L’eco di quella gara giunge fino ai giorni nostri tanto da venir richiamato spesso durante le diatribe tra i tifosi di Juventus e Inter: la sospensione del derby d’Italia del 16 aprile 1961 in un primo momento assegnato ai nerazzurri a tavolino, poi rigiocato e vinto in goleada dai bianconeri, il 10 giugno di quell’anno. Un episodio che indubbiamente ha acuito la già accesa rivalità tra la Vecchia Signora d’Italia, la Juve, e la Beneamata Inter, rinfocolata poi ai giorni nostri da altri episodi avvenuti sia dentro sia fuori il rettangolo di gioco.

Juventus-Inter 0-2 a tavolino

Nella stagione 1960-61, l’Inter di Helenio Herrera sembra avere il campionato in mano, soprattutto dopo la vittoria di San Siro per 3-1 contro la Juventus. I nerazzurri, però, incappano in quattro sconfitte consecutive che consentono al club torinese di mettere la freccia e passare in testa alla classifica di Serie A. Il derby d’Italia all’11a giornata di ritorno, dunque, è una sorta di spareggio, una sfida che per i nerazzurri del presidente Angelo Moratti può rappresentare la rinascita, mentre per la Juve può diventare l’occasione per sferrare il colpo di grazia al campionato.

Lo stadio Comunale di Torino è pieno in ogni ordine di posti, anzi, gli spalti non bastano a contenere gli spettatori, molti dei quali si assiepano sulla pista di atletica e altri, secondo la versione nerazzurra, addirittura sulla panchina di Herrera e compagnia. Per via della sempre più pressante presenza dei tifosi nei pressi del rettangolo di gioco, l’arbitro Gambarotta della sezione di Genova, decide al minuto 31, poco dopo un palo dell’Inter colpito da Morbello, di sospendere la partita per ovvi motivi di sicurezza sul risultato di 0-0. In un primo momento, la Lega Calcio di allora decide di punire severamente la Juventus con la sconfitta a tavolino per 0-2, consentendo così ai nerazzurri di portarsi a -2 dalla vetta.

Il ricorso della Juventus e le polemiche

I bianconeri non ci stanno e presentano reclamo al Caf, l’organo di giustizia sportiva che il 3 giugno successivo decreta il rematch. Juve-Inter si deve giocare nuovamente, ma i nerazzurri non ci stanno e da più parti della nazione si levano proteste nei confronti di Umberto Agnelli, al contempo presidente della Juventus e numero uno della Federcalcio. Angelo Moratti, patron nerazzurro, letteralmente infuriato per la decisione, ne parla con Helenio Herrera e assieme prendono una decisione storica: per protesta l’Inter decide di schierare la formazione Primavera.

Juventus-Inter 9-1: l’addio di Boniperti e la prima di Mazzola

Il 10 giugno 1961, dunque, Juventus e Inter si ritrovano di fronte con i bianconeri già campioni d’Italia. L’epilogo della partita è già scritto e non viene mai messo in dubbio: i campioni bianconeri non devono nemmeno sforzarsi più di tanto per sommergere i baby nerazzurri con Sivori che mette a segno 6 reti. Il 9-1 rimane la vittoria più ampia ottenuta dalla Vecchia Signora sulla Beneamata, ma quel derby d’Italia coincide con altri due episodi storici per il calcio italiano, ovvero l’addio di Giampiero Boniperti, storico capitano bianconero e in seguito dirigente del club, e il debutto in Serie A (con tanto di gol su rigore) del giovane Sandro Mazzola, uno dei più forti calciatori di sempre di tutto il movimento nazionale. Per la cronaca, la stagione 1960-61 si conclude con la Juve scudettata, a quota 49 punti davanti al Milan (45) e Inter (44).