Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 30 Gennaio 2020
La Vuelta 2019 arriva alla sua terza, ultima e decisiva settimana. Dopo il giorno di riposo, da domani i corridori dovranno affrontare, in sequenza, una tappa pianeggiante, una di montagna, una vallonata, poi quella di sabato di montagna che, di fatto, decreterà il vincitore di questo Giro di Spagna, infine l’ultima, che sarà una passerella pianeggiante a Madrid.
In classifica generale lo sloveno Primož Roglič del Team Jumbo-Visma è messo molto bene, perché ha 2′ 48″ di vantaggio sul secondo, che è lo spagnolo Alejandro Valverde della Movistar, 3′ 42″ su Tadej Pogačar, sloveno dell’UAE Team Emirates, e 3′ 59″ sul colombiano dell’Astana Miguel Ángel López.
Sono ormai troppo distanti e fuori dai giochi il polacco Rafal Majka della Bora Hansgrohe (+7′ 40″) e il colombiano della Movistar Nairo Quintana (+7′ 43″). Quest’ultimo, che ha anche indossato la Maglia Rossa di leader della corsa per un giorno, ora, semmai, dovrà sacrificarsi per Valverde. Il campione del mondo in carica, infatti, si è guadagnato i gradi di capitano sulla strada, anche se difficilmente riuscirà a bissare il successo di dieci anni fa (unico Grande Giro vinto dal fuoriclasse murciano).
Vuelta 2019: le vittorie di tappa nella prima settimana
Facciamo un piccolo riepilogo di quello che è successo finora alla Vuelta 2019 cominciando dalla prima settimana, quella che, dal 24 agosto al 1° settembre, ha visto i corridori affrontare ben nove tappe consecutive prima del primo giorno di riposo a Pau. Il Giro di Spagna è iniziato con una cronosquadre di 13,4 km da Salinas de Torrevieja a Torrevieja. Un percorso pianeggiante che ha visto trionfare l’Astana e ha regalato la prima Maglia Rossa a Miguel Ángel López.
Il colombiano, però, non è riuscito a difenderla il giorno dopo, quando, nella frazione da Benidom a Calpe, lunga 199,6 km e con tre gran premi della montagna (due di seconda e uno di terza categoria), si è imposto Nairo Quintana della Movistar, mentre l’irlandese Nicolas Roche del Team Sunweb si è impossessato della Maglia Rossa proprio davanti al vincitore del Giro d’Italia 2014, e López è scivolato in quinta posizione (a +33″).
Roche è riuscito a conservare il primato in classifica per altri due giorni: dopo la terza tappa di 188 km da Ibi. Ciudad del Juguete ad Alicante, vinta dal suo connazionale della Bora-Hansgrohe, Sam Bennett, in volata, e dopo la quarta frazione di 175,5 km da Cullera a El Puig, che ha visto il trionfo, di nuovo in volata, dell’olandese Fabio Jakobsen della Deceuninck-Quick Step.
La quinta tappa, da L’Eliana all’Observatorio Astrofísico de Javalambre, lunga 170,7 km con arrivo sul gran premio della montagna di prima categoria, è stata conquistata dallo spagnolo Ángel Madrazo della Burgos-BH, mentre Miguel Ángel López, arrivato quarto, è riuscito a riprendersi la Maglia Rossa. Tuttavia, anche in questo caso, il colombiano l’ha persa subito, perché il giorno dopo, al termine della sesta tappa di 198,9 km da Mora de Rubielos ad Ares del Maestrat, vinta dallo spagnolo Jesús Herrada della Cofidis, Solutions Crédits, López si è visto strappare il primato dal belga Dylan Teuns della Bahrain Merida ed è scivolato in terza posizione a un minuto dal primo.
La relazione on-off tra López e la Maglia Rossa è continuata. Dopo la settima tappa da Onda a Mas della Costa, lunga 183,2 km con arrivo su una salita di prima categoria, il colombiano è arrivato terzo, a 6″ dal vincitore Alejandro Valverde e dal secondo classificato Primož Roglič. Il capitano dell’Astana si è così ripreso il primato in classifica con 6″ di vantaggio proprio su Roglič, ma, ancora una volta, ha indossato il simbolo del primato un giorno solo.
Dopo l’ottava tappa da Valls a Igualada, vinta allo sprint da Nikias Arndt del Team Sunweb, la Maglia Rossa è passata al francese Nicolas Edet della Cofidis, Solutions Crédits, con ben 2′ 21″ di vantaggio sul secondo, Dylan Teuns, e 3′ 01″ sul terzo, López. Questo vantaggio è andato sprecato il giorno successivo, quando, nella tappa da Andorra la Vella a Cortals d’Encamp di 94,4 km, Tadej Pogačar dell’UAE Team Emirates ha vinto con 23″ di vantaggio su Quintana e quest’ultimo si è preso la Maglia Rossa, ma con soli 6″ di vantaggio su Roglič, 17″ su López, 20″ su Valverde e 1′ 42″ proprio sul vincitore di giornata.
Vuelta 2019: come è andata la seconda settimana
Come da tradizione, nei grandi giri, le settimane si contano da una giornata di riposo all’altro e la seconda è cominciata con la cronometro individuale da Jurançon a Pau, di 36,2 km, che ha permesso a Primož Roglič di vincere la frazione, impossessarsi della Maglia Rossa con 1′ 52″ di vantaggio su Valverde e di non lasciarla più, almeno finora.
Il giorno successivo, nell’undicesima frazione da Saint-Palais a Urdax-Dantxarinea, lunga 180 km, abbiamo assistito, sul suolo basco, al trionfo del basco Mikel Iturria, oltretutto appartenente a una squadra basca, la Euskadi Basque Country-Murias. Nella dodicesima tappa, invece, dal Circuito de Navarra a Bilbao (171,4 km), c’è stato il capolavoro di Philippe Gilbert, campionissimo belga della Deceuninck-Quick Step.
La tredicesima tappa è stata il trionfo della Slovenia: dopo 166,4 km da Bilbao a Los Machucos, con arrivo in salita Hors Catégorie al Monumento Vaca Pasiega, ha vinto Tadej Pogačar dell’UAE Team Emirates proprio davanti a Roglič che ha guadagnato altri 27″ su Valverde, arrivato quarto. Nella tappa numero 14, da San Vicente de la Barquer a Oviedo (188 km), Sam Bennet ha conquistato il suo secondo successo: lui e Pogačar sono finora gli unici due ciclisti a quota due vittorie in questa Vuelta. L’irlandese ha battuto in volata Max Richeze della Deceuninck-Quick Step e Tosh Van Der Sande della Lotto Soudal.
Nella quindicesima tappa da Tineo al Santuario del Acebo, lunga 154,4 km con arrivo su una salita di prima categoria, la vittoria è andata all’americano Sepp Kiss del Team Jumbo-Visma e Roglič ha difeso la sua Maglia Rossa arrivando ottavo a 2′ 14″ dal vincitore, con Alejandro Valverde alla sua ruota. Infine, nella tappa di ieri da Pravia all’Alto de La Cubilla, lunga 144,4 km e con arrivo su una salita di prima categoria, dopo altri due GPM, sempre di prima categoria, è arrivata la bella vittoria di Jakob Fuglsang dell’Astana, mentre la situazione nelle prime posizioni della classifica generale non è cambiata.
Vuelta 2019: altimetrie delle ultime cinque tappe e favoriti
Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo a Burgos, la Vuelta riparte domani per il rush finale con le ultime cinque tappe che ci consegneranno il vincitore di questa 74esima edizione. Si ricomincia con la frazione più lunga di tutte, la diciassettesima, da Aranda de Duero a Guadalajara, di ben 219,6 km, ma pianeggiante. A meno di una fuga bidone, il trionfatore di giornata sarà molto probabilmente un velocista, con Sam Bennett favorito per il suo ottimo stato di forma. L’irlandese punterà al tris, mentre altri velocisti come Max Richeze della Deceuninck, Luka Mezgec della Mitchelton-Scott,Tosh Van Der Sande della Lotto Soudal, Fernando Gaviria dell’UAE-Team Emirates, punteranno al primo successo di questa Vuelta dopo i piazzamenti in top ten ottenuti nelle altre tappe piatte.
La diciottesima tappa ha come partenza Comunidad de Madrid – Colmenar Viejo e arrivo a Becerril de la Sierra dopo 177,5 km e soprattutto dopo ben tre gran premi di prima categoria. È una tappa in cui, molto probabilmente, la fuga arriverà fino alla fine, mentre i big si terranno d’occhio l’un l’altro per tutto il tempo. Non è escluso che qualcuno di loro possa decidere di attaccare nel finale. Soprattutto Alejandro Valverde, che è secondo in classifica, potrebbe avere la possibilità di ridurre il gap da Roglič puntando sulle proprie ottime doti da discesista, visto che l’arrivo è in leggera salita, subito dopo la discesa da Puerto de Cotos che raggiunge i 1.830 metri di altitudine.
La diciannovesima tappa, invece, a parte un gpm di terza categoria nei primi 20 km, non presenta difficoltà altimetriche e, dopo la partenza da Ávila e un percorso di 165,2 km, l’arrivo a Toledo potrebbe essere di nuovo in volata, con Sam Bennett e compagnia a darsi battaglia per la vittoria di giornata.
La ventesima tappa da Arenas de San Pedro a Plataforma de Gredos, lunga 190,4 km, sarà durissima e decisiva per la classifica generale. Presenta ben sei gpm: il primo di prima categoria, Puerto de Pedro Bernardo, al km 34; subito dopo, al km 45, c’è Puerto de Serranillos, di seconda categoria, poi, dopo la discesa, si torna a salire verso Alto de Navatalgordo, di seconda categoria al km 69,5. Si procede per qualche chilometro su un percorso frastagliato, poi si giunge al km 119 a un gpm di terza categoria, Puerto de Chía. Dopo la discesa, c’è la salita più dura della giornata, Puerto de Peña Negra, di prima categoria e con una pendenza media del 5,9%, che farà raggiungere ai corridori i 1.910 metri di altitudine. C’è poi l’ultima salita, proprio all’arrivo, sulla Plaaforma de Gredos, di terza categoria, lunga 9,4 km a una pendenza media del 3,8%. È una tappa per scalatori puri in cui i big della classifica generale si sfideranno sulle pendenze più ardue. La Movistar, se Valverde sarà ancora in corsa per la Maglia Rossa, proverà a mettere in difficoltà Roglič sfruttando le doti di Nairo Quintana, che potrebbe anche puntare alla vittoria di tappa, un po’ come ha fatto Vincenzo Nibali al Tour de France, facendosi valere all’ultima occasione possibile.
La ventunesima e ultima tappa da Fuenlabrada a Madrid, lunga 106,6 km, è completamente piatta, con un circuito da ripetere otto volte nella Capitale. È la passerella per la Maglia Rossa e la sua squadra, mentre le squadre dei velocisti resteranno concentrate fino all’ultimo metro perché quasi certamente la frazione si concluderà con uno sprint finale con gli stessi favoriti delle altre tappe piatte, da Sam Bennet in giù.
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