Habemus Papam. Nel corso dell’Assemblea di Lega Calcio tenutasi oggi rigorosamente in videoconferenza, i club della Serie A hanno trovato finalmente l’intesa per il taglio degli stipendi dei calciatori, ma anche di quelli di allenatori e altri tesserati connessi alla prima squadra. Il presidente Dal Pino e l’ad De Siervo hanno trovato la sintesi che ha trovato d’accordo tutti i club tranne uno, la Juventus. Il club bianconero ha già negoziato con i propri tesserati la rinuncia alle restanti quattro mensilità della stagione, rimandando all’eventuale ripresa delle gare ogni altro discorso per la rinegoziazione dei compensi.

Serie A: stipendi tagliati del -33% se il campionato non dovesse riprendere

L’intesa raggiunta tra tutti i club del massimo campionato italiano prevede la riduzione degli stipendi per un totale del 33% su base annua (compenso lordo), se la stagione dovesse essere dichiarata chiusa anzitempo. Se, invece, si tornerà a giocare, gli stipendi saranno ridotti di un sesto nei prossimi mesi, lasciando ai club l’onere di ridefinire gli accordi con i propri tesserati. Di seguito, il comunicato diramato dalla Lega di Serie A al termine dell’assemblea:

“In linea con le azioni volte a diminuire il costo del lavoro adottate a livello nazionale e internazionale – si legge nella nota stampa – la Lega Serie A ha deliberato oggi, all’unanimità, con esclusione della Juventus che ha già raggiunto un accordo coi propri giocatori, una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre.
Questo intervento, necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020. Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati”.

Inoltre, i club hanno ribadito, nel corso della riunione in videocall, la volontà di fare di tutto affinché si torni in campo “ma senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno”. Tra i temi trattati, anche le prescrizioni mediche prima della ripresa di allenamenti e gare: “A tal proposito entro fine settimana la Federcalcio emanerà le relative norme medico sanitarie”. Ovviamente, prima che gli atleti possano tornare alla normale attività agonistica, bisognerà predisporre i test medici del caso.

Ceferin: “Assegnare i titoli nazionali anche se non si gioca”

Oggi è tornato a parlare anche il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sloveno Ekipa. Il numero uno del governo del calcio europeo si è detto nuovamente ottimista sulla possibilità di tornare in campo per concludere i campionati, anche se ha ribadito di non poter “promettere o garantire nulla”. In attesa di capire come si svilupperà ancora nelle prossime settimane l’emergenza, Ceferin però fa un’anticipazione importante e destinata a sollevare discussioni: se i campionati non dovessero terminare, l’Uefa darà indicazione alle leghe di assegnare i titoli nazionali. “Non vedo come potremmo lasciare il Liverpool senza titolo: se si tornasse a giocare, quasi sicuramente lo vincerebbe, se non si dovesse giocare, sarebbe comunque opportuno annunciare i risultati e determinare i campioni delle rispettive leghe nazionali; e anche in questo caso, non vedo come potrebbe vincere il titolo qualcun altro se non il Liverpool. Capisco che i tifosi dei Reds possano essere delusi in caso di vittoria in uno stadio vuoto, ma in un modo o nell’altro penso che vinceranno la Premier”.​

Quanto alle coppe europee, il presidente dell’Uefa scarta, almeno stando alla situazione attuale, le ipotesi circolate nelle passate settimane sulla riformulazione delle competizioni. Si è parlato, ad esempio, della possibilità di giocare quarti di finale e semifinali in partita secca. Le regole, al momento non cambiano: “Per quello che sappiamo oggi, la Champions si chiuderà nelle stesse modalità con cui si sarebbe dovuta giocare prima della sospensione. Non possiamo esserne sicuri, ancora non possiamo sapere se nella finale o in qualsiasi altro evento ci saranno o meno i tifosi, ma – conclude – dobbiamo farci trovare preparati per tutti e due gli scenari. Dipende tutto dalla pandemia, ma al momento ripeto che contempliamo una normale chiusura della Champions”.