Lo stemma del Napoli calcio racchiude una storia di sport lunga quasi un secolo. Racconta, attraverso le sue evoluzioni, la passione di un popolo che spesso ha vissuto il mondo del pallone in maniera totalizzante. Comprende sia le gioie sia le delusioni: due facce della stessa medaglia di una società storica del panorama nazionale. Dalle origini al significato del logo del club partenopeo, scopriamo allora tutto quello che c’è da sapere sullo stemma del Napoli.

Le origini del logo del Napoli calcio

Il logo del Napoli calcio viene concepito appena dopo la nascita della società nel 1926: quasi un secolo di vita per un simbolo carico di storia, testimone dei tempi e delle sue evoluzioni. Lo stemma, in quanto rappresentazione plastica di un’organizzazione, cambierà diverse volte nell’arco degli anni, raccontando meglio di molti almanacchi la vita del club. Dalla fondazione alla rinascita targata Aurelio De Laurentiis, dopo il fallimento e il purgatorio della Serie C, lo stemma conoscerà design differenti per arrivare a quello che vediamo oggi e che rappresenta la squadra del Napoli in Italia e nel mondo.

Il primo stemma del Napoli calcio 1926

Il primo stemma ufficiale è ovviamente sinonimo della nascita dell’Associazione Calcio Napoli: un ovale azzurro con bordi giallo oro sul quale campeggia un cavallo bianco rampante, le cui zampe posteriori sono poggiate su un pallone da calcio. Il cavallo rappresenta, al contempo, sia la città sia l’omonimo Regno. La declinazione simbolica dell’atto di fondazione del club durerà lo spazio di poco più di un anno, prima di subire la prima importante modifica della sua storia.

A fronte della prima stagione a dir poco fallimentare del Napoli, il cavallo rampante non è più ritenuto un simbolo adatto. La scelta, anche autoironica, ricadrà quindi sull’asinello, altro simbolo della città, al quale sarà legato il club da quel momento in avanti. Nel dubbio, sullo stemma non ci sarà più spazio per alcun animale. A partire dal 1928, infatti, una “N” giallo oro in stile napoleonico prenderà il posto del cavallo al centro di una forma questa volta circolare su sfondo azzurro. Quella “N” non lascerà più il cuore dello stemma in tutte le successive evoluzioni, confermandosi come il denominatore comune delle principali tappe della storia del club.

Il logo della SSC Napoli e la sua evoluzione

Lo stemma concepito nel 1928 verrà mantenuto fino al 1964 quando gli Azzurri cambiano denominazione in Società Sportiva Calcio Napoli. La N diventa più piccola per fare posto alla dicitura S.S.C. Napoli che campeggia ai suoi piedi. Lo sfondo resta azzurro così come il contorno giallo oro.

Bisognerà aspettare 16 anni per un nuovo cambio di passo: l’obiettivo è realizzare uno stemma più in linea coi tempi rispetto al suo predecessore. Lo sfondo azzurro non monopolizza più lo spazio ma deve condividerlo con una cornice bianca, che fa da contorno e prende il posto del bordo giallo oro. La cornice bianca ospita in modo circolare la denominazione del club, questa volta per esteso: “Società Sportiva Calcio Napoli”. La N resta color oro e al centro del logo.

SSC Napoli: lo stemma degli ultimi anni fino all’ultima versione

L’alba del nuovo millennio è quella del cambiamento più radicale nella storia dello stemma del Napoli calcio. La cornice assume una tonalità cromatica blu scura, mentre lo sfondo dell’area circolare interna resta azzurra. Le scritte sono tutte bianche, compresa la N al centro. Accanto alla dicitura completa della società viene aggiunto “S.p.A”.

La storia di questa versione del logo della SSC Napoli, però, non è particolarmente lunga e nemmeno fortunata. Nel 2004, a due anni di distanza dal suo concepimento, infatti, il Napoli conosce l’onta del fallimento. La società rinasce dalle sue ceneri sotto la guida del nuovo patron Aurelio De Laurentiis assumendo la temporanea denominazione di Napoli Soccer, che prenderà il post della precedente sul nuovo stemma, molto simile a quello del 2002, tranne per il contorno, che assume una tonalità ancora più scura del blu. Il 23 maggio 2006 vede la luce il logo del Napoli che conosciamo oggi: resta solo la N e vengono eliminate tutte le altre scritte, mentre il contorno riprende la sua tonalità di blu tradizionale.