Terminata la stagione, con i meritati onori al Bayern trionfatore della Champions mentre l’Europa League, quatta quatta, al fischio finale, in Italia tornava repentinamente a essere solo l’Europa League, è stato bello rivedere i nostri al lavoro, Andrea Pirlo in conferenza e leggere la notizia relativa al probabile acquisto di un giocatore giovane, poco conosciuto e, ecco la parte più divertente, di cui alcun media aveva mai parlato in questi mesi. Milik, Dzeko, Cavani, Icardi, Locatelli, Zaniolo, Cristante, Chiesa, Vidal, sogni, beffe, perfino Suarez e Messi, ma neanche una riga sul prode Weston McKennie, americano, in Germania da piccolo, poi di nuovo negli Usa, da qualche anno tornato per la chiamata dello Schalke04.

Ripenso a Vidal: l’acquisto che mi ha dato maggior soddisfazione è stato probabilmente quello del cileno. Non il più talentuoso, non il più forte, non il più atteso, forse nemmeno un titolare. Ma mi piaceva esattamente questo: che fosse un giocatore comunque già formato, appartenente a un’altra cultura ma ormai perfettamente integrato in un calcio nostro parente come quello tedesco, che fosse conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, che il prezzo fosse sensato: facile godere con Higuain e Ronaldo, ma vuoi mettere la soddisfazione di andare a pescare Vidal e Pogba spendendo qualche milione di euro in tutto?

Parlo di lui senza alcun convincimento che McKennie possa ripercorrere le sue orme: un centinaio di partite con lo Schalke, a quell’età, condite da qualche gol e assist, sono un buon biglietto da visita; da qualche video su Youtube (che bello, scoprire i nostri nuovi giocatori dopo averli acquistati) pare dinamico, rapido, aggressivo, forte di testa; l’investimento è di quelli che piacciono a me (3 o 4 per il prestito più 18 circa per il riscatto?). Tutto bene, per carità, ma per giocare nella Juventus di questi anni devi essere un grande giocatore, devi appunto essere un Vidal, un Pogba, un Khedira, un Pjanic, quantomeno un Bentancur, sennò si fa fatica. Basti chiederlo a giocatori già affermati come Ramsey e Rabiot: imporsi alla Juventus è un’impresa completamente diversa rispetto a fare delle buone stagioni nello Schalke04, dodicesimo nella Bundesliga.

E se davvero arriverà a Torino, sarò curiosissimo di vederlo all’opera, ma non escludo affatto che nell’arco di qualche stagione il suo destino sarà un altro, com’è accaduto per altri giovani talenti – si pensi a Lemina – non all’altezza della Juventus. Qui infatti mi riferisco solo metodo: scovare i migliori giovani d’Europa, quelli non ancora sulle primissime pagine, pagarli il prezzo giusto, fare di tutto perché crescano da noi secondo le loro potenzialità, altrimenti addio senza salassi, recensioni e minusvalenze.

Poi è ovvio, non si vincono i campionati solo con i Vidal, figuriamoci con i McKennie: allora viva i grandi nomi per l’attacco, ma anche lì conservo un dubbio sull’investire milioni e milioni di ingaggi per giocatori che il meglio lo hanno già dato e non sono rivendibili. Un conto è Cristiano Ronaldo, il mostro, ma non sono convinto che i centravanti che possano fare al caso della Juve siano solamente i grandi nomi di qualche anno fa, come Dzeko, Cavani e Suarez, senz’altro pronti ed esaltanti ma da sostituire già dopo una o due stagioni e l’obbligo di ripartire da capo e non sbagliare. Così, tra i tanti nomi letti, uno dei miei preferiti è quello di Aouar, da prendere ormai forse già con uno o due anni di ritardo, ma non ancora ai livelli dei campioni affermati con stipendi inaccessibili. Giovane, ormai da tempo cardine di una squadra in crescita, talentuoso ma non pigro.

E non so se renda meglio da trequartista o da mezz’ala, se possa essere perfettamente funzionale al progetto di Pirlo. Ma ho letto che ha lo stesso procuratore di McKennie, quindi stai a vedere che… Un altro motivo, tra i tanti, per accogliere con affetto e un grande in bocca al lupo il giovane americano. Che dobbiamo ancora scoprire. Di cui stiamo cercando video, notizie e pareri con avidità. Che non sarà certo Vidal. Che non ha ancora spazio nelle prime pagine, ma domani chissà.