Con i campionati fermi per via dell’emergenza coronavirus, il calcio si interroga sul da farsi, ma fin qui di soluzioni definitive non ce ne sono state. In Italia, a rischio ci sono circa 700 milioni di euro, ma ci sono da conteggiare anche i mancati introiti delle coppe europee. Insomma, le vite umane hanno la priorità su tutto, ma è chiaro che i club siano delle aziende come tutte le altre, con dipendenti da pagare, costi di gestione e quant’altro. Per questo motivo, nell’ultima riunione di venerdì, i club di Serie A si sono confrontati in videoconferenza anche sulla voce più onerosa per i rispettivi conti, ovvero gli stipendi dei calciatori.

Sono allo studio, in buona sostanza, misure che consentano a termini di legge di tagliare gli emolumenti ai calciatori (dovrebbe trattarsi di un 30% del totale), trovando per prima cosa un compromesso con il sindacato degli stessi, l’Aic. In base alla normativa vigente, inoltre, si studia il rinvio dei pagamenti, visto che i club hanno in sostanza 90 giorni di tempo per far fronte a ciascuna mensilità. Le società italiane puntano molto sulla sensibilità dei giocatori stessi per il momento di particolare crisi, facendo leva anche sugli esempi che giungono dagli altri campionati. È di ieri, ad esempio, la notizia secondo la quale il presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, ha trovato un’intesa con i senatori della prima squadra – Messi, Busquets, Sergi Roberto e Piqué – per un taglio dello stipendio. La notizia deve essere ancora ufficializzata, ma secondo il quotidiano catalano Sport, si tratterebbe solo di una formalità. E non è tutto, perché i blaugrana si faranno promotori presso gli altri club spagnoli affinché adottino misure analoghe.

Francia: tre club con i giocatori in “parziale disoccupazione”

La notizia giunge dopo alcune iniziative che nei giorni scorsi hanno intrapreso anche club di altre nazioni. In Francia, nello specifico, il Lione di Rudi Garcia, il Bordeaux di Paulo Sousa e l’Amiens hanno posto in “disoccupazione parziale” tutti i dipendenti, inclusi i calciatori, fino a nuovo ordine. Il club del presidente Jean Michel Aulas, in particolare, ha sottolineato che i suoi tesserati percepiranno comunque il 70% dello stipendio.

Germania: i tesserati del Moenchengladbach rinunciano a parte degli stipendi

In Germania, invece, si segnala l’iniziativa dei calciatori del Borussia Moenchengladbach, che hanno proposto al club la riduzione dei propri stipendi per via dell’emergenza coronavirus. Secondo i calcoli fatti dai media tedeschi, il club risparmierà con questa iniziativa circa 1 milioni di euro al mese. L’annuncio è stato dato dal ds Max Eberl, che ha sottolineato: “La squadra ha offerto parte dei propri ingaggi per venire incontro alle esigenze del club e dei suoi dipendenti. Sono molto orgoglioso dei nostri giocatori, il loro è un messaggio forte, vogliono dare qualcosa al Borussia e ai tifosi sempre e comunque”. Sicuramente, l’iniziativa sarà replicata nei prossimi giorni dai tesserati di altre società tedesche.

Svizzera: il Sion ne licenzia 9, ecco perché

Nei giorni scorsi, però, ha fatto molto discutere anche il caso svizzero, ovvero quello rappresentato dal Sion, squadra di proprietà dell’imprenditore Christian Constantin. Stando a quanto riportato dal quotidiano elvetico ‘Blick’, il patron del Sion avrebbe proposto accordi più brevi e a stipendi ridotti a ben nove giocatori, tra i quali le vecchie conoscenze del calcio italiano Pajtim Kasami (Palermo) e Seydou Doumbia (Roma). Al no dei tesserati è seguito il licenziamento in tronco: “Siamo stati privati del nostro reddito. Non ci è permesso di offrire loro il lavoro e loro non sono autorizzati a lavorare”, le parole di Constantin. Ovviamente, la decisione ha allarmato il sindacato calciatori svizzero, il SAFP, che ha già annunciato una battaglia legale.

Sudamerica: sì al taglio degli stipendi, ma il Flamengo si smarca

Curioso quanto sta avvenendo in Brasile dopo lo stop all’attività calcistica. In base alla legislazione vigente nel Paese, nello specifico l’articolo 503 del codice dei lavoratori (i calciatori sono compresi), è possibile ridurre gli stipendi dei dipendenti fino al 25% per “cause di forza maggiore o eventi debitamente comprovati”. Il dibattito è aperto e si va verso il ricorso al taglio, ad eccezione del Flamengo, club campione in carica che ha deciso di lasciare inalterati gli emolumenti dei calciatori in rosa, ma anche di tutti gli altri dipendenti.