azioni del Liverpool. Il Milan non sarà un hobby per Cardinale, che punterà a rimettere il diavolo al centro dell’ élite calcistica.

9) Antonio Percassi (Atalanta) – patrimonio: 1,4 miliardi di dollari

Nel febbraio 2022 la famiglia Percassi ha ceduto il 55% delle quote de La Dea Srl, la sub-holding che detiene circa l’86% del capitale sociale dell’Atalanta, a un gruppo di investitori capitanati da Stephen Pagliuca, uno dei principali fondi di investimento al mondo. Un passo importante per la società nerazzurra, che non perderà comunque la sua anima bergamasca rappresentata dalla famiglia Percassi, tutt’ora la nona in Italia per patrimonio nel mondo del calcio.

8) John Elkann (Juventus) – patrimonio: 2,1 miliardi di dollari

Tanto hanno investito gli Elkann/Agnelli, attraverso la Exor, nella Juventus degli ultimi dieci anni, con l’accelerazione dal 2019 perché la quasi totalità della cifra messa a disposizione del club dall’azionista di maggioranza è recente: 300 milioni nell’autunno 2019. Inoltre, la Juventus, per coprire  le perdite della crisi pandemica e rilanciare il progetto sportivo, ha investito un’ulteriore somma di capitali. Nella classifica stilata da Forbes, John Elkann si trova al 1445º posto, ma di certo il patrimonio di 2,1 mld gli garantisce una posizione elitaria in Italia.

7) Renzo Rosso (Vicenza) – patrimonio: 3,5 miliardi di dollari

Renzo Rosso è stato accolto dai tifosi biancorossi come un salvatore e questo è fuori discussione: 1.1 milioni di euro per acquisire il ramo d’azienda del vecchio e storico Vicenza Calcio. Per il fondatore del capo di abbigliamento ‘Diesel’ la sfida inizia ora. Confermare quanto fatto di buono in Serie B è un dovere, mentre il sogno sarà quello di puntare un giorno alla massima categoria, eguagliando imprese recenti come quelle del Monza e della Cremonese.

6) Marco e Veronica Squinzi e Simona Giorgetta (Sassuolo) – patrimonio: 3,9 miliardi di dollari

Dopo la morte di Giorgio Squinzi avvenuta il 2 ottobre 2019, i figli hanno ereditato anche la proprietà del club, insieme a Simona Giorgetta, nipote dello storico patron di Cisano Bergamasco. Oltre a essere tra le 20 proprietà più longeve d’Italia, il Sassuolo è da anni un modello sostenibile del nostro calcio, che offre qualità sul campo ma anche grande concorrenza quando si parla di mercato. Vedi le ultime trattative che hanno per protagonisti Frattesi e Scamacca.

5) Dan Friedkin (Roma) – patrimonio: 4,3 miliardi di dollari

A partire da agosto 2020 a Roma è cominciata la rivoluzione di Dan Friedkin, che ha messo fine alla parentesi straniera più lunga registrata finora in Italia da parte della stessa famiglia: l’era Pallotta, durata per ben 9 anni e che non ha portato i trofei tanto promessi alla vigilia dalla presidenza del sig. James. L’arrivo di Mourinho e una rosa sempre più competitiva, anche a livello europeo, ha portato una nuova speranza ai tifosi giallorossi, che ora sognano un pomeriggio come quello del 17 maggio 2001.

4) Famiglia Saputo (Bologna) – patrimonio: 4,8 miliardi di dollari

È il 2014 quando un gruppo di investitori nord-americani, rappresentati dall’imprenditore canadese Joey Saputo e dall’avvocato statunitense Joe Tacopina, decidono di rilevare la proprietà rossoblù, appena reduce da una caduta in Serie B. Tacopina dura però poco in Emilia e decide di lasciare, acquisendo poi la Spal, mentre Joey resiste e persiste rimanendo tutt’ora il presidente del Bologna. Il suo arrivo ha regalato alla piazza una costante presenza in Serie A senza però mai ambire a una posizione di spicco in campionato. La città di Bologna vuole sognare, ma a oggi manca chi può realizzare questi desideri (non i soldi).

3) Rocco Commisso (Fiorentina) – patrimonio: 6,1 miliardi di dollari

Al terzo posto di questa speciale classifica si trova Rocco Commisso, fondatore di Mediacom (quinta azienda fornitrice di TV via cavo negli USA), e presidente e proprietario dei New York Cosmos e della Fiorentina.

Il lavoro di ristrutturazione della società Toscana da parte di Commisso è egregia. Prima gli investimenti sul mercato, poi il Viola Park e altri milioni stanziati per il risanamento dei debiti societari, infine altri investimenti sul mercato come per Gollini, Jovic e Dodó. Alcuni di essi con affari futuristici. Stando a queste premesse, la Fiorentina e i suoi tifosi possono aspettarsi un bel futuro davanti a loro.

2) Silvio Berlusconi (Monza) – patrimonio: 7,1 miliardi di dollari

Passano gli anni, ma il Cavaliere rimane un punto saldo del calcio italiano. Il patrimonio del patron brianzolo è il 336º al mondo secondo Forbes e il progetto Monza ne é una prova. Prima una storica promozione fatta con investimenti mirati per la categoria, poi il salto di qualità: la Serie A. In una sessione di mercato sono arrivati Sensi, Cragno e Ranocchia. Ma conoscendo Berlusconi e il suo fedelissimo Adriano Galliani il Monza non si fermerà qui. Obiettivo? Di certo non la lotta salvezza.

1) Robert e Michael Hartono (Como) – patrimonio: 45,5 miliardi di dollari

Come? Eh già, il Como. Per anni una squadra leggendaria per gli appassionati, perché citata solamente per via di un presunto provino fatto a Lionel Messi e poi rifiutato dalla stessa società lombarda. I due patron sono fondatori del marchio di sigarette Djarum, uno dei più famosi di tutta l’Asia. A mente fredda i due multimiliardari guadagnano 4 milioni di euro all’ora: ipoteticamente una loro giornata potrebbe coprire l’intero monte ingaggi di quasi tutte le società di Serie A. Insomma, se vorranno, il Como diventerà una grande squadra.