Compie gli anni Franck Ribery, uno dei talenti calcistici più fulgidi degli ultimi 15 anni che, giunto ormai al 37esimo compleanno, non ha ancora intenzione di abbandonare il calcio giocato. Giunto alla Fiorentina in estate come grande colpo del nuovo corso viola sotto la presidenza di Rocco Commisso, portando con sé il pedigree del fuoriclasse, ha incantato fin da subito facendo innamorare il popolo gigliato, che ha visto però interrotto sul più bello l’incanto: il campione francese si è infatti infortunato a novembre ed è ora impegnato nell’iter riabilitativo, che lo riconsegnerà pienamente ristabilito in 30-40 giorni.

Nonostante l’età avanzata, quello di Ribery rientra a pieno titolo tra gli ingaggi più prestigiosi portati a termine dalla società viola nella storia recente: parliamo di un giocatore che ha vinto tutto con la maglia del Bayern Monaco, scrivendo pagine indelebili nella storia del club tedesco e diventandone, con 24 titoli, il giocatore più vincente in assoluto.

Gli inizi in Francia e l’esordio

La storia calcistica di Franck Ribery inizia in Francia, suo paese natale, dove, dopo brevi esperienze nelle serie minori, esordisce nel massimo campionato, la Ligue 1, con la maglia del Metz nel 2004. Le buone prestazioni con i francesi convincono il Galatasaray a puntare su lui e in Turchia vincerà il suo primo trofeo, la Coppa di Turchia, nel 2005, anche se questa esperienza durerà solamente pochi mesi. L’ascesa ai livelli di gioco che ne caratterizzeranno la carriera inizia però con l’Olympique Marsiglia, squadra in cui in due anni, dal 2005 al 2007, incanterà con 18 gol in 89 presenze, ma sopratutto con quello che diventerà il marchio di fabbrica del suo stile di gioco: il dribbling.

L’approdo al Bayern Monaco: gli anni d’oro

Le capacità tecniche di questo calciatore, capace di guadagnare campo in spazi strettissimi, ma sopratutto di saper bucare le linee avversarie saltando l’uomo, impressionano il Bayern Monaco, che nel 2007 investe 25 milioni di euro per portarlo in Germania.

Quella tedesca sarà un’avventura gloriosa, un ciclo di vittorie pressoché inarrestabile nei confini nazionali (9 campionati vinti nei 12 anni di permanenza in Baviera), in cui il nome di Ribery si imprimerà a fuoco nella storia del calcio tedesco.

L’impatto del numero 7 è devastante fin dalla prima stagione, in cui, a 24 anni, diventa una pedina insostituibile nel gioco di Ottmar Hitzfeld, che mette la sua rapidità a sostegno di un attacco pesante guidato dalla punta centrale Luca Toni. Tra i compagni di reparto si forma da subito un rapporto di grande complicità sia in campo che fuori, intesa che porterà l’italiano a divenire capocannoniere della stagione e Ribery a venire eletto come migliore giocatore del campionato. Le vittorie di Bundesliga e Coppa di Germania sono i primi 2 sigilli di una collezione di trofei che arriverà a 24 totali nei suoi anni di permanenza.

Nel 2009 firma per il Bayern un giocatore che con Ribery andrà a formare una delle coppie di esterni d’attacco più iconiche del calcio contemporaneo: Arjen Robben. I due sono simili, stessa velocità ubriacante, stessa attitudine a saltare l’avversario. Sembrano fatti apposta per essere collocati a destra e a sinistra di un reparto d’attacco. L’olandese, nel giorno in cui entrambi lasceranno il club bavarese, dirà del compagno: “Abbiamo un’incredibile connessione sul campo. Prima di tutto amiamo il gioco, ma ci piacciono in particolare le situazioni uno contro uno. Siamo molto, molto simili, e non è davvero una sorpresa che abbiamo avuto così tanto successo insieme”.

Il feeling raggiunge il suo apice nella stagione 2012-2013, quando il Bayern Monaco conquista il triplete, con Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League, vinta in finale contro gli storici rivali del Borussia Dortmund: nel 2-1 finale Robben segnerà il gol decisivo all’89’, con assist di tacco, nemmeno a dirlo, di Frank Ribery. Nello stesso anno i tedeschi si aggiudicheranno la Supercoppa Uefa e il Mondiale per Club. Per Ribery la serie di titoli internazionali si fermerà a questi, mentre continuerà la “mattanza” di trofei in patria. 9 Bundesliga, 6 Coppe di Germania, 5 Supercoppe di Gemania, 1 Coppa di Lega tedesca il computo finale. Nel momento dell’addio, il francese si congederà dicendo: “A Monaco ho passato un terzo della mia vita e due terzi della mia carriera. Sono molto grato a questo club che mi ha accettato così come sono. C’è una storia d’amore fra noi. Non dimenticherò il grande sostegno ricevuto nei momenti difficili ed è dura andare via, ma è la vita”.

La nuova vita a Firenze

Concluso l’indimenticabile ciclo vincente in Germania, Ribery sceglie Firenze e la Fiorentina come capitolo conclusivo della sua carriera. Fin dalle prime sortite si capisce che non è assolutamente venuto in Italia in vacanza: già a settembre viene eletto dalla Lega di A come MVP del mese: “Vince o comunque conclude positivamente l’86% degli uno contro uno puri; contribuisce ad accelerare la manovra e le ripartenze grazie ad un indice di aggressività offensiva del 94%”, si legge nella note delle motivazioni.

L’infortunio rimediato a fine novembre in uno scontro di gioco con Tachtsidis durante la partita con il Lecce, e il successivo intervento effettuato in Germania, interrompono momentaneamente questa nuova avventura sul più bello, ma ora il francese corre verso il completo recupero per tornare a fare presto quello che sa fare meglio: incantare col pallone tra i piedi.