La Serie A vuole ripartire al più presto dopo la videoconferenza tra l’Uefa, le federazioni e i club che ha sostanzialmente dato il via libera alla riformulazione dei calendari con il rinvio degli Europei al 2021. Ovviamente, di certezze non ce ne sono perché l’emergenza coronavirus può cambiare le carte in tavola da un giorno all’altro, ma il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha ribadito proprio dopo il vertice in video conference con Ceferin: “Siamo ottimisti, l’obiettivo è quello di riprendere a giocare il 3 maggio, oppure il 10 maggio”. Ovviamente, qualora non fosse possibile, sono state effettuate delle proiezioni alternative di calendari, magari con lo sforamento dei campionati a luglio, con il permesso di tutte le istituzioni in ballo.

Serie A: il braccio di ferro per la ripresa degli allenamenti

I club italiani, dal canto loro, nonostante abbiano unanimemente espresso la volontà all’Uefa di portare a termine i campionati, in questi giorni hanno avuto posizioni discordanti sulla ripresa degli allenamenti. Da una parte Lazio, Cagliari, Napoli, Atalanta e Udinese che avrebbero voluto fortemente tornare ad allenarsi al più presto (anche se nerazzurri e bianconeri sono in quarantena). Dall’altro lato l’Inter e tutti gli altri club, inclusa la Juventus, che sponsorizzavano una ripresa degli allenamenti in contemporanea per tutte le squadre e soprattutto quando le condizioni sanitarie lo consentiranno. Ad alimentare un po’ l’incertezza anche alcune dichiarazioni del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che se da un lato ha preannunciato nuovi divieti per chi effettua attività fisica all’aperto anche in solitaria, dall’altro ha auspicato una ripresa rapida dei campionati e di conseguenza degli allenamenti dei club.

Tutti d’accordo tranne uno

Per mettere un punto e risolvere la querelle una volta per tutte, nella giornata di ieri i 20 club di Serie A si sono riuniti in videoconferenza raggiungendo un’intesa di massima per la ripresa delle attività dal 4 aprile (il giorno dopo la scadenza del decreto “Io resto a casa”). Sono 19 le società che si sono espresse positivamente siglando un protocollo d’intesa, mentre una sola è rimasta contraria: la Lazio di Claudio Lotito. Il patron biancoceleste aveva fissato la ripresa degli allenamenti a Formello per lunedì 23 marzo, ma a questo punto difficilmente potrà violare un impegno preso praticamente dalla Lega di A nella sua interezza e alla fine sarà costretto a piegarsi.

Il protocollo d’intesa raggiunto tra i club, che è stato stilato ascoltando la federazione dei medici e in attesa delle decisioni della Protezione Civile, prevede la ripresa degli allenamenti con lavoro a secco, ovvero senza palla dunque, e con tutte le precauzioni del caso. I calciatori, ad esempio, avranno accesso agli spogliatoi solo se scaglionati per evitare contatti ed eventuali contagi.

L’intesa sulla ripresa degli allenamenti al 4 aprile, dunque, spiegherebbe il perché della “fuga” dei calciatori della Juventus all’estero. Higuain, Pjanic e Khedira, dopo Ronaldo, hanno raggiunto le rispettive famiglie all’estero con l’ok della società, anche se la notizia ha destato dubbi e perplessità per modi e tempistica.

Mancini: “Allenamenti ad aprile? Difficile”

Intanto, sulla ripresa degli allenamenti, si sono espressi Roberto Mancini, commissario tecnico della nazionale di calcio, e Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, il sindacato dei calciatori. “Allenamenti ad aprile? Non conosco tutte le situazioni – ha replicato il ct azzurro – è un po’ difficile, i giocatori avranno bisogno di allenamento prima di ricominciare a giocare. Ci sono squadre che sono ferme da molto tempo, 10-15 giorni, ma si può riprendere. È una situazione anomala che nessuno ha mai vissuto. Poi se si recuperano le partite saranno veramente ravvicinate”.

Tommasi: “Allenarsi è pericoloso”

Tommasi è invece maggiormente categorico, convinto anzi che alla fine si arriverà alla cancellazione della stagione.  “Si chiudono le scuole, si può chiudere un campionato o più di uno. L’annullamento va preso in considerazione […] Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati – aggiunge il presidente dell’Assocalciatori – non so cosa abbia in mente. Lo dico senza voler fare polemiche perché questo non è il momento delle polemiche. Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso”.