Giornalista: “Pare che Ronaldinho l’altra notte sia tornato alle 3 del mattino, cosa ne pensa?”

Ancelotti: “Aveva il permesso fino alle 5 del mattino, è tornato alle 3, significa che non si stava divertendo.”

Le nostre curiosità sull’uomo del momento partono proprio dalla sua esperienza al Milan, l’unica squadra nel suo cuore, ma non è stato sempre così. 

Ancelotti: “Ero interista. Il mio idolo era Mazzola.”

In pochi ci crederanno ma il passato dell’attuale tecnico del Real Madrid è stato a tinte nerazzurre.
Ero stato comprato, diciamo, da tifoso, perché avevo mio cugino che viveva a Milano e mi aveva portato un completo dell’Inter, con la maglia e i pantaloncini, e da quel giorno ero diventato tifoso dell’Inter”. Inizia così la storia nel calcio di Carlo Ancelotti, inizia con i colori della Beneamata.
”Forza Inter” adesso è impossibile da dire, però ho pianto anche per l’Inter e questo lo posso dire. L’Inter andò a Mantova a giocare ma purtroppo non riuscimmo a trovare i biglietti, però, con astuzia mi posizionai davanti ad un cancello a piangere per 45 minuti e alla fine, a furia di vedermi piangere, lo steward mi lasciò entrare a vedere il secondo tempo. Mi ricordo che nel secondo tempo l’Inter fece 5 gol e vinse 6 a 1 quella partita. È stata l’unica volta che ho visto l’Inter dal vivo.”

Poi il Milan, prima da giocatore e poi da allenatore, una storia con quei colori che cambiò per sempre la sua fede calcistica. 

Non solo Kakà, tra i calciatori preferiti di Ancelotti

Ancelotti ha sempre puntato prima di tutto sul gruppo, poi le doti tecniche sono un’altra cosa. Uomo spogliatoio, in grado di fare la differenza sia dentro che fuori dal campo. Tutti i giocatori che ha allenato hanno sempre parlato bene dell’allenatore di Reggiolo: una guida pronta al confronto. Ma chi sono stati i calciatori ad averlo impressionato maggiormente a livello tecnico?

Sulla panchina bianconera pochi dubbi, la classe di Zizou era pazzesca.
Degli anni juventini ricordo tante cose: a cominciare da Zidane, in assoluto il giocatore più forte che io abbia mai allenato. Il rammarico, se così posso dire, è che raramente, in partita, Zidane riusciva a fare le cose mostruose mostrate in allenamento.”

Al Milan sono stati due più di altri ad averlo lasciato senza parole: Andrea Pirlo e Ricardo Kakà. “Sul suo conto mi ero sbagliato. L’avevo paragonato a Tonino Cerezo e lui continuò a prendermi in giro a lungo, per quel paragone errato. Altro che Cerezo: Kakà era un fenomeno e, a differenza di Zidane, quello che mostrava in allenamento faceva anche in partita. Fu una fortuna averlo.”

E chiudiamo con la prima parentesi al Real Madrid dove, davanti agli occhi, ne aveva parecchi che con i piedi insegnavano calcio. “Cristiano Ronaldo è di un altro livello. Segna con una facilità incredibile ed è difficile trovare le parole per definirlo.”

La rissa all’aeroporto di Caselle raccontata da Ancelotti

8 novembre 2000, Ancelotti, allenatore della Juventus, si gioca parte della qualificazione alla fase finale della Champions in trasferta contro il Panathinaikos dell’ex Paulo Sousa.
Proprio il centrocampista apre le danze all’Olympic Athletic Center di Atene, al minuto 7 da calcio piazzato. La serata bianconera sembra migliorare dopo il gol del pareggio di Pippo Inzaghi, ma le numerose assenze si vedono e la Vecchia Signora esce dal campo sconfitta per 3 a 1.
Al ritorno in Italia, ad aspettare la squadra un gruppo di persone non proprio felici della prestazione. “Una mattina alle quattro, all’aeroporto di Caselle, tornavamo da Atene, avevamo appena fatto una figuraccia in Champions League contro il Panathinaikos ed abbiamo trovato ad aspettarci un gruppetto di ragazzi che non ci volevano esattamente rendere omaggio. Al passaggio di Zidane l’hanno spintonato ed è stata la loro condanna. Non a morte, ma quasi. Montero ha visto la scena da lontano, si è tolto gli occhiali con un’eleganza che pensavo non gli appartenesse e li ha messi in una custodia. Bel gesto, ma pessimo segnale, perché nel giro di pochi secondi si è messo a correre verso quei disgraziati e li ha riempiti di botte. Aiutato da Daniel Fonseca, un altro che non si faceva certo pregare. Paolo adorava Zizou, io adoravo anche Paolo, puro di cuore e di spirito. Un galeotto mancato, ma con un suo codice d’onore.”