Siamo solo alla quarta giornata di Serie A ed è già arrivato il momento del Derby di Milano. Entrambe le società meneghine quest’anno sono ripartite da zero: hanno cambiato allenatore ed hanno rivoluzionato le rispettive rose nel tentativo di tornare a lottare per le posizioni di vertice. L’Inter è sicuramente più avanti del Milan; si è assicurata un allenatore top come Antonio Conte e si è potuta concedere il lusso di portare a Milano giocatori quotati del calibro di Lukaku, Sanchez e Godin, oltre ad assicurarsi giocatori di prospettiva molto corteggiati come Barella, Sensi, Biraghi e Lazaro.

Il Milan, invece, ha puntato tutto su Marco Giampaolo, concedendogli quella grande occasione che il tecnico aspettava ormai da moltissimo tempo. Una decina d’anni fa, quando allenava il Siena, è stato vicinissimo ad approdare alla Juventus – prima del triennio di Conte – ma poi non se ne fece più nulla e lui ha continuato ad accumulare esperienze in provincia. L’ultimo triennio sulla panchina della Sampdoria gli ha finalmente permesso di arrivare ad avere la grande opportunità, inducendo il Milan a puntare proprio su di lui. Dal calciomercato non sono arrivati nomi altisonanti: i rossoneri hanno scommesso su qualche potenziale promessa come Duarte, Bennacer e Leao, e hanno puntellato la rosa con giocatori come Rebic e Krunic.

Le due milanesi prima del derby

La squadra di Antonio Conte ha iniziato questo campionato nel miglior modo possibile. Fino a questo momento ha affrontato Lecce, Cagliari ed Udinese, e ha portato a casa 9 punti, esprimendo anche un gioco convincente. In settimana, però, ha esordito in Champions League a San Siro contro lo Slavia Praga, non riuscendo ad andare oltre un 1-1 acciuffato solo nei minuti di recupero, al termine di una prestazione molto modesta per gli standard di Conte.

Il Milan, dal canto suo, in questa settimana pre derby si è potuto concentrare solo sulla preparazione della stracittadina in quanto non impegnato nelle coppe europee. In campionato, fino a questo momento, ha collezionato due successi per 1-0 contro Verona e Brescia, dopo aver perso 1-0 sul campo dell’Udinese all’esordio stagionale.

Se dovessimo fare un pronostico, pensando al rendimento e al gioco proposto in questo primo scorcio di stagione, dovremmo considerare scontata una vittoria da parte dell’Inter. Il derby, però, non è una partita come le altre e spesso, in passato, è stata la squadra meno quotata del momento ad avere la meglio. Resta una partita a sé, che si gioca soprattutto sull’emotività.

Conte e Giampaolo alla vigilia

Nella conferenza stampa di ieri, Antonio Conte è stato costretto a parlare di quanto è stato riportato sui giornali nei giorni scorsi. Pare che, nell’intervallo del match contro lo Slavia Praga, nello spogliatoio sia scoppiata una forte discussione con protagonisti principali Lukaku e Brozovic; una schermaglia, dettata dal nervosismo e dalla frustrazione per le difficoltà incontrare in campo contro i “modesti”, almeno sulla carta, avversari.

Conte è partito proprio da questo episodio. Non ha smentito o confermato nulla, ma si è limitato a reputare inaccettabile che qualcosa possa filtrare dallo spogliatoio: “Io penso che l’Inter sia sempre molto chiacchierata sui giornali e in tv, mi hanno detto che è normale: non può essere una scusa il fatto che negli anni passati filtrassero certe cose. E’ normale amministrazione, ma in altri club sono più bravi a gestire e proteggere certe situazioni, noi dobbiamo migliorare tanto, abbiamo un enorme spazio di crescita, anche fuori dal campo, dove ci sono grandissime lacune: dobbiamo colmarle insieme, senza rispondere con l’alibi degli anni passati. Cerchiamo di cambiare le cattive abitudini”.

Il tecnico considera la sua Inter come un cantiere aperto, anche se sono arrivati 3 successi in 3 partite di campionato: “Che l’Inter sia già definita, non penso. Abbiamo tanti giocatori che non hanno giocato in partite ufficiali, come Lazaro che ha esordito in Champions League in un momento critico. Abbiamo un’idea, ci lavoriamo, cercando di coinvolgere tutti i calciatori: c’è tanta strada da fare, non si possono fare paragoni con la prima Juventus. Quella era una Juventus che non giocava le coppe, ho avuto la sfortuna di non parteciparci, ma avevo sette giorni su sette a disposizione i calciatori per lavorarci: più tempo hai, più incidi in tutto. E’ un altro percorso, ci sono similitudini per via dell’inesperienza di tanti calciatori: quando arrivai alla Juve tanti non avevano grande pedigree nazionale e internazionale, ma poi l’hanno acquisito. Qui c’è una base di ragazzi che hanno voglia di lavorare: sta a loro determinare il proprio futuro, di voler crescere e fare uno step importante per passare a ottimi giocatori”. 

Marco Giampaolo, dal canto suo, si è augurato di veder fare, il prima possibile, un salto di qualità ai suoi. C’è bisogno di tempo per riuscire a trovare l’intesa giusta, ma il tecnico crede che un primo momento di svolta sia vicino: “In estate contro le grandi squadre abbiamo visto trame di gioco. In campionato finora lo abbiamo fatto meno, ma poi succede che d’incanto la squadra mostri di avere assimilato le idee che cerco di trasmettere. Se la squadra ha giocato un certo tipo di calcio contro squadre come lo United, credo possa farlo ancora. Dall’estate ci sono state integrazioni, dobbiamo lavorare tutti insieme. L’obiettivo è avere una identità chiara e riconoscibile”.

Giampaolo vuole vincere e anche convincere. Per riuscire a cambiare le cose in fretta ci sarà bisogno di entusiasmo, senza lasciarsi influenzare dalle critiche per queste prime uscite stagionali: “L’ambizione è giocare bene e vincere, le vittorie aiutano ad andare avanti ma bisogna vincere le partite e anche convincere. Lavoriamo per arrivare a questa sintesi. Da bambini ci divertivamo passandoci la palla, correre dietro agli altri non è divertente. Questa è la strada da battere. Il mantra è gioia, divertimento, entusiasmo”.

Milan-Inter: le probabili formazioni

Nella conferenza stampa della vigilia Giampaolo ha regalato un’unica certezza: la presenza dal primo minuto di Andrea Conti al posto dello squalificato Calabria. Sull’altra fascia dovrebbe invece venire confermato lo svizzero Rodriguez, così come la coppia centrale composta da Musacchio e Romagnoli. Anche a centrocampo non dovrebbe cambiare nulla rispetto alla partita contro il Verona: dovrebbero giocare Kessié, Biglia e Calhanoglu.

Sono attese poche sorprese anche nell’Inter. Davanti ad Handanovic verrà certamente confermato il terzetto composto da Godin, de Vrij e Skriniar. A centrocampo, sulla fascia destra, dovrebbe giocare Candreva che ieri ha svolto tutta la seduta d’allenamento, confermando di aver recuperato dall’infortunio. Sarà ovviamente Conte a decidere sul suo impiego, ma il giocatore è da considerarsi arruolabile a tutti gli effetti dal primo minuto.

Sull’altra fascia giocherà invece Asamoah, mentre a centrocampo dovrebbero essere impiegati Vecino, Brozovic e Sensi. In attacco è scontata la presenza di Lukaku, che Conte in conferenza ha assicurato essere al 100%, mentre a far coppia con lui dovrebbe esserci Lautaro Martinez. L’argentino è considerato in vantaggio su Politano e Sanchez, quest’ultimo ancora alle prese con la cura ricostituente del Dott. Conte per tornare ad essere il giocatore top che tutti abbiamo ammirato prima dell’avventura poco fortunata con lo United.

MILAN (4-3-2-1) – Donnarumma; Conti, Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Calhanoglu; Suso, Paquetà; Piatek. Allenatore: Giampaolo.

INTER (3-5-2) – Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; Candreva, Vecino, Brozovic, Sensi, Asamoah; Lautaro Martinez, Lukaku. Allenatore: Conte.