Compie oggi 52 anni Oliver Bierhoff, ex centravanti di Udinese e Milan che ricopre oggi l’incarico di direttore generale della federcalcio tedesca e si occupa sia della nazionale A sia del settore giovanile (Direktor Nationalmannschaft und Akademie). Attaccante generoso e implacabile nel gioco aereo, oggi Bierhoff si occupa dei rapporti della federazione calcistica tedesca, la DFB, con gli sponsor, i club e ne cura logistica e comunicazione. Insomma, è il deus ex machina che sta dietro ad ogni gara della Germania, poiché non si muove foglia che lui non voglia.

La sua carriera, dopo i primi passi nelle giovanili dell’Essen, passa attraverso le fila dello Uerdingen, con la cui casacca debutta in Bundesliga a soli 18 anni. Dopo due campionati si trasferisce nel 1988 all’Amburgo, che dopo una stagione e mezza lo cede al Borussia Mönchengladbach. Ritenuto dai più una grande promessa, Bierhoff non riesce però a sfondare e dopo soli sei mesi cambia ancora maglia, trasferendosi stavolta in Austria. È con la maglia del Salisburgo che il centravanti teutonico si mette in mostra agli occhi delle big europee, mettendo a segno qualcosa come 23 gol nella Bundesliga austriaca 1990-91.

Bierhoff all’Inter… senza mai giocare

Durante quella stagione viene più volte visionato dagli osservatori dell’Inter, che nell’estate del 1991 decidono di acquistarlo, girandolo però in prestito all’Ascoli del patron Costantino Rozzi. A 23 anni, dunque, Bierhoff debutta in Serie A, ma la stagione non è esaltante né per lui né per il club: il centravanti colleziona 17 presenze (circa la metà delle partite ufficiali disponibili) andando in rete solo due volte, una contro il Foggia e una contro l’Inter, la squadra che ne detiene il cartellino. I nerazzurri non credono più nel calciatore e lo lasciano al club marchigiano, con il quale disputerà altre tre stagioni, ma in Serie B.

Nella serie cadetta arrivano gol a grappoli e Bierhoff vince, nella stagione 1992-93, il titolo di capocannoniere, sfiorandolo poi anche nella stagione successiva. Al termine del campionato 1993-94 arriva la retrocessione dell’Ascoli in Serie C1, ma per l’attaccante di Karlsruhe è la svolta. Nell’estate del 1995, infatti, arriva il trasferimento all’Udinese per 2,5 miliardi delle vecchie lire.

Il titolo di capocannoniere con l’Udinese

L’esperienza con i bianconeri friulani sarà in crescendo. Dopo la prima stagione nella quale segna 18 gol, nella stagione 1996-97 Bierhoff ottiene un grande risultato di club, con il quinto posto che permette alla squadra friulana di partecipare alla successiva edizione della Coppa Uefa (oggi Europa League). Il campionato successivo rimarrà nella storia della società dei Pozzo: l’Udinese di Alberto Zaccheroni chiude al terzo posto dietro Juventus e Inter e il bomber tedesco conquista il titolo di capocannoniere con 27 gol. È la consacrazione definitiva di Bierhoff, che si piazza sul gradino più alto del podio della classifica marcatori, nel campionato più affascinante e difficile al mondo. Era dal 1960-61 che un centravanti non segnava così tanto in Serie A (Sergio Brighenti). La stagione 1997-98 sarà l’ultima alla corte dei Pozzo, che nel frattempo hanno cambiato guida tecnica affidando la panchina a Francesco Guidolin.

Lo scudetto col Milan di Zaccheroni

Nell’estate del 1998, all’età di 30 anni, Bierhoff si ricongiunge con il mister Zaccheroni al Milan e sarà un trionfo inaspettato per tutti. Il club rossonero torna infatti alla vittoria dello scudetto, con il centravanti tedesco che si conferma ariete preciso e implacabile: dei 19 gol stagionali, infatti, 15 arrivano su colpi di testa, la sua vera specialità. Mister Zaccheroni, che lo conosce molto bene, fa sì che le ali rossonere vadano spesso sul fondo e mettano al centro cross in grado di sfruttare al meglio le qualità di Bierhoff. Con la maglia del Milan giocherà tre stagioni, per un totale di 119 presenze e 44 gol.

Dopo la parentesi al Monaco nella stagione 2001-2002, a 34 anni torna in Serie A per vestire la maglia del Chievo Verona: il campionato si conclude con il 7° posto della formazione clivense, al quale Bierhoff contribuisce con 7 reti. Si tratta dell’ultima stagione da calciatore per il centravanti tedesco, che annuncia nel 2003 il suo ritiro.

Oliver Bierhoff: titoli e record

La bacheca del ‘panzer’ Oliver Bierhoff contiene probabilmente meno titoli di quelli che il centravanti tedesco avrebbe meritato. Oltre allo scudetto conquistato con il Milan, ci sono tre importanti riconoscimenti individuali, come il titolo di capocannoniere in Serie A e in Serie B, ma anche il premio come miglior calciatore tedesco dell’anno 1998. Il più importante trionfo lo ha però ottenuto con la nazionale del suo Paese, con cui ha vinto nel 1996 gli Europei d’Inghilterra: nella finale con la Repubblica Ceca, Bierhoff subentra con i tedeschi sotto di un gol. Al centravanti, allora in forza all’Udinese, bastano pochi minuti per scatenarsi: prima sigla la rete del pareggio, poi ai supplementari mette a segno il golden gol che sancisce il triplice fischio finale della partita con la conquista del titolo da parte della Germania.

Con la nazionale partecipa anche al Mondiale di Corea del Sud e Giappone, in cui conquista il secondo posto, segnando anche un gol nella gara contro l’Arabia Saudita. In totale, il suo bottino con la Germania è di 70 presenze e 37 reti.

In tutta la carriera, invece, tra club e nazionali, Bierhoff ha collezionato 600 partite ufficiali mettendo a segno 264 reti, con una media di 0,44 gol a partita. Nello specifico, in 443 partite di campionato tra Germania, Austria, Italia e Francia, ha messo a segno 185 gol. Solo in Italia, il bomber tedesco è andato in rete 148 volte: 102 in Serie A (220 presenze) e 46 in B (100 presenze). Ed è inoltre l’unico straniero che in Italia è riuscito a vincere la classifica cannonieri dei due più importanti campionati nazionali.