L’11 maggio del 1969 è una data storica per la Fiorentina: il club viola, infatti, batte la Juventus in trasferta, per 2 a 0, laureandosi campione d’Italia per la seconda volta. Quella disputatasi nella stagione 1968-1969 è stata la 67a edizione della Serie A, la 37a a girone unico.

La prima Fiorentina di Pesaola

La Fiorentina si presenta ai nastri di partenza con un nuovo allenatore, l’argentino Bruno Pesaola, che da calciatore ha vestito le maglie di Roma, Novara, Napoli e Genoa. L’avvio del campionato è tutt’altro che esaltante per la formazione viola, ma in inverno i toscani decollano e il 19 gennaio 1969 conquistano il primo posto in classifica battendo la Juventus per 2-1 grazie alle reti di De Sisti e Maraschi. I viola sentono vicino il titolo di campione d’inverno, ma nel turno successivo pareggiano in casa del Varese (2-2 con i medesimi marcatori della partita precedente per la Fiorentina) e cedono la vetta momentaneamente al Cagliari di Gigi Riva (capocannoniere al termine della stagione).

Per rivedere la Fiorentina in vetta alla classifica di Serie A, bisogna attendere il 9 marzo del 1969, quando i viola battono il Lanerossi Vicenza per 3-0 grazie alle reti di Chiarugi (doppietta) e Maraschi. Da quel momento in poi i toscani mantengono il primo posto in classifica, nonostante l’ottimo campionato di Cagliari e Milan (chiuderanno entrambe al secondo posto con 41 punti). La matematica del 2° scudetto della Fiorentina arriva, dicevamo, l’11 maggio nella penultima giornata di campionato contro la Juventus allo stadio Comunale di Torino. Dopo un primo tempo a reti bianche, i viola perforano la difesa bianconera con Chiarugi e Maraschi, festeggiando al 90° il secondo storico traguardo nazionale. Al termine dell’ultima giornata, poi, la festa casalinga a Firenze al termine della vittoria per 3-1 sul Varese il 18 maggio.

Viola campioni e imbattuti in trasferta

Oltre al secondo scudetto, la Fiorentina eguaglia quell’anno il primato della stagione 1955-1956: in entrambi i casi il campionato dei viola si conclude con una sola sconfitta, ma nel 1968-69 si registra anche l’imbattibilità esterna. Quanto alle altre competizioni stagionali, i viola non riescono a qualificarsi ai quarti di finale di Coppa Italia pur essendo arrivati primi nel proprio girone eliminatorio a pari punti con il Foggia. La migliore differenza reti a favore dei pugliesi fa sì che al turno ad eliminazione diretta vadano proprio i rossoneri. In Coppa delle Fiere, competizione continentale abolita nel 1971, la Fiorentina supera nei primi turni la Dinamo Zagabria e i tedeschi dell’Hansa Rostock, ma non riescono ad andare oltre gli ottavi di finale: dopo aver perso per 3-0 sul terreno del Vitoria Setubal, i toscani vincono 2-1 nel match di ritorno, ma il risultato ovviamente non sarà sufficiente per superare il turno.

Fiorentina 1968-1969: rosa e formazione tipo

Il trascinatore della Fiorentina scudettata del 1969 è, in termini realizzativi, il bomber Mario Maraschi: il suo bottino alla fine della stagione è di 16 gol, di cui 14 in campionato e 2 in Coppa delle Fiere. Determinante, comunque, è stato l’apporto dei tre giocatori sempre presenti in tutte e 30 le partite di campionato: ovvero capitan De Sisti, il centravanti Maraschi e l’estremo difensore Superchi. In attacco, si è distinto anche il brasiliano Amarildo, prelevato nel 1967 dal Milan, che ha contribuito al tricolore con 6 marcature. Sono 7, invece, le reti del bomber di scorta Chiarugi, che le ha messe a segno in 18 presenze, confermando una media gol/minuti molto positiva. La sorpresa è probabilmente l’esterno offensivo calabrese Francesco Rizzo, acquistato proprio l’estate precedente dal Cagliari e che ha dato un contributo importante con 6 realizzazioni.

Il vero capolavoro, però, è stato quello di mister Pesaola, arrivato a Firenze dopo l’esperienza al Napoli e al termine di un intreccio di accordi e disaccordi che solo la diplomazia di Artemio Franchi è riuscito sbrogliare. Sulla panchina della Fiorentina, il tecnico argentino ha confermato di essere un allenatore soprattutto di grande carisma, in grado di lanciare tanti giovani e di rivitalizzare un calciatore come Amarildo, in rotta con l’ambiente da tempo.

LA ROSA

PORTIERI: Claudio Bandoni, Franco Superchi;

DIFENSORI: Giuseppe Brizi, Ugo Ferrante, Eraldo Mancin, Bernardo Rogora, Paolino Stanzial;

CENTROCAMPISTI: Pierluigi Cencetti, Giancarlo De Sisti (capitano), Salvatore Esposito, Claudio Merlo, Giovan Battista Pirovano;

ATTACCANTI: Amarildo, Lucio Bertogna, Luciano Chiarugi, Giancarlo Danova, Mario Maraschi, Giorgio Mariani, Francesco Rizzo.

LA FORMAZIONE TIPO

Superchi; Rogora, Ferrante, Brizi, Mancin; Rizzo, Merlo, Esposito, De Sisti; Amarildo, Maraschi. All. Pesaola