Questa sera alle ore 20:45 si giocherà Lazio-Juventus, secondo big match della 15esima giornata di Serie A dopo Inter-Roma, disputata ieri sera e terminata 0-0 per la gioia dei bianconeri, che avranno l’occasione di riportarsi al comando della classifica a soli 6 giorni dal sorpasso dei nerazzurri. 

L’opportunità ci sarà, ma vincere a Roma contro i biancocelesti non sarà per nulla facile. La squadra di Simone Inzaghi è reduce da 6 vittorie consecutive in campionato e può vantare il secondo rendimento casalingo di questa Serie A, alle spalle proprio della Juventus che allo Stadium non ha mai perso, così come la Lazio all’Olimpico.

I capitolini punteranno molto sulla straordinaria vena realizzativa del loro bomber Ciro Immobile. Fino a questo momento della stagione l’attaccante nativo di Torre Annunziata ha già segnato 17 gol in 14 partite. Numeri pazzeschi, che fanno ancora più impressione se si pensa che il capocannoniere della Lazio e della Serie A ha segnato più gol in campionato di Cristiano Ronaldo, Paulo Dybala e Gonzalo Higuain, che tutti insieme sono a quota 14 gol.

Ciro Immobile, l’ex della partita

Per Immobile quella contro la Juventus non è una partita come tutte le altre. Proprio a Torino, sponda bianconera, si è formato come calciatore professionista facendo parte per 3 stagioni del settore giovanile della Juventus con la quale, a suon di gol, ha vinto due Tornei di Viareggio. A Torino lo portò Ciro Ferrara, all’epoca dirigente bianconero per il settore giovanile, che convinse la sua società ad investire 80mila euro per assicurarsi l’attaccante all’epoca in forza al Sorrento.

Le prestazioni eccellenti con l’under-19 gli permisero anche di fare il suo esordio in prima squadra nel marzo 2009, subentrando al posto di Alex Del Piero, nei minuti finali di un match di campionato tra la Juventus ed il Bologna, vinto 4-1 dai bianconeri. Complessivamente con la maglia della Juve ha collezionato 5 presenze: 3 in campionato, una in Coppa Italia e una in Champions League, il tutto mentre continuava ad essere il centravanti titolare della squadra Primavera.

Sembrava l’inizio di una storia in bianconero, ma le cose sono andate diversamente perché il club ha deciso di non scommettere su di lui, non credendo, evidentemente, che avesse le qualità per diventare un giocatore adatto a vestire la maglia della Juve. Dopo un girovagare tra Serie A e Serie B durato un paio d’anni, è stato ceduto in comproprietà prima al Genoa e poi al Torino, in forza al quale ha vinto il titolo di capocannoniere della serie A nella stagione 2013-2014. 

A fine anno i granata esercitarono il diritto di riscatto e lo cedettero al Borussia Dortmund dal quale, al termine di una stagione non esaltante, finì prima al Siviglia e sei mesi più tardi nuovamente al Torino, dove non riuscì a ripetersi. Nell’estate 2016 è arrivato il trasferimento alla Lazio – non senza un pizzico di scetticismo da parte della piazza – dove è tornato a segnare a valanga; sono infatti 105 i gol segnati in 3 anni e mezzo. Immobile ha già messo nel mirino Giorgio Chinaglia (122 gol in 7 stagioni) e Beppe Signori (127 gol in 6 stagioni), con l’ambizione un giorno, non troppo lontano se manterrà queste medie, di spodestare dal trono Silvio Piola che ad oggi è ancora il miglior bomber della Lazio con 149 gol.

I grandi ex di Lazio e Juve

Ovviamente immobile non è l’unico ad aver vestito in carriera sia la maglia della Lazio che quella della Juve. Tra questi c’è proprio Silvio Piola che a 65 anni dal suo ritiro è sempre il miglior bomber di tutti i tempi nella storia della Serie A con 274 gol al suo attivo, che sarebbero potuti essere anche di più se il campionato non fosse stato sospeso a causa della seconda guerra mondiale. Durante la sua carriera Piola diede il meglio di sé con i biancocelesti visto che con la Juventus giocò appena un paio di stagioni, solo una delle quali in Serie A, segnando 10 gol.

Ci sono però altri ex che hanno scritto pagine importantissime per entrambi i club. Tra questi non si può non citare Pavel Nedved che con la maglia della Lazio ha giocato per 5 anni, collezionando 207 presenze e segnando 51 gol. A Roma il fuoriclasse ceco fece il pieno di trofei contribuendo a vincere una Serie A, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa.

Il suo trasferimento alla Juve, che lo scelse per colmare il vuoto lasciato da Zinedine Zidane, fu una ferita per la tifoseria ed inizialmente anche per lo stesso Nedved, che quasi subì quella decisione da parte della proprietà biancoceleste. Poi a Torino si ambientò alla grande e continuò a vincere tanto, conquistando anche un Pallone d’Oro legandosi a tal punto al club da scegliere di seguirlo anche in Serie B nell’anno post Calciopoli. Anche dopo il ritiro è rimasto all’interno del mondo Juve: nel 2010 è entrato a far parte del Cda e nel 2015 è stato nominato vicepresidente, incarico che ricopre anche attualmente.

Altri due big importantissimi nella storia del calcio italiano hanno vestito entrambe queste maglie, anche se non passarono direttamente da una squadra all’altra. Bobo Vieri ha giocato una stagione nella Juve ed una nella Lazio, con in mezzo una parentesi all’Atletico Madrid. Anche Angelo Peruzzi ha scritto la sua storia tra Torino e Roma; dal 1991 al 1999 ha vestito la maglia della Juve per poi passare all’Inter, che dopo una sola stagione lo cedette alla Lazio dove è rimasto fino al ritiro avvenuto nel 2007.

Prima di loro si ricorda il clamoroso passaggio, nell’estate del 1993, di Pierluigi Casiraghi dalla Juve alla Lazio, così come quello inverso del croato Alen Boksic che dopo 3 anni nella Capitale si trasferì a Torino nell’estate 1996 a causa dei dissapori con l’allenatore Zeman. Dopo una sola stagione con la Juve – durante la quale vinse uno Scudetto, una Coppa Intercontinentale e perse una finale di Champions League – tornò nella Capitale per precisa volontà del presidente Cragnotti, che nel frattempo aveva esonerato Zeman; pur di riaverlo alla Lazio il presidente biancocelesti lo pagò 8-9 miliardi in più di quello che aveva incassato l’anno prima dalla Juve.

Tra gli ex del passato va inserito anche il danese Michael Laudrup, che la Juventus, subito dopo il suo acquisto, parcheggiò per due anni – dall’83 all’85 – alla Lazio prima di riportarlo a Torino, avendo nel frattempo liberato un posto in lista per i giocatori stranieri con la cessione di Boniek alla Roma. Un altro danese prima di lui, John Hansen, fece il percorso inverso andando a chiudere la sua carriera italiana nella Lazio nella stagione ’54-’55 dopo 6 anni in bianconero. A Roma segnò 15 gol in 27 partite, mentre nelle statistiche del club torinese occupa ancora oggi l’ottavo posto tra i goleador di tutti i tempi con 124 centri.

Un altro grande ex di entrambe è il romagnolo Ermes Muccinelli, di ruolo attaccante, che ha giocato con la maglia della Juventus 226 partite tra il 1946 e il 1955, anno nel quale è passato alla Lazio dove è rimasto per 3 stagioni (93 presenze e 20 gol) prima di tornare a Torino per collezionare altre 15 presenze senza riuscire a segnare alcuna rete.

Nella Lazio e nella Juventus, tra gli anni ’40 e gli anni ’50 del secolo scorso, hanno giocato due dei cinque fratelli Sentimenti: Vittorio Sentimenti (Sentimenti III) e Lucidio Sentimenti (Sentimenti IV). Il primo, di ruolo attaccante, ha collezionato 210 presenze con la Juve (62 gol) e 76 con la Lazio (9 gol). Il secondo, di ruolo portiere, 169 presenze con i bianconeri e 170 con i laziali.

L’ultimo, in ordine cronologico, della lista dei grandi ex è lo svizzero Stephan Lichtsteiner, oggi all’Augsburg. Dopo 3 stagioni alla Lazio, nel 2011 passò alla Juventus dove ha giocato per 7 anni vincendo altrettanti Scudetti, 5 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Il suo nome è comunque anche nella storia della Lazio dove riuscì a portare a casa una Coppa Italia e una Supercoppa. 

Le delusioni e le meteore sull’asse Roma-Torino

Tra i grandi ex merita una menzione speciale il cileno Marcelo Salas, bomber straordinario e protagonista di grandi successi con la Lazio per 3 stagioni, pagato nell’estate 2001 ben 25 miliardi dalla Juve – cifra molto consistente all’epoca – più il cartellino del serbo Darko Kovacevic. Nelle due annate a Torino fece poco o nulla, condizionato da gravi infortuni, al pari dell’attaccante serbo che trascorse a Roma appena 6 mesi, prima di essere ceduto in Spagna alla Real Sociedad. L’avventura di Salas alla Juve è nota più che altro per un famoso trasferimento saltato. Correva l’anno 2003 e la Juventus aveva raggiunto un accordo con lo Sporting Lisbona per uno scambio alla pari tra il cartellino di Salas e quello del giovanissimo Cristiano Ronaldo; era tutto fatto, ma il cileno rifiutò la destinazione per tornare al River Plate.

Tra i trasferimenti poco riusciti c’è anche quello di Paolo Di Canio dell’estate 1990. L’idolo della tifoseria biancoceleste, ceduto alla Juve per ragioni di bilancio, arrivò a Torino per diventare un assoluto crack del calcio italiano e mondiale. La storia, però, andò diversamente perché Di Canio non fece mai quel salto di qualità che in tanti avevano pronosticato, lasciando la Juve dopo 3 stagioni.

Tra le meteore dei tempi recenti si possono inserire Antonio Candreva e Guglielmo Stendardo, entrambi ricordati perlopiù per gli anni nella Capitale che per le loro parentesi in bianconero di una sola stagione.