Pierluigi Gollini ha iniziato una nuova avventura in Inghilterra. Dopo aver svolto le visite mediche in Italia, è volato a Londra per firmare il contratto che lo legherà al Tottenham. Per il “Gollo” non è la prima esperienza in terra di Albione, visti i trascorsi poco fortunati con le maglie di Manchester United ed Aston Villa. “Mi chiamarono i miei genitori dicendomi: ‘Veniamo a trovarti a Firenze’. mio padre ha tirato fuori un biglietto da visita dello United e lì ho capito. Era qualche mese che mi chiedeva se me la sentissi di andare all’estero, scherzandoci sopra”: questo l’aneddoto del portiere sul suo primo approdo in Inghilterra.

Ma se oggi è diventata una normalità per i calciatori italiani trasferirsi in Premier League, a partire dagli anni 90 invece, era da considerarsi una vera e propria novità. Perciò abbiamo deciso di rinfrescarvi la memoria ricordando molti “top” e qualche “flop” che hanno provato in passato questa esperienza.

Un Chelsea che parla italiano

Alla fine degli anni 90 il Chelsea, guidato dagli italiani Zola, Di Matteo, Vialli e Cudicini, fece sognare lo Stamford Bridge. Gianfranco Zola o “Magic Box” come venne soprannominato in Inghilterra, è l’italiano con più presenze (229) che portarono alla conquista di ben 2 coppe d’Inghilterra, senza però riuscire a vincere la Premier League. Dopo sette stagioni a Londra è stato insignito anche del titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Roberto Di Matteo occupa un posto speciale nel cuore dei tifosi del Chelsea. Se da giocatore riesce ad andare a segno in entrambe le finali di FA Cup vinte nel 1997 e nel 2000, il vero miracolo lo compie da allenatore nel 2012, consegnando (da subentrato) al club, la prima storica Champions League.

Anche se con meno apparizioni in campo rispetto a Zola e Di Matteo, Gianluca Vialli diventerà comunque una bandiera dei Blues, prima da giocatore conquistando una FA Cup, e poi nel doppio ruolo (poco fortunato) di giocatore-allenatore.

Fu proprio Vialli a volere fortemente Carlo Cudicini, che vestì la maglia del Chelsea per ben 10 stagioni e nel 2002 venne scelto come miglior portiere della Premier League.

Paolo Di Canio, il gesto di fair play più bello della Premier

Grazie ad i 67 gol realizzati, Paolo Di Canio è attualmente l’italiano più prolifico nella storia della Premier League. Inserito nella “Hall of Fame” del West Ham, ne diventerà a tutti gli effetti una leggenda. Il suo comportamento, qualche volta sopra le righe, divenne un must per il club londinese, così come rimasero per sempre nella memoria dei tifosi degli Hammers alcune prodezze incredibili come il gol realizzato in sforbiciata ad Upton Park o il gesto che gli valse il premio FIFA Fair Play Award, quando afferrò il pallone con le mani dopo il cross del compagno di squadra, anziché concludere a porta sguarnita, per permettere i soccorsi al portiere avversario.

Jorginho re d’Europa

Pochi calciatori possono vantarsi di aver conquistato nella stessa stagione il titolo di campione d’Europa sia con la maglia del club che con quella della nazionale. Jorginho ci è riuscito da protagonista in entrambe le occasioni. Dal 2018 è alla guida del centrocampo dei Blues, diventandone presto un elemento imprescindibile.

Why always me?

Leggi “Why always me?” e pensi subito a Mario Balotelli. Anche se criticato per alcune bravate compiute dentro e fuori dal campo, Super Mario rimane sicuramente molto apprezzato dai tifosi del Manchester City per il preziosissimo apporto che diede nel 2012 per la conquista della Premier League. In quella stagione Balotelli realizza 17 gol e diversi assist, tra cui quello decisivo ad Aguero per il 3 a 2 finale in rimonta sul QPR, nell’ultima giornata di campionato.

Si può dare di più!

Se, come abbiamo visto, per alcuni l’esperienza inglese si è conclusa in maniera trionfale, per altri invece è da considerarsi come un periodo da dimenticare in fretta. I “flop” italiani in Inghilterra sono molti di più di quanti immaginiate, perciò ve ne vogliamo ricordare alcuni.

A guidare questa speciale classifica troviamo Marco Materazzi, che intervallò la sua esperienza a Perugia, vestendo per una stagione la maglia dell’Everton. Solo 27 presenze e 4 cartellini rossi in Premier per il futuro campione del Mondo, che fece immediato ritorno in Italia.

Christian Panucci arriva nel 2000 al Chelsea degli Italiani Zola, Vialli e Di Matteo. Con Vialli in panchina l’ex terzino sembra partire con il piede giusto, ma la squadra vive un periodo di risultati negativi che portano all’esonero dell’allenatore, sostituito da Claudio Ranieri. Panucci perde così il posto a favore di Mario Melchiot e dopo solo 8 presenze si trasferirà al Monaco.

Federico “Chicco” Macheda, arrivato al Manchester United da Golden Boy e pupillo di Sir Alex Ferguson, è salito alla ribalta il 5 aprile 2009, quando da subentrato nel match contro l’Aston Villa realizza nei minuti di recupero il gol del 3-2, che risulterà poi decisivo per la vittoria del titolo. Tutti in Premier pensavano fosse nata una stella, ma una serie infinita di prestiti in giro per l’Europa ne bloccarono al decisiva consacrazione.