Questa sera alle ore 18 il Toro di Walter Mazzarri ospiterà il Napoli di Carlo Ancelotti allo Stadio Olimpico Grande Torino. In questo inizio di stagione i granata sono riusciti a conquistare 9 punti, 3 in meno degli azzurri che sono chiamati a vincere assolutamente per sfruttare a proprio vantaggio lo scontro diretto che vedrà protagoniste Inter e Juventus questa sera alle ore 20:45.

Per Walter Mazzarri quella contro il Napoli non è una sfida come tutte le altre. Proprio all’ombra del Vesuvio ha vissuto 4 anni intensissimi, durante i quali è stato uno dei protagonisti principali della crescita della società azzurra, da poco tornata nel grande calcio dopo anni di Serie B, un fallimento e due anni di C.

A riportare i partenopei dalla C alla B e poi alla A è stato Edy Reja, successivamente esonerato nel marzo 2009 dalla società per essere sostituito da Roberto Donadoni. L’avventura dell’ex CT della Nazionale sulla panchina del Napoli è durata appena 7 mesi perché nell’ottobre dello stesso anno De Laurentiis mandò via anche lui per chiamare Walter Mazzarri, rimasto senza panchina dopo due buone stagioni con la Sampdoria. 

La piazza, ansiosa di fare un salto di qualità, non accolse con grandissimo entusiasmo Mazzarri che invece, in breve tempo, si rivelò essere l’allenatore ideale per quella squadra. Sotto la sua guida arrivarono, nell’ordine: un sesto, un terzo, un quinto ed un secondo posto. Ma, soprattutto, con il tecnico livornese in panchina, il Napoli tornò a vincere un trofeo – la Coppa Italia – a 22 anni dalla vittoria della Supercoppa Italiana dell’ultimo Napoli di Maradona.

Il rapporto tra Mazzarri e il Napoli si interruppe nell’estate 2013, quando il tecnico decise di sposare il progetto dell’Inter, erroneamente convinto di fare così un passo in avanti nella sua carriera. La piazza visse quell’addio un po’ come un tradimento, costretta a salutare in un colpo solo sia Mazzarri che Edinson Cavani, volato a Parigi dopo aver segnato 104 gol in sole 3 stagioni.

Dopo un anno e mezzo sulla panchina dei nerazzurri, Mazzarri ha accettato di ripartire dal Watford in Premier League, dove è riuscito a salvare la squadra arrivando però quart’ultimo in classifica. Aver centrato l’obiettivo minimo per la società indusse entrambe le parti a separarsi, annunciando la cosa ancor prima della fine della stagione.

Dal gennaio 2018 è rientrato in Italia per guidare il Torino di Urbano Cairo, che ha voluto scommettere su di lui proprio nella speranza che possa ripetere il percorso fatto al Napoli. Per ora le cose stanno andando abbastanza bene e quest’anno c’è un obiettivo dichiarato: riportare il Toro in Europa.

Non sarà semplice riuscire in questa impresa perché la concorrenza è folta e agguerrita. La società spera che Mazzarri riesca a valorizzare al meglio la rosa che gli ha messo a disposizione, così come fece già al Napoli. Proprio sotto la sua guida sono esplosi giocatori come Marek Hamsik (sempre in doppia cifra negli anni di Mazzarri), Edinson Cavani, Ezequiel Lavezzi ed anche il primo Lorenzo Insigne, che Mazzarri promosse come sostituto del Pocho al suo ritorno a Napoli, dopo le esperienze nelle serie minori con le maglie di Cavese, Foggia e Pescara.

I punti di forza del suo Torino sono sicuramente Andrea Belotti e Salvatore Sirigu, attorno ai quali Mazzarri sta cercando di costruire una squadra in grado di arrivare tra le prime 7 in questa stagione. Il suo gruppo non ha ancora totalmente metabolizzato la delusione per l’eliminazione nei preliminari di Europa League contro il Wolverhampton e fino ad ora ha alternato ottime prestazioni ad altre oggettivamente meno buone. Il bilancio, per ora, è di 3 vittorie e 3 sconfitte, che valgono l’ottavo posto in classifica.

I tempi di Napoli, dove veniva considerato quasi un capopopolo, sembrano lontanissimi, eppure Mazzarri non si è ancora arreso: vuole vincere anche questa sfida alla guida del Torino, una squadra ambiziosa che vuole presto tornare a respirare aria d’Europa..