Si è conclusa ieri la 7ª giornata di Serie A e, visto che la sosta ci priverà del campionato per circa due settimane, possiamo fare un primo bilancio di questo scorcio di stagione. In vetta alla classifica di Serie A c’è il Napoli, che le ha vinte tutte e vanta uno score di 21 punti conditi dal secondo attacco del campionato (18 gol fatti) e la miglior difesa (solo 3 reti subite). Grande merito di questo exploit va a Luciano Spalletti, che è stato capace di incidere positivamente sulla squadra e sulla piazza, andando a colmare quelle lacune che la precedente gestione tecnica aveva lasciato. Sugli scudi ci finisce spesso Osimhen (4 gol in campionato), ma il valore aggiunto in questo momento sembra essere rappresentato da Insigne, che con l’Europeo ha acquisito ulteriore fiducia nei propri mezzi e ha innalzato il suo rango di leader.

Le milanesi sulla scia del Napoli

Sono un capolavoro anche i 19 punti del Milan di Stefano Pioli, con il tecnico parmense che continua a stupire nonostante in questa prima parte di stagione abbia dovuto rinunciare praticamente sempre ad Ibrahimovic e in parte al nuovo acquisto Giroud. Per citare due calciatori che a nostro avviso hanno fatto un importante step in avanti, tanti complimenti a Tonali (lo scorso anno probabilmente bocciato dai critici troppo rapidamente) e Saelemaekers, che si è guadagnato anche la convocazione in nazionale belga per la fase finale della Nations League.

Paga solo 4 punti rispetto alla vetta l’Inter di Simone Inzaghi, che è fin qui ancora imbattuta come Milan e Napoli. I nerazzurri hanno ceduto pezzi importanti in estate, ma almeno fin qui hanno tenuto botta molto bene. Non sono probabilmente la squadra schiacciasassi dello scorso anno, ma grazie a Dzeko (6 reti) e Lautaro (5), la seconda migliore coppia-gol in Europa dopo quella formata da Benzema e Vinicius Jr, i campioni d’Italia riescono a sopperire ad alcune lacune tattiche che si palesano di tanto in tanto e alle difficoltà di inserimento nei meccanismi della squadra che hanno avuto finora i nuovi acquisti Calhanoglu e Dumfries.

Roma: Veretout e Pellegrini incantano

È sicuramente positivo anche l’avvio di campionato della Roma di José Mourinho, che con 15 punti occupa attualmente la quarta piazza con 5 vittorie e 2 sconfitte, nonostante la sconfitta patita nel derby. Il pareggio non è di casa con lo Special One, ma è una questione di mentalità: il tecnico portoghese vuole tutto e subito, anche a costo di rischiare di non prendere niente. Fin qui la squadra ha risposto bene anche a livello di produzione di gioco, con Veretout e Pellegrini sugli scudi. Non solo per i 4 gol a testa messi a segno (la punta Abraham, ad esempio, è ferma a 2), ma soprattutto per la qualità delle giocate che sia il francese sia il nazionale azzurro (fresco di rinnovo di contratto) riescono a tirare fuori dal cilindro.

Delude, per ora, l’Atalanta, che con 3 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte ad oggi occupa l’ottava posizione con 11 punti. I nerazzurri sembrano essere meno brillanti del recente passato, ma seppur in maniera alternata, fin qui hanno dovuto rinunciare ad alcuni elementi troppo importanti per lo scacchiere tattico di Gasperini: da Zapata a Muriel, passando per Hateboer e ora Gosens. Attenuanti, ma non alibi per una squadra che forse ci ha abituati troppo bene.

La Lazio di Sarri è un cantiere aperto

Non fa impazzire nemmeno la Lazio di Maurizio Sarri, troppo altalenante in questo avvio di campionato. I biancocelesti hanno gli stessi punti della Dea (11), ma anche di Bologna e Juventus, alle spalle della Fiorentina di Vincenzo Italiano (12). La vittoria nel derby del precedente weekend sembrava aver messo sotto il tappeto alcuni problemi, che si sono ripresentati e per giunta più marcati nel 3-0 rimediato a Bologna. Sarri ha evidenziato gli straordinari cui è costretta la formazione capitolina per via del calendario intasato, ma non può essere un alibi. Con 12 gol subiti in 7 partite, la Lazio ha concesso fin qui esattamente come Empoli e Venezia, uno score che non può essere certamente da grande squadra. Sul banco degli imputati finisce per primo il tecnico, ma ci si attende molto anche da elementi di livello come Luis Alberto, che sembra patire un rapporto non proprio idilliaco con Sarri.

La Juve è risorta?

Sembra uscita dal tunnel dopo un avvio disastroso la Juventus di Massimiliano Allegri. Nel derby contro il Toro è arrivata la terza vittoria consecutiva in campionato (in mezzo anche la vittoria in Champions contro i campioni d’Europa del Chelsea), con il tecnico livornese che pian piano sta trovando la quadra in una rosa che probabilmente nelle ultime stagioni ha smarrito il “dna Juve”. Non gioca probabilmente benissimo, ma la Signora è tornata squadra cinica e spietata, grazie soprattutto ad un super Chiesa, al nuovo innesto Locatelli e a de Ligt che, dopo un inizio di campionato con qualche difficoltà, ha eretto un muro a protezione di Szczesny. Anche quest’ultimo si è riscattato con le ultime convincenti prestazioni dopo un inizio di campionato da incubo per via di alcuni svarioni clamorosi.

Tra i personaggi che meritano una menzione particolare, scegliamo Igor Tudor, tecnico che ha letteralmente rivitalizzato l’Hellas Verona: 0 punti in 3 partite con Di Francesco, gli Scaligeri in quattro partite con il tecnico croato hanno messo insieme 2 vittorie e altrettanti pareggi, per un totale di 8 punti, che valgono la 12ª posizione attuale.