Il campionato di Serie A si ferma per dare spazio alle nazionali, ma è caos poiché diverse Asl hanno bloccato i calciatori in bolla. Infatti al momento le unità sanitarie delle rispettive regioni hanno fermato i giocatori di Fiorentina, Roma, Lazio e Sassuolo. I giocatori dell’Inter, invece, secondo quanto comunicato finora dal club, potranno raggiungere i rispettivi ritiri delle Nazionali solo con mezzi privati, ma si attendono sviluppi nelle prossime ore. L’ad dell’Inter, Beppe Marotta, ha chiesto l’intervento del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, in modo che questa sosta per le nazionali non rappresenti occasione per creare disparità tra club che manderanno i giocatori alle nazionali e quelli che invece li potranno far riposare in vista dei prossimi impegni.

Serie A: comandano il Milan e Ibra

Tornando al campionato, dopo 7 giornate in vetta alla classifica c’è il Milan di Stefano Pioli che, dopo la prima sconfitta stagionale rimediata in Europa League contro il Lilla, ha pareggiato in casa contro il Verona di Ivan Juric. I rossoneri, 17 punti fin qui e con un saldo di +8 rispetto alla scorsa stagione, stanno raccogliendo i frutti del lavoro svolto nelle ultime stagioni, con tanti giovani innestati in una rosa che sta facendo importanti passi in avanti. Il faro è Zlatan Ibrahimovic, calciatore eterno che a 39 anni è in grado di trascinare i suoi e di prendersi le responsabilità di parafulmine in un club che vuole tornare al più presto a calcare i palcoscenici della Champions League. Non è un caso che lo stesso Ibra sia l’attuale capocannoniere della Serie A con 8 reti, due in più di Belotti e Ronaldo, che però ha come parziale scusante quella di aver saltato per Covid due partite contro Crotone e Verona, che avrebbero potuto rimpinguare il suo bottino.

La Juve è solo CR7 e Morata?

A proposito di CR7, il suo gol non è bastato per consentire alla Juventus di uscire con i tre punti dallo stadio Olimpico contro la Lazio. Si è trattato del 4° pareggio su 7 partite per la Juve di Andrea Pirlo, che fa specie vedere al 5° posto in classifica con 13 punti, ben 6 in meno rispetto alla precedente stagione (e con una partita vinta a tavolino contro il Napoli, sulla quale pende ancora il ricorso degli azzurri). Dopo 9 scudetti consecutivi, sembra che i bianconeri siano in difficoltà come non era mai successo nelle precedenti stagioni. Il cambio di allenatore e di mentalità sta inevitabilmente influendo sulla costruzione del gioco, ma come ha sottolineato ieri lo stesso tecnico bianconero, quello che manca è la cattiveria. La Juventus è nota per essere cinica e mai doma, quella attuale è una squadra abbastanza compassata – se si eccettuano pochi elementi, come un Morata rientrato in Italia più maturo sia come calciatore sia come uomo – e per nulla spietata nel chiudere le partite.

Lo si è visto contro la Lazio – in ripresa la formazione di Inzaghi, nonostante paghi un inizio di campionato a singhiozzo e tante assenze – ma anche contro Crotone e Verona. A proposito degli “Scaligeri”, se si trovano solo ad un punto dai bianconeri non ci si deve affatto sorprendere. Esattamente come la passata stagione, i veneti propongono calcio e corrono tantissimo, a conferma dell’ottimo lavoro svolto dal loro tecnico Ivan Juric. Una gradita conferma per il massimo campionato nostrano e forse per i gialloblù è arrivato anche il momento di alzare l’asticella per inseguire il sogno di una qualificazione all’Europa League, peraltro già sfiorata lo scorso anno.

Il Sassuolo è “la nuova Atalanta”

Intanto, al secondo posto in classifica con 15 punti si trova il Sassuolo di Roberto De Zerbi, un tecnico che non può più essere considerato soltanto una rivelazione. I neroverdi sono ormai una delle certezze della nostra serie A, un progetto che sta raccogliendo i frutti dopo le basi poste dal patron Squinzi. Dopo gli anni di Eusebio Di Francesco, sembrava che il Sassuolo dovesse essere destinato a perdere di entusiasmo, invece la scelta di un tecnico dalle idee chiare e propositive, ha dato nuova linfa a tutto l’ambiente e non ci si deve sorprendere se lo si trova oggi tra le grandi. Merito della maturazione di capitan Domenico Berardi e della grande voglia messa in campo dall’esperto bomber Ciccio Caputo (5 gol fin qui), ma è tutto il collettivo ad essere ormai entrato nei meccanismi di gioco orchestrati da mister De Zerbi, tanto che chiunque scenda in campo – vedasi la vittoriosa trasferta di Napoli – fa il suo alla perfezione senza mai snaturare l’dentità ormai consolidata della squadra.

Il Sassuolo, insomma, potremmo considerarlo la nuova Atalanta, la squadra di Gasperini che attualmente ha 13 punti come la Juventus e che è ormai da considerarsi una delle big della Serie A. I nerazzurri bergamaschi hanno pagato nelle ultime settimane le numerose assenze per infortuni e positività al Covid, perché altrimenti avrebbero potuto ottenere di più sia in campionato sia in Champions League. L’ultima gara, quella casalinga contro l’Inter, ha comunque confermato come, pur senza tanti titolari, i ragazzi della Dea siano in grado di sfoderare prestazioni importanti contro qualsiasi squadra, nonostante ci siano ancora alcune perplessità sui nuovo innesti, soprattutto per quanto riguarda le fasce.

Napoli e Roma, rose da scudetto

Subito dietro il Sassuolo, a quota 14 punti, ci sono Napoli e Roma. Sugli azzurri ci sarebbe da fare un discorso a parte dato che si attende ancora una decisione sul ricorso per la partita Juve-Napoli: gli uomini di Gattuso potrebbero anche riavere il punto di penalizzazione e la possibilità di giocarsi la gara contro la Juve. Al di là di queste ipotesi, il Napoli ha dimostrato di avere un organico davvero all’altezza per poter puntare finalmente alla vittoria dello scudetto, nonostante il passo falso casalingo contro il Sassuolo. L’arrivo di Bakayoko ha permesso a Gattuso di poter varare con decisione il modulo 4-2-3-1 con la possibilità di far coesistere Mertens ed Osimhen davanti. Il belga, però, appare ancora lontano dalla sua migliore condizione e in fase realizzativa sembra aver perso lo smalto dei tempi migliori: appena due le reti segnate fin qui tra campionato e coppa.

La Roma di Fonseca sembra, invece, la squadra più in forma negli ultimi turni di campionato. Senza contare la sconfitta a tavolino della prima giornata contro il Verona, per cui si attende ancora l’esito del ricorso presentato dalla società giallorossa, con la vittoria di Genova la Roma è arrivata al 15° risultato utile consecutivo in Serie A, con l’ultima sconfitta che risale al 2-1 subito proprio dal Napoli lo scorso 5 luglio. In questa striscia i giallorossi hanno totalizzato 11 vittorie e 4 pareggi, proprio come il Milan di Stefano Pioli. La difesa a tre, introdotta nel finale della scorsa stagione, sembra essere stata la chiave di volta dell’esperienza romanista di Paulo Fonseca che, seppur con qualche scetticismo nell’ambiente, sta ottenendo ottimi risultati. L’attacco over 30 Mkhitaryan-Pedro-Dzeko fornisce ampie garanzie in termini di tecnica ed esperienza: il compito del tecnico portoghese sarà quello di gestirli nel migliore dei modi, nella speranza che anche le seconde linee possano dare il loro decisivo contributo.

Deludono l’Inter e Conte

A proposito dell’Inter, i ragazzi di Antonio Conte non sembrano avere quella rabbia agonistica della passata stagione, ma non raccontatelo al tecnico nerazzurro che nell’ultima intervista ha fatto capire abbastanza chiaramente come non ci sia un problema di quel tipo. Si dice che le squadre del tecnico salentino diano il meglio di sé nel primo campionato e che poi vadano scemando poiché lo stesso tende a “spremere” come un limone gli elementi a disposizione. Non sappiamo se sia questo il caso, ma per investimenti fatti sul mercato i nerazzurri erano considerati i candidati numero uno allo scudetto. Attualmente, invece, si trovano al 7° posto con 12 punti, 3 vittorie, altrettanti pareggi e una sconfitta. Se si allarga il discorso all’Europa, sono tre vittorie in dieci partite totali: i nerazzurri non partivano così a rilento dalla stagione 2016/2017. Il cammino in campionato e in Champions è nettamente al di sotto delle attese, e la piazza rumoreggia proprio contro il tecnico, accusato di non riuscire a schiodarsi dal suo modulo con la difesa a tre. Un modulo che continua ad emarginare Eriksen, ma al contempo che non riesce più a dare l’ermeticità dell’anno scorso. L’Inter prende gol ad ogni azione subita e se i suoi attaccanti non fanno gol a raffica, è difficile superare almeno di una rete gli avversari. Lukaku e Lautaro al momento ne hanno messi insieme 9, ma soprattutto l’argentino è parso poco lucido sotto porta, anche se nettamente in ripresa contro l’Atalanta. Al suo score mancano un bel po’ di marcature, che al netto della fase difensiva da registrare, probabilmente avrebbero potuto garantire all’Inter qualche punticino in più.