Il massimo campionato di calcio italiano giunge alla terza sosta per le nazionali con l’Inter di Simone Inzaghi che la fa indubbiamente da padrone. Contro il Frosinone i nerazzurri hanno confermato di essere la squadra da battere per questo tricolore, dopo che il cammino in Champions League dello scorso anno ha innalzato il livello di consapevolezza e fiducia nei propri mezzi da parte dei nerazzurri. Al tecnico del club meneghino vanno tanti complimenti per aver sopperito ai cambi in rosa con il lavoro sul campo: le assenze di Dzeko e Lukaku non si sono mai avvertite e se Thuram è subito diventato un centravanti moderno il merito è principalmente il suo. E poi c’è capitan Lautaro Martinez, che dopo la vittoria dl Mondiale è un top player in costante crescita.

Juventus: bravo Allegri, Vlahovic in calo

La Juventus si conferma seconda forza del campionato e addirittura allunga portandosi a +6 sul Milan e +8 sul Napoli. I bianconeri hanno come obiettivo principale quello di concludere la stagione tra le prime quattro per disputare il prossimo anno la Champions League e tornare così nel calcio che conta, ma se al momento si trovano al secondo posto gran parte del merito è di Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese, spesso criticato, è riuscito a ridare solidità ad una squadra che ha in Bremer l’alfiere più in mostra in questo momento. Il difensore brasiliano è al top in questa fase: muro invalicabile in fase difensiva, pericoloso quando si proietta nell’area avversaria. È vero, gli attaccanti segnano poco (Vlahovic il flop del momento dopo un buon inizio di stagione, anche per via di alcune noie fisiche), ma sono fin qui 8 i calciatori diversi andati in rete e questa non è mai una cattiva notizia.

Milan e Napoli, così non va

Rossoneri e partenopei, invece, sono le due delusioni di questo scorcio di stagione. Il Diavolo, che lo scorso anno sul campo è arrivato 5° con lo scudetto sul petto (poi qualificato in Champions League per la penalizzazione della Juventus), si è scatenato sul mercato in estate, ma, dopo un inizio nel quale mister Pioli sembrava aver subito trovato la quadra, i rossoneri si sono un po’ persi strada facendo, salendo su un’altalena che non è da grandi squadre. Il flop è sicuramente rappresentato dalla preparazione atletica o da chi se ne occupa, perché il numero di infortuni muscolari non può essere normale dopo pochi mesi dall’inizio della stagione. Ultimo a finire ko è Leao, croce e delizia di questo Milan, che starà fuori un paio di settimane per una lesione di primo grado al bicipite femorale della gamba destra.

Regna il caos, invece, in casa dei campioni d’Italia, con Garcia – scelto in prima persona dal presidente De Laurentiis – che non ha mai convinto la piazza partenopea. Lo stesso numero uno del club avrebbe delegittimato il tecnico davanti ai calciatori nell’intervallo della gara poi terminata con la sconfitta casalinga contro l’Empoli e ormai l’esonero è alle porte. Senza Osimhen, fermo ai box da diverse settimane, e con Kvaratskhelia che non riesce ad accendersi con la stessa costanza della passata stagione, i campani hanno perso tante certezze. L’impressione che hanno avuto probabilmente Spalletti e Giuntoli, ovvero di aver fatto qualcosa di unico e irripetibile, si sta tramutando in realtà e il presidente non sembra avere la lucidità giusta per gestire la pressione di una piazza troppo umorale.

Romane attardate

Tallonano i partenopei Atalanta e Fiorentina, a pari punti a quota 20, ma con un rendimento troppo altalenante per poter ambire in questo momento a posizioni più nobili della graduatoria. Attardate Roma e Lazio, rispettivamente a quota 18 e 17 punti. Il derby giocato domenica ha sostanzialmente confermato i limiti di due formazioni che non hanno ancora trovato la loro dimensione in questa Serie A. Il potenziale delle rispettive rose sembra essere all’altezza della lotta per le prime quattro posizioni, ma sia José Mourinho sia Maurizio Sarri sembrano non essere riusciti ancora a trovare il definitivo bandolo della matassa. I giallorossi, con Dybala rientrato da poco, sono sostanzialmente Lukaku-dipendenti, con il centravanti belga subito calatosi a suon di gol nella nuova realtà, ma non producono, a detta dei più, un gioco che sfrutti appieno le caratteristiche del roster a disposizione. I biancocelesti, invece, stanno pagando tra le altre cose il non aver sostituito adeguatamente Milinkovic-Savic e il logorio atletico di Ciro Immobile, troppo spesso parso il lontano parente del bomber ammirato nel recente passato.

Nella zona calda della classifica, maglia nera alla Salernitana che, nonostante il cambio di allenatore (da Paulo Sousa a Filippo Inzaghi), non ha invertito la rotta dei risultati e oggi si trova all’ultimo posto con 5 punti. A rischio la panchina di Marco Baroni a Verona, vista la penultima posizione (8 punti), mentre per il resto la lotta salvezza è ancora abbastanza accesa con diverse formazioni che possono essere al momento coinvolte.