Si avvicina il big match di domenica sera tra Juventus ed Inter, del quale sarà spettatrice molto interessata la Lazio di Simone Inzaghi. Al momento ancora non è chiaro se la partita si giocherà a porte chiuse oppure no. La decisione è stata presa 3 giorni fa, in piena psicosi da coronavirus, ma stando alle notizie di oggi ci potrebbe anche essere un ripensamento da parte delle autorità. Sono molti i tifosi juventini che aspettano questo appuntamento con ansia per rivedere nel loro stadio l’ex capitano e allenatore, dal quale si sono sentiti traditi una prima volta nell’estate 2014, quando lasciò il club nel mese di luglio dopo aver diretto 3 allenamenti, e poi soprattutto nel maggio scorso quando si è legato all’Inter.

Il calcio, d’altra parte, è fatto anche di queste cose: per i tifosi juventini, Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi sono degli idoli assoluti nonostante la loro parentesi interista, mentre per Antonio Conte non sembra esserci spazio per la gratitudine. Forse anche all’ex centrocampista servirà un ritorno a Torino in futuro per ripulire la sua immagine agli occhi dei suoi vecchi tifosi. Ipotesi, questa, al momento impossibile visto che i rapporti tra Conte e la sua ex società sono tutt’altro che idilliaci.

Per adesso il tecnico salentino si può godere il ruolo di leader assoluto dell’ambiente interista. Ha scelto Milano per tornare a vincere, con l’ambizione di riuscire dove hanno fallito 9 suoi colleghi negli ultimi 9 anni, nei quali l’Inter è rimasta a bocca asciutta. L’ultimo trofeo conquistato dai nerazzurri, infatti, risale al 29 maggio 2011 quando l’Inter di Leonardo vinse la Coppa Italia in finale contro il Palermo. 

L’obiettivo di Conte è ovviamente quello di arrivare allo Scudetto. Per riuscirci appare quasi indispensabile fare risultato a Torino visto che i punti di distacco dai bianconeri sono attualmente 6, senza dimenticare la sorpresa rappresentata dalla Lazio di Inzaghi che ha 5 punti di vantaggio sui nerazzurri dopo aver vinto lo scontro diretto. L’Inter ha anche una partita da recuperare contro la Samp, ma è chiaro che se la Juventus dovesse scappare a +9 sarebbe davvero molto complicato riuscire a rientrare nella corsa per lo Scudetto.

L’Inter di Conte

L’impatto con l’ambiente interista è stato oggettivamente eccellente. La società in estate ha rinforzato la rosa portando a Milano giovani italiani come Sensi e Barella, così come top player dal respiro internazionale come Lukaku, Godin e Sanchez. Conte, dal canto suo, ha presto trovato un equilibrio rivitalizzando ed esaltando le qualità di chi faceva già parte della rosa prima del suo arrivo, come de Vrij e Skriniar, passando per D’Ambrosio e Candreva, per finire con Lautaro Martinez, trasformato da riserva di Icardi a titolare fisso al fianco di Lukaku e oggetto del desiderio di grandi club europei, Barcellona su tutti.

Rispetto allo scorso anno l’Inter di Conte ha conquistato 8 punti in più, ma soprattutto non si trova a -23 dalla Juventus capolista. I nerazzurri sono indubbiamente una squadra da Scudetto, nonostante un deficit di esperienza e una rosa sicuramente non profonda come quella della Juve. L’Inter, però, fino a questo momento è mancata proprio negli scontri diretti perché le uniche due sconfitte in campionato sono arrivate con Juventus e Lazio. 

Contro la sua ex squadra Conte ha bisogno di centrare un risultato importante, quasi indispensabile per alimentare l’autostima dei suoi giocatori. L’Inter dovrà saper approfittare del momento tutt’altro che brillante della formazione di Sarri, reduce dalla sconfitta per 1-0 nell’andata degli ottavi di Champions League contro il Lione, che ha anche comportato un notevole dispendio di energie fisiche e mentali. L’Inter, invece, deve ancora giocare in Europa League contro il Ludogorets; lo farà questa sera, ma quasi certamente non sarà questa partita a cambiare i piani del tecnico, che lascerà a riposo quasi tutti i suoi titolari.

Quella di Conte è di sicuro una squadra che gioca bene a calcio e che assomiglia molto al suo allenatore, sia sotto il profilo dell’applicazione tattica che sotto quelli della grinta e dell’intensità. Oltretutto, ci sono i margini per continuare a crescere visto che il mercato di gennaio è stato foriero di novità importanti grazie all’arrivo di giocatori come Eriksen, Young e Moses, che Conte ha già gradualmente iniziato ad inserire nel suo scacchiere tattico.

La Juventus di Sarri

Benché la Juventus sia prima in classifica, per assurdo, l’atmosfera a Torino è decisamente meno esaltante. La svolta nel gioco che si attendeva con l’arrivo di Maurizio Sarri non c’è stata ed anzi la Juve appare peggiorata in fase difensiva – complice anche la lunga assenza di Chiellini – sulla quale Allegri ha costruito 5 anni di vittorie. Cristiano Ronaldo c’è e sta facendo la differenza, ma i suoi compagni lo stanno aiutando veramente poco. 

Dopo un inizio di stagione eccellente, Pjanic appare in grave difficoltà; appannato in fase di impostazione e svogliato nel pressing. Sarri avrebbe voluto trasformare il bosniaco nel suo nuovo pupillo, così come fece con Jorginho al Napoli e poi al Chelsea, ma per ora Pjanic non assomiglia neanche al Valdifiori che tanto bene fece con Sarri all’Empoli.

Dopo averlo aspettato speranzoso per mesi, Sarri è stato costretto ad arrendersi contro il Lione sostituendolo dopo un’ora di gioco. A fine partita il tecnico ha anche parlato fuori dai denti, ammettendo apertamente che il problema principale della sua squadra è la circolazione del pallone troppo lenta, che finisce inevitabilmente con il favorire le squadre avversarie in fase difensiva.

In attesa di una svolta nel gioco, che sembra quanto mai improbabile arrivati a questo punto della stagione, Sarri contro l’Inter si aspetta almeno una reazione di orgoglio. I suoi giocatori sembrano anche scarichi mentalmente e domenica sera non ci si potrà limitare a giochicchiare nell’attesa di un colpo di Cristiano Ronaldo. Se l’Inter dovesse giocare la solita partita all’insegna dell’aggressività, per la Juve al piccolo trotto, degli ultimi mesi, ci sarebbero sicuramente meno chance di portare a casa il risultato.