Dopo 23 giornate di Serie A, al netto dei recuperi che non potranno stravolgere comunque la classifica, l’Inter di Simone Inzaghi viaggia spedita verso lo scudetto. I nerazzurri sono attualmente primi in classifica con 53 punti, a +4 su Napoli e Milan, ma con una partita da recuperare che potrebbe portare il margine di vantaggio sulle seconde addirittura a +7. Dopo un avvio nel quale sembrava potesse pagare dazio per il cambio di guida tecnica e per la perdita di tre top come Lukaku, Eriksen e Hakimi, i nerazzurri hanno ingranato la quinta e non si sono più fermati. L’Inter è diventata con il passare delle settimane una vera e propria macchina da gol, tanto che ad oggi la capolista vanta il miglior attacco con 53 reti segnate. Di contro, quella che sembrava essere una fragilità difensiva, connessa alla maggiore mole di occasioni da gol prodotte, si è affievolita con l’assimilazione dei nuovi dettami tattici, tanto che ora i nerazzurri hanno anche la seconda miglior difesa, con soli 17 gol subiti. Non ha un bomberissimo l’Inter di Inzaghi, ma può contare su una cooperativa del gol che vede attualmente Lautaro Martinez a quota 11 gol, Dzeko a 9 e Calhanoglu a 6. Se si considera anche il passaggio del turno in Champions League, mai ottenuto da Conte nei precedenti due anni, si può affermare senza ombra di dubbio che fin qui l’Inter di Inzaghi ha fatto meglio a 360 gradi. Risultati, gioco e coesione, tre dei capisaldi del lavoro svolto dal tecnico salentino, sono stati addirittura migliorati e le prospettive sono quelle dell’apertura di un ciclo. L’arrivo di Gosens dall’Atalanta e quello di Caicedo dal Genoa potrebbero rappresentare alternative importanti sulla corsia sinistra e in attacco, anche se fin qui nei rispettivi ruoli chi è stato schierato si è comportato sempre in maniera egregia.

Milan: Ibra non basta, il futuro è di Lazetic

Quanto al Milan di Stefano Pioli, che condivide la seconda piazza con il Napoli di Luciano Spalletti, la stagione sembra ripercorrere sostanzialmente le orme di quella passata. Dopo una prima parte in cui i rossoneri sono stati in lotta punto a punto per il tricolore, negli ultimi tempi hanno perso terreno per una serie di motivi. Gli infortuni, troppi per una squadra che vuole primeggiare, non hanno consentito al tecnico del ‘Diavolo’ di dare continuità ad una formazione standard ed anche se l’adattabilità è la dote di diversi elementi della rosa, non sempre è facile avere linearità di prestazioni. Nonostante siano ad oggi il 2° attacco del campionato con 47 reti, i rossoneri stanno forse pagando anche le eccessive speranze riposte in Zlatan Ibrahimovic che, seppur abbia una carisma senza eguali, paga dazio all’età in termini di competitività e affidabilità atletica. Spesso fermo ai box, lo svedese sta inevitabilmente condizionando Pioli e il gruppo, che dalla sua personalità dipende tanto. Tra i punti deboli anche la fragilità difensiva, denotata soprattutto dopo l’infortunio di Kjaer, che sul mercato di gennaio la dirigenza rossonera vorrebbe sostituire con colpo in prospettiva, ovvero Malick Thiaw, 20enne tedesco attualmente titolare dello Schalke 04 e dell’Under 21 della Germania. Per l’attacco del futuro, intanto, è stato presentato il 18enne serbo Marko Lazetic, proveniente dalla Stella Rossa.

Juve: basterà Vlahovic?

Ha 42 punti in classifica, una partita in più della diretta concorrente per il quarto posto (l’Atalanta a quota 43), ma la Juventus di Massimiliano Allegri crede fortemente alla qualificazione in Champions League. Soprattutto dopo il grande colpo Vlahovic messo a segno in questi giorni. Il rischio di non partecipare il prossimo anno alla competizione regina, ha spinto la dirigenza bianconera ad anticipare un investimento importante, inizialmente previsto per la prossima estate. Dopo un avvio disastroso, Allegri ha rimesso a posto la fase difensiva (terzaa difesa del campionato assieme al Torino con 21 gol subiti), ma l’attacco è rimasto sterile e i soli 34 gol in 23 partite hanno convinto la dirigenza che non si potesse arrivare alla fine della stagione con questo parco attaccanti. Dybala, spesso ai box per infortunio, non è andato oltre i 7 gol, mentre Morata, che non è mai stato un bomber di razza, è fermo a 5. Ad Allegri ora è stato dato il top della Serie A, colui che detiene il momentaneo titolo di capocannoniere con Immobile (17 gol), ragion per cui la prospettiva deve, e sottolineiamo deve, essere quella di una squadra che rientra di diritto nella lotta per l’Europa che conta, alla pari con chi la precede. E il mercato non è ancora finito, visto che potrebbe arrivare anche un centrocampista (Nandez il nome più gettonato).