La 34ᵃ giornata di Serie A emana 5 verdetti: la Spal è la prima squadra a retrocedere in Serie B, Inter e Atalanta, ora irraggiungibili per la Roma, sono matematicamente qualificate alla prossima Champions League. Fiorentina e Sampdoria vincono contro Torino e Parma e raggiungono la quota salvezza, in una stagione decisamente travagliata per entrambe le squadre. Ecco chi ha brillato e chi ha deluso in questo turno di campionato.

Serie A: i TOP della 34ᵃ giornata

Cristiano Ronaldo Due gol in 3 minuti che abbattono la Lazio, nel posticipo di ieri sera, e chiudono virtualmente la pratica Scudetto, che con la Juve a +8 sull’Inter ora può dirsi blindato. Il portoghese completa la rincorsa alla vetta della classifica marcatori, raggiunta a quota 30 in coabitazione con Ciro Immobile (anche lui in gol nella gara contro la Juventus) e diventa il giocatore più veloce a superare quota 50 reti in Serie A dall’introduzione dei 3 punti: ha impiegato appena 61 gare (il record precedente era detenuto da Andriy Shevchenko, che aveva raggiunto le 50 reti in 68 partite). Ma non solo perché c’è anche un altro record stabilito dal portoghese: Ronaldo è anche il primo calciatore nella storia a segnare almeno 50 reti sia in Serie A, sia in Premier League, sia nella Liga.

Stefano Pioli. Prima dello stop era considerato un tecnico di transizione per un Milan pieno di problemi. La ripresa del campionato ha restituito una squadra rinata nel gioco e rilanciata in ottica europea dai punti macinati sul campo (nelle ultime 8 partire il Milan ha conquistato 20 sui 24 punti a disposizione). Non solo: l’altissimo rendimento dei rossoneri sta avendo ripercussioni positive sulle quotazioni di tutti i protagonisti della rosa, vedi i casi di Theo Hernandez e Ismael Bennacer, che hanno visto crescere i valori dei propri cartellini di oltre 30 milioni di euro da inizio stagione. Pioli mantiene il profilo basso e pensa al presente, ma la dirigenza del Milan, sempre più vicina a Rangnick, avrà più di un pensiero riguardo l’opportunità del cambio di allenatore.

Claudio Ranieri. Quella su cui si è seduto ad ottobre era la panchina di una Sampdoria ultima in classifica, contestata dalla propria tifoseria e su cui si allungavano le ombre di un’annata disastrosa. A 4 giornate dal termine il tecnico romano completa la rimonta salvezza, risollevando le sorti della partita contro un Parma che si era portato sul doppio vantaggio. Il cambio di modulo con cui nel secondo tempo ridisegna la squadra, passando dal 4-4-2 ad un 4-3-1-2 che libera lo spazio di manovra per Quagliarella, ribalta le sorti di una gara che i blucerchiati vincono per 3-2, dopo essere andati al riposo sotto di due gol. Una lettura da maestro, la firma d’autore sul piccolo capolavoro stagionale.

Il Genoa. Persa la partita contro il Torino nello scorso turno di campionato, quella con il Lecce era una gara da dentro o fuori per gli uomini di Nicola. Perdere sarebbe significato sorpasso da parte dei salentini e terzultimo posto. Così non è stato: i rossoblù mettono in campo una prestazione tutta nervi, specchio dell’importanza capitale della posta in palio. Hanno la meglio a 9′ dalla fine grazie ad un autogol, frutto di una sfortunata deviazione di Gabriel sul palo colpito da Jagiello scon un tiro dalla distanza. A +4 dalla zona retrocessione ora Davide Nicola respira, ma invita a non abbassare la tensione: “Abbiamo solo un piccolo vantaggio, non è ancora finita”.

Frank Ribery. In una stagione travagliata la Fiorentina può finalmente tirare un sospiro di sollievo e l’uomo da ringraziare è innanzitutto il francese. La sua presenza in campo è la variabile che segna la differenza tra una squadra senza identità e un collettivo bene orchestrato. Detta i tempi della manovra, giostra il reparto avanzato, propizia l’autorete di Lyanco e serve l’assist per il gol di Cutrone. Se contro il Torino la Fiorentina torna alla vittoria casalinga dopo oltre 6 mesi (l’ultimo successo al Franchi, contro la Spal, era datato 12 gennaio) grandi meriti sono del fantasista viola.

Serie A: i FLOP della 34ᵃ giornata

Roma e Inter. Due squadre, un pareggio, nulla di fatto. Un punto che non serve a nessuno, quello portato a casa da Roma e Inter nel 2-2 dell’Olimpico. Inutile per i giallorossi, sempre più incalzati da un Milan schiacciasassi, che ora è a -2; inutile per nerazzurri, che si trovano a steccare l’assolo proprio quando l’avvicinamento alla Juve capolista era tornato a sembrare qualcosa di non impossibile. Al termine della gara Antonio Conte si appella al calendario poco equo: “Sta passando inosservato il nostro calendario, che è folle e che sembra fatto per metterci in difficoltà contro squadre che hanno sempre un giorno in più di riposo. Altri riposano 5 giorni”. L’Inter tornerà in campo domani contro la Fiorentina: con lo Scudetto sfumato, l’obiettivo sarà difendere il secondo posto dalla risalita di Atalanta e Lazio.

La Spal. La squadra ferrarese è la prima retrocessa della stagione 2019-20. Dopo 3 stagioni i biancazzurri tornano in Serie B, conclusione amara ma giusta per i valori messi in campo: 19 punti conquistati, frutto di 5 vittorie, 4 pareggi e 25 sconfitte sono un bottino che mai, in nessun frangente del campionato, ha fatto sperare in un epilogo differente. Non è stata sufficiente la conferma per una stagione di Petagna, così come non ha sortito effetti il cambio in corsa dell’allenatore, con l’avvicendamento tra Semplici e Di Biagio. La stoccata fatale giunge dal Brescia penultimo, che con ogni probabilità priverà i ferraresi dell’ultimo magro obiettivo, ovvero evitare l’ ultimo posto.

Il Lecce. Partita da dentro o fuori quella col Genoa, con le due squadre divise da un punto e la possibilità di sorpasso nel confronti degli avversari di giornata: missione fallita. La squadra di Liverani resta in partita nonostante il gol a bruciapelo subito da Sanabria. I salentini provano a rialzarsi, falliscono un rigore con Mancosu che trova poi il pareggio in avvio di ripresa. Ma non basta: Gabriel insacca nella propria porta e ricaccia i giallorossi a -4 dalla salvezza, che ora si complica sensibilmente. Liverani continua a crederci, ma la strada è in salita.

Il Parma. I ducali non sanno più vincere. Contro la Sampdoria gettano al vento una gara in cassaforte, chiusa in vantaggio di due reti alla fine della prima frazione di gioco. Sesta sconfitta in 7 partite e l’unico punto conquistato in questo periodo è quello ottenuto grazie al pareggio in extremis contro il Bologna. D’Aversa non trova il bandolo: “Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per uscire da questo momentaccio”. Una squadra che aveva dato l’impressione di poter puntare all’Europa ora ringrazia i punti messi in cascina, che scongiurano un finale thrilling.

Il Bologna. La stagione degli emiliani è virtualmente conclusa, è vero, ma il 5-1 incassato dal Milan vale un giro dietro la lavagna. La sintetizza così Sinisa Mihajlovic: “Quando perdi 5-1 devi stare zitto, incassare le critiche, scusarti con tifosi e società e vergognarti. Non sono arrabbiato, sono deluso. Spero che lo siano anche i miei giocatori. Così continueremo a salvarci in anticipo, ma non alzeremo l’asticella”.