Lo scudetto, almeno per ora, prende la via di Milano. Dopo 9 anni, mai come in questa stagione il tricolore sembra poter finire lontano da Torino e al momento sembra essere una questione a due tra Milan e Inter. I rossoneri, che non perdono da 26 partite consecutive in campionato, battono anche la Lazio al termine di una partita tiratissima. I ragazzi di Stefano Pioli, ancora privi di Ibrahimovic, si portano in doppio vantaggio con Rebic e Calhanoglu (rigore), ma vengono agguantati da Luis Alberto e Immobile. Un’altra squadra avrebbe terminato la gara in parità, ma nel recupero uno strappo di un devastante Theo Hernandez ha portato il ‘Diavolo’ ad un’ultima azione offensiva da cui è nato il corner sugli sviluppi del quale lo stesso ex Real Madrid ha incornato per il 3-2 finale. Vittoria di carattere, personalità, di squadra matura (nonostante la bassa età media dei giocatori) e già pronta appunto per la corsa scudetto.

L’Inter fa 7 di fila

Di scudetti ne ha vinti tanti, sia da giocatore sia da allenatore, Antonio Conte e sa benissimo che non sempre si può girare a mille. La sua Inter non sarà bellissima da vedere, ma con la vittoria del Bentegodi contro l’Hellas Verona ha inanellato il settimo successo consecutivo grazie alle reti di Lautaro e Skriniar. Rispettivamente con 34 e 33 punti, dunque, le milanesi provano la prima fuga della stagione, scavando un solco nei confronti della terza forza, la Roma (27) di Paulo Fonseca che dopo aver perso malamente a Bergamo si è risollevata avendo la meglio per 3-2 del Cagliari dell’ex Eusebio Di Francesco. Formazione umorale quella dei giallorossi, che sale spesso sulle montagne russe per poi scendere in picchiata, ma con un po’ di continuità si può rapidamente diventare “grandi”.

Segue a ruota il Sassuolo di De Zerbi, tornato alla vittoria con fortuna e sofferenza sul campo della Sampdoria, grazie anche al ritorno con gol di bomber Caputo. Quarto posto meritato per i neroverdi che, con 26 punti, precedono di una lunghezza un Napoli che non riesce a ritrovarsi. Nelle ultime tre partite, i partenopei hanno collezionato un solo punto, quello in casa con il Torino di ieri sera: un punto tra l’altro acciuffato all’ultimo respiro grazie alla perla di Lorenzo Insigne, dopo essere andati sotto per la rete di un “figlio” di Napoli, Armando Izzo. Eppure la vittoria del ricorso al Coni che ha restituito un punto agli azzurri e ha dato loro la possibilità di rigiocarsi la sfida con la Juventus (ancora data da destinarsi) avrebbe dovuto dare una spinta in più agli uomini di Gattuso.

Juventus: continua il saliscendi

Un capitolo a sé lo merita la Juventus (24 punti e sesto posto attuale) di Andrea Pirlo, capace di perdere in casa e malamente contro la Fiorentina di Cesare Prandelli (prima affermazione a Torino da quando esiste lo Stadium). Il gol a freddo di Vlahovic e l’espulsione di Cuadrado dopo pochi minuti hanno inevitabilmente influito sulla prestazione di Ronaldo e soci, ma c’è un dato di fatto incontrovertibile: seppur con una partita da recuperare, sono tanti i punti in meno rispetto al ruolino di marcia di Sarri e i saliscendi di prestazioni e risultati non sono da grande squadra. Solo 6 vittorie su 13 partite di Serie A sono un bottino assai magro per un allenatore che sta indubbiamente peccando di inesperienza.

Alle spalle dei bianconeri mezzo stop per l’Atalanta (22) che impatta sul 2-2 contro il Bologna di Mihajlovic al Dall’Ara. La Dea è meno continua dello scorso anno, ma i problemi interni allo spogliatoio (che saranno risolti a gennaio con l’addio di Gomez) hanno inevitabilmente minato la serenità del gruppo. Vince ancora e stupisce il Benevento di Filippo Inzaghi, che battendo l’Udinese in trasferta sale a quota 18 punti. Dopo essersi quasi “bruciato” al Milan, SuperPippo ha avuto l’umiltà di ripartire dalla gavetta e la sua squadra, neopromossa in Serie A, sta facendo davvero un ottimo campionato, sia tatticamente che agonisticamente. E alla ripresa Inzaghi ritroverà proprio la capolista Milan.

Nelle retrovie, importantissime le vittorie di Crotone (2-1 al Parma di Liverani che ora è davvero in crisi) e Genoa, che alla prima con Ballardini in panchina ha avuto la meglio in trasferta di uno Spezia che sembra aver perso lo smalto delle prime giornate. Liguri e calabresi, rispettivamente con 10 e 9 punti, staccano così il Torino, che rimane fanalino di cosa con 8, ma c’è da dare atto al vituperato Giampaolo che, contro Bologna e soprattutto Napoli, i progressi ci sono stati. Ora servirebbero un paio di vittorie per dare morale e consentire di muovere in maniera incisiva la classifica. C’è tutto il tempo per farlo dopo la sosta per il Natale.